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oltre l'arte
2004

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




GLI ESTE A FERRARA
Dal 14 marzo al 13 giugno 2004

Ferrara
Castello Estense

Orari:
Tutti i giorni (compreso lunedì e festivi)
Dalle 9 alle 20 (ultimo ingresso alle ore 18,30)
venerdì, sabato e domenica
dalle 9 alle 22 (ultimo ingresso alle ore 20,30)

Ingresso:
(comprensivi di servizio guardaroba e audioguide)
intero € 10,00
ridotto € 8,50 e € 4,00 per le scuole

Informazioni:
Tel. 02/43353522







  

DINASTIA, CASTELLO, RINASCIMENTO FERRARESE

Le origini della famiglia Este si perdono nelle nebbie della leggenda e nella notte dei tempi; il mitico capostipite sarebbe stato Oberto, morto prima dell’anno Mille, di origine longobarda e creato Conte Palatino dall’Imperatore Ottone I. Da lui discese Alberico Azzo che si stabilì ad Este, cittadina del Padovano chiamata in epoca romana Ateste, e diede origine ad una famiglia di nobili turbolenti e avventurosi, continuamente coinvolti nelle lotte tra Papato ed Impero, finché Azzo VII Novello riuscì ad impadronirsi di Ferrara divenendone signore di fatto nonostante la sovranità nominale del Pontefice. Successivamente gli Este si confrontarono in lotte frequenti con Venezia, il Papato, i Visconti, impadronendosi e perdendo varie città e territori finché la situazione cominciò a stabilizzarsi alla fine del ‘300 e il dominio estense si mantenne su Ferrara, vicariato pontificio, e su Modena e Reggio, vicariato imperiale.
Con l’inizio del Rinascimento gli Este si distinsero per mecenatismo facendo di Ferrara uno dei centri culturali più importanti e famosi dell’epoca; Leonello, Borso, Ercole, Alfonso I, furono sovrani splendidi e potenti, di grande influenza politica per l’importanza strategica del loro dominio che controllava il Po e di grande ricchezza per la fiorente agricoltura e per vivaci commerci. Ferrara in particolare, ma anche le altre città del ducato, si arricchì di monumenti ed opere d’arte e di un turrito castello, molto simile a quello di Mantova, che gli Este elessero a loro sede colmandolo di capolavori di artisti loro contemporanei. La Signoria di Ferrara continuò per tutto il XVI secolo ad essere uno dei più vivaci centri culturali d’Italia e Alfonso I, marito di Lucrezia Borgia, suo figlio Ercole II, suo nipote Alfonso II furono sovrani ricchi e potenti e illustri mecenati. Ma con Alfonso II la dinastia legittima si estinse per mancanza di eredi diretti maschi e il Papa rivendicò la signoria di Ferrara costringendo Cesare, discendente illegittimo di Alfonso I, a spostare la sua corte a Modena.
Ferrara entrò a far parte dello Stato Pontificio, governata, fino al 1860 da un Cardinal Legato, e fu sottoposta ad una sistematica spoliazione delle sue opere d’arte a favore del Papa Clemente VIII e del Cardinal Nipote Pietro Albobrandini. La “Devoluzione Ferrarese” del 1598 è ancora oggi sentita in città come un evento luttuoso che la privò della sua corte brillante e di buona parte del suo patrimonio artistico. Ma è rimasto il Castello, simbolo stesso della città; la sua costruzione iniziò nel 1385 per volere di Nicolo’ II e per opera di Bartolino da Novara, sulle prime fu solo una costruzione di carattere prettamente militare ma divenne, nel ‘500, un palazzo di corte con numerosi ambienti sontuosamente affrescati. Poi decadde ad usi sempre più impropri che arrecarono danni al patrimonio artistico e all’arredamento; attualmente è in parte sede di museo ed in parte in uso all’Ammistrazione Provinciale che ha condotto negli ultimi anni una intensa attività di restauro per ripristinare l’immobile in tutti i suoi ambienti.
Ora, per festeggiare la conclusione dei restauri e l’apertura al pubblico del Castello, un’esposizione di 150 opere (dipinti, sculture, ceramiche, libri antichi, medaglie), ripercorrendo due secoli, XV e XVI, di vita della corte, fastosa e festosa, degli Este nel periodo del suo maggior splendore.
Tra i dipinti opere di Cosmè Tura, Francesco Cossa, Ercole de’ Roberti, Mantenga, Tiziano, Garofolo, Bastianino e di tanti altri che lavorarono a Corte o per la Corte. Un secondo evento riguarderà il famosissimo “Camerino d’Alabastro” di Alfonso I, un piccolo locale adibito a studio, come si usava all’epoca rivestito di marmi preziosi e di dipinti di cui fu purtroppo spogliato nel corso dei secoli; parte dell’arredo è finito al Museo dell’Ermitage ed ora è provvisoriamente tornato per restituire al visitatore l’immagine di quale doveva essere il Camerino ai primi del ‘500; la parte marmorea è attribuita ad Antonio Lombardo di cui sono esposte altre opere unitamente a quelle di suoi allievi per poterne valutare l’attività e l’influsso sulla cultura del tempo. Il nuovo percorso museale e le due mostre sono eventi che arricchiscono l’offerta artistica di Ferrara, già di per se molto alta, e contribuiscono a rendere sempre più affascinante la città, tranquilla e appartata, con vie silenti fiancheggiate da edifici con facciate di mattoni rosso scuro, con un aspetto dignitoso e sereno e contemporaneamente magico e dolce che merita a Ferrara il suo appellativo di “città del silenzio”.

Roberto Filippi