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oltre l'arte
2004

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




BERNINI, VELAZQUEZ, GIORDANO
Le corti del Barocco
Dal 12 febbraio al 2 maggio 2004

Roma
Scuderie Papali al Quirinale
Piazza del Quirinale

Orario:
tutti i giorni
dalle 10 alle 20
venerdì e sabato
dalle 10 alle 22,30

Ingresso:
intero Euro 9,00
ridotto Euro 6,00

Informazioni:
Tel. 06/39967500

www.scuderiequirinale.it



 






 

FESTA BAROCCA ALLE SCUDERIE

Grande festa barocca alle Scuderie Papali al Quirinale, edificio che è quasi un simbolo delle magnificenze delle corti dei sovrani dell’epoca compresa tra la metà del XVII secolo e i primi decenni del secolo successivo. Fatte costruire dai Papi Clemente XI e Innocenzo XII con l’opera degli architetti Carlo Fontana e Alessandro Specchi sulle rovine dell’antico Tempio di Serapide furono destinate ad ospitare cavalli e carrozze della corte pontificia: Nei tempi moderni decaddero ad autorimesse e alloggi finché all’alba del 2000 grandi restauri curati dall’architetto Aulenti ne hanno restituito l’antica immagine e ne hanno fatto un contenitore per eventi culturali tra i più frequentati della città.
La mostra che stavolta viene ospitata alle Scuderie ha un tema conduttore: “le corti del Barocco”; è una documentata e accurata ricostruzione della vita, della storia, del modo di essere di alcune delle più importanti corti europee del periodo, quella romana dei papi, dei cardinali, dei principi, di Cristina di Svezia, quelle Asburgiche di Madrid e Vienna, quella di Versailles di Luigi XIV. Guida del visitatore sono tre grandi artisti che dettero una impronta particolare all’epoca e lavorarono spessissimo per i vari sovrani; si tratta di Bernini, Velazquez, Giordano. Il primo (1598-1680) è così noto, e dovunque in Roma la sua opera è sotto gli occhi di tutti, da rendere quasi superfluo il parlarne; in mostra viene esaminato il periodo finale della sua attività trattando del suo viaggio a Parigi, chiamato dal re per la ristrutturazione del Louvre, compito che non si realizzò per l’opposizione degli architetti francesi, classicisti, ostili al fantasioso artista italiano.
Nella sezione dedicata alla Corte Pontificia, curata dal Soprintendente Strinati, vengono esaminate sia le committenze pubbliche del Bernini sia la sua ultima produzione intimistica e religiosa, sculture e dipinti aventi come soggetto il Cristo in differenti versioni: Legato, Patiens, Deposto, Crocefisso. Diego Rodriguez de Silva y Velazquez (1599-1660) è uno dei massimi esponenti dell’arte spagnola ed europea, allievo e genero di Pacheco del Rio si affermò ben presto come uno dei più noti pittori del suo tempo divenendo poi pittore regio ben accreditato a corte dove dipinse numerosi ritratti aulici della famiglia reale e di cortigiani. Venne due volte in Italia per acquistare quadri per il suo re, studiare artisti antichi e contemporanei, dipingere. La sua pittura fluida e splendente, il suo segno deciso, il chiaroscuro marcato e lucente, la perfetta anatomia, ne fecero un pittore prolifico e di larghissima fama. Luca Giordano (1634-1705) di una generazione successiva ai due sopra citati, fu artista di risonanza europea e rinnovò profondamente la pittura napoletana che con lui giunse ad una splendida maturità barocca. Allievo del Ribera si cimentò presto in possenti cicli di affreschi, in pittura da cavalletto e in grandi pale d’altare dai colori dorati, incandescenti, personalissimi. Lavorò nella sua città, Napoli, a Roma e Firenze e nel 1692 fu chiamato dal re in Spagna e affrescò le volte della chiesa dell’Escurial e di altri edifici sacri con colori che diventavano sempre più teneri e dolci, quasi un anticipo del rococò.
Lo storico d’arte Fernando Checa Cremades, ideatore e curatore della mostra, affascinato dal barocco, dopo averla portata a Madrid e Aranjuez, espone ora a Roma opere dei tre grandi artisti contornate da quelle di altri celebri pittori loro contemporanei quali Maratta, Baciccio, Pozzo, Juan Careno Miranda, Bautista Martinez del Mazo ed altri, per dare una visione, la più completa possibile di quale fosse l’importanza e la considerazione in cui era tenuta l’arte presso le corti barocche, non solo per i suoi aspetti puramente estetici ma soprattutto per quelli di fastosità e di esibizione di potenza e di gloria dei committenti.
Accanto a quadri e sculture una serie di oggetti d’arte minore, acqueforti, disegni, incisioni, arazzi, medaglie, elementi d’arredo, progetti per feste ed apparati effimeri, allora molto di moda.
Una mostra viva e molto interessante che da veramente l’idea di quale fosse il fasto e l’idea del potere dei sovrani nell’epoca che gli storici chiamano delle”monarchie assolute”.

Roberto Filippi