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oltre l'arte
2004

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario





L’ETÀ DI RUBENS.
Dimore, committenti e collezionisti genovesi
Dal 20 marzo all’11 luglio 2004

Genova
Palazzo Ducale

Orario:
dalle 9 alle 21
Lunedì chiuso

Informazioni:
Tel. 010/562390

www.palazzoducale.genova.it

Catalogo Skira






 

L’ARTE PROSPERA DOVE IL DENARO CIRCOLA

Genova è una antica ed illustre città dalla storia ricchissima di eventi; è citata per la prima volta durante le Guerre Puniche e sotto il dominio romano divenne un importante scalo commerciale e punto di partenza e di attraversamento di varie strade. Bizantina, longobarda, carolingia, mantenne sempre il suo carattere di grande emporio iniziando ad evolversi come libero Comune. Mercanti, marinai, uomini d’arme genovesi si sparsero per il Mediterraneo fondando scali nel Levante e partecipando alle Crociate scontrandosi successivamente con le città marinare di Pisa e Venezia per il dominio del commercio sui mari. Furono secoli di dure lotte che arricchirono la città finché nel ‘400 iniziò la decadenza sia per la forte opposizione della Serenissima che per la pressione dei confinanti Signori di Savoia e di Milano che tentavano di imporre il loro dominio. Il periodo oscuro durò sino a metà ‘500 quando Andrea Doria, ammiraglio del Re di Spagna, riuscì a risollevare le sorti della sua città legandole a quelle della corona spagnola.
Genova divenne la più importante piazza finanziaria dell’impero spagnolo il che le arrecò grande prosperità; i banchieri genovesi prestavano capitali al re, appaltavano forniture per l’esercito e la marina, avevano anche ottenuto la concessione dell’”asiento” cioè il diritto di esercitare la tratta degli schiavi negri con l’America Latina. Fu un periodo di eccezionale prosperità economica che si tradusse nella costruzione di splendidi edifici pubblici e privati ed in un grande sviluppo delle arti finanziato da mecenati e collezionisti. Durò fino alla fine del ‘600 quando la crisi della Spagna trascinò con se anche Genova che iniziò un periodo di decadenza politica ed economica che la portò ai primi dell’800 sotto i Savoia per seguire poi le note sorti del regno d’Italia. Ma il “secolo d’oro” dei banchieri genovesi ha lasciato il suo segno in città disseminata di prestigiosi edifici, alcuni dei quali ora musei, contenenti ricchissime collezioni d’arte purtroppo attualmente in parte disperse.
Per il 2004 Genova è stata proclamata Capitale Europea della Cultura ed ha organizzato una ricca serie di eventi di cui pezzo forte è la mostra “L’età di Rubens. Dimore, committenti e collezionisti genovesi”. La prima parte del titolo è una sorta di richiamo,la vera essenza è nella seconda parte. La mostra, che si tiene nella suggestiva cornice di Palazzo Ducale, con due sezioni distaccate in due musei cittadini: Palazzo Spinola e Palazzo Rosso, ricostruisce con un itinerario di undici sezioni un secolo di vita genovese esaminando i sontuosi palazzi, i ricchi nobili banchieri che furono committenti di un gran numero di opere d’arte e le collezionarono con un accanimento quasi maniacale. Rubens, come il suo conterraneo Van Dyck, fu un pittore fiammingo famosissimo tra la fine del ‘500 e i primi decenni del ‘600, operò per re, principi, cardinali, ricchi mecenati, fu a Venezia, Mantova, Roma dove dipinse tre grandi quadri per l’altar maggiore della Chiesa Nuova, lavorò nelle Fiandre, a Londra, a Madrid, sempre conteso e celebrato. Nel 1604 fu anche a Genova che apprezzò al punto da pubblicare ad Anversa, nel 1622, il libro “I Palazzi di Genova” e dove dipinse numerose tele, ora per lo più sparse per il mondo, ma in alcuni casi tornate per la mostra per la quale costituiscono una sorta di traccia che si svolge attraverso tutte le sezioni. Queste ricostruiscono, seguendo antichi inventari, le ricche collezioni dei nobili genovesi e accolgono più di cento opere attribuite a grandi maestri : Bernardo Strozzi, Procaccino, Simon Vouet, Caravaggio, Battistello Caracciolo, Ribera, Tiziano, Grechetto, Veronese, Bassano, Luca Cambiaso, Artemisia e Orazio Gentileschi,Paris Bordon, Reni, ed anche un nutrito gruppo di nature morte fiamminghe e di pittura di genere. Le sezioni presentano le raccolte di varie famiglie: due rami dei Balbi, i Doria, i Raggi, gli Imperiale, gli Spinola, i Brignole-Sale con i dipinti affiancati, in suggestive esposizioni, da sontuosi servizi d’argenteria e da statue che abbellivano le dimore delle casate sopra indicate. Conclude la mostra una gigantesca tela dell’onnipresente Rubens, una dozzina le sue opere esposte, di circa due metri e mezzo per tre, prestata dal museo di Colonia. Accanto alla mostra una serie di manifestazioni collaterali: proposte didattiche differenziate per fasce d’età, visite a musei , conferenze, percorsi in città con visite a luoghi significativi della Genova del ‘600 e fuori città a Savona, Valle Scrivia, Sestri Levante. Un insieme molto ricco di eventi culturali che ricostruisce il “secolo d’oro” della città ligure attraverso i suoi palazzi, i suoi nobili banchieri, le sue ricche collezioni d’arte.

Roberto Filippi