VILLA
BORGHESE. I PRINCIPI, LE ARTI, LA CITTÀ TRA ‘700 E ‘800
ALBUM DI FAMIGLIA
Roma
Villa Poniatowsky
Via di Villa Giulia 34
Dal 5 dicembre 2003 al 21 marzo 2004
Orari:
dalle 9.00 alle 19.00
tutti i giorni
lunedì chiuso
Ingresso:
intero 8 euro; ridotto 6 euro
scuole 5 euro (con visita gratuita); gruppi 80 euro
la biglietteria chiude alle ore 18.00
Informazioni:
Punto Informativo La Meridiana tel. 06/85304242 (ore 9.00-19.00)
Call Center Zètema Progetto Cultura tel. 06/82077304
(lun. ven. ore 9.00-16.00)
Cataloghi:
Skira
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IL GIARDINO DEI NOBILI BORGHESE
Il parco più bello di Roma è sicuramente quello di Villa Borghese creato
all’inizio del ‘600 dal Cardinal Scipione, nipote di Papa Paolo V,
unificando varie proprietà fuori Porta Pinciana; era un vasto
comprensorio con edifici,boschetti, riserve di caccia, fontane, giardini
e con nel mezzo la splendida palazzina, opera degli architetti Ponzio e
Vasanzio, che i Borghese destinarono a sede delle loro collezioni d’arte
e della raccolta di statuaria antica. Nel corso dei secoli si ebbero
vari accrescimenti, sino ad una superficie di 80 ettari, soprattutto
nella seconda metà del ‘700 con il principe Marcantonio IV che volle per
la villa un aspetto neoclassico creando, con l’ausilio dell’architetto
Asprucci, l’attuale Piazza di Siena, il finto rudere del Tempio di
Antonino e Faustina, la Casina dell’Orologio, la Casina di Raffaello, la
Fontana dei Cavalli Marini, e il fascinoso Giardino del Lago con il
Tempio di Esculapio. Altre aggiunte si ebbero nell’800 arrivando fino a
Piazza del Popolo dove il Canina costruì i due Propilei che
fiancheggiano l’attuale ingresso della Villa e poi i Propilei Egizi, la
Fontana del Fiocco, il Portico dei Leoni, l’Arco di Settimio Severo. Era
un vero paradiso che periodicamente i Borghese aprivano al popolo
finché, dopo l’Unità d’Italia, si parlò di lottizzazione come per la
confinante, bellissima e perduta Villa Ludovisi. Nel 1902 i Borghese, in
gravi dissesti finanziari, vendettero la Villa allo Stato che trattenne
l’edificio principale trasformandolo in museo e cedette il resto al
Comune che, per festeggiare il centenario dell’apertura al pubblico ha
presentato due mostre dai titoli “Villa Borghese. I principi, le arti,
la città tra il ‘700 e l’800” e “Album di famiglia”. Le mostre si
tengono a Villa Poniatowsky, un piccolo edificio quasi sconosciuto
vicino a Villa Giulia costruita a metà ‘500 da Papa Giulio III; fu nel
‘600 dei Cesi e nel ‘700 dei Sinibaldi e nel 1803 fu acquistata dal
principe polacco Poniatowsky che la fece ristrutturare dal Valadier
facendone una residenza fastosa. Negli anni venti dell’800 la villa fu
frazionata e il Canina costruì lungo la via Flaminia la Casina Vagnuzzi
e lo Strhol-Fern acquistò le pendici del Pincio per costruirvi la villa
omonima. A fine secolo divenne proprietà della famiglia Riganti che la
adibì a conceria e negli anni trenta del ‘900 vendette terreni alla
Cassa per il Notariato che vi costruì alcuni edifici. Attualmente è di
proprietà dello Stato, in corso di avanzato restauro, per essere
destinata all’ampliamento delle collezioni del Museo Etrusco di Villa
Giulia. La mostra sulla Villa è molto interessante pur non esibendo
capolavori; sono soprattutto ritratti e oggetti della famiglia Borghese
e quadri che mostrano scorci e paesaggi della villa; in quattro sezioni
si segue l’evoluzione della storia della famiglia e della villa per due
secoli, la quinta espone numerose statue romane rinvenute a Gabii, sulla
Prenestina, feudo dei Borghese, durante scavi di fine ‘700,
originariamente sparse per la villa ed ora finite anch’esse al Louvre.
La seconda mostra presenta 280 fotografie scattate nel corso di un
secolo da cittadini e turisti. Si vedono i tipici gruppi familiari di
una volta, fidanzati che si tengono per mano, tanti bambini, persone
riprese sullo sfondo di monumenti; il grosso è del periodo 1930/1960 e
chi ha una certa età le osserva con malinconico interesse velato da
rimpianto per il tempo che fu.
Roberto Filippi
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