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CANOVA NOTO E SCONOSCIUTO Secondo molti storici e critici darte Antonio Canova fu sicuramente lultimo dei grandi artisti italiani di larga fama internazionale; dopo la grande fioritura dei vari geni del Rinascimento e del Barocco che fecero dellItalia la guida artistica dellEuropa attraverso i grandi centri culturali di Roma, Firenze, Venezia, con il settecento Parigi cominciò a dettar legge in tutto loccidente raggiungendo il culmine dellinfluenza nellottocento e nel primo novecento, poi subentrarono Londra e New York fino ad arrivare ai nostri giorni quando è forse difficile parlare di arte in senso stretto e di centri di influenza. Il Canova, nel campo della scultura, fu una delle maggiori personalità artistiche a cavallo tra la fine del Rococò, laffermarsi del Neoclassico e il primo apparire del Romanticismo; fu idolatrato in tutta Europa per le sue capacità e fu paragonato ai grandi scultori greci dellantichità Fidia e Prassitele, fu maestro di innumerevoli allievi e la sua influenza perdurò per buona parte del XIX secolo. Antonio Canova nacque a Possagno, vicino Treviso, nel 1757, suddito della Repubblica Veneta, e si formò nelle botteghe dei tagliapietre con il nonno come prima guida. A solo undici anni andò a Venezia dove studiò allAccademia del Nudo e si inserì nel colto mondo veneziano di fine settecento nel quale linflusso della cultura classica era vivissimo. Nel 1779 scolpì Dedalo e Icaro, la sua prima opera di grande dimensione ed impegno, con classico equilibrio di composizione. Nel 1781 si stabilì a Roma dove linfluenza del Winkelmann e dellHamilton avevano formato un solido gusto artistico legato allantichità classica; ebbe quasi subito la prestigiosa committenza del monumento funebre di Papa Clemente XIV nella Chiesa dei SS. Apostoli, pochi anni dopo, nella Basilica Vaticana, eresse il sepolcro di Clemente XIII; per lincarico di queste opere molto gli giovò lamicizia di Giovanni Volpato, famoso incisore e disegnatore molto ben introdotto negli ambienti di Curia. Poi vennero i tanti gruppi scultorei di grande successo e nel 1802 fu a Parigi per scolpire un busto di Napoleone che lo considerò il suo scultore prediletto. Fu autore della grande statua dellImperatore ora nel cortile dellAccademia di Brera a Milano e della celeberrima Paolina alla Galleria Borghese. Senza prendere posizione politica lavorò per i più svariati committenti godendo sempre di stima universale e nel 1815 Papa Pio VII lo inviò a Parigi per la titanica opera di ottenere la restituzione delle opere darte sottratte da Napoleone; compito che svolse in maniera egregia ed efficiente. Divenne poi, sempre a Roma, il nume tutelare di giovani artisti che assistette economicamente e con il consiglio, fu Principe Perpetuo dellAccademia di San Luca. Nel suo paese natale, Possagno, si fece costruire una sorta di riproduzione di tempio classico dove fu sepolto dopo la morte avvenuta a Venezia nel 1822. Ebbe una sterminata produzione di statue, busti, bassorilievi, ma sono anche da tener presenti i moltissimi disegni, dipinti e i tanti bozzetti modellati in creta col pollice o con la stecca e che fissano in pochi tratti la sua grande potenza creativa. La sua arte presenta, per tutto il cinquantennio della sua attività, caratteri di grande nitore, di potenza, di levigatezza, di energia, con continui riferimenti alla statuaria classica. Le sue opere sono disseminate in chiese e residenze nobiliari , una notevole quantità è presso la Gipsoteca di Possagno, molte altre presso numerosi musei italiani ed esteri, il maggior numero, quindici, è presso lErmitage di San Pietroburgo frutto di acquisizioni di Alessandro I, dopo la fine delle guerre napoleoniche, e pervenuti allo zar dalle collezioni di Giuseppina di Beauhrnais e di suo figlio Eugenio. Nonostante avesse passato a Roma la parte più lunga e significativa della sua vita, Canova rimase sempre legato alla sua terra e incaricò il fratellastro, ed erede, di trasferire a Possagno tutte le statue, i gessi, i bozzetti, che si trovavano nel suo studio di Roma, vicino a Ripetta, a Bassano del Grappa, dove già dal primo ottocento esisteva un efficiente museo civico, furono invece assegnati i disegni, circa duemila, le incisioni, oltre seimila documenti, lepistolario, gli autografi, la biblioteca. E se Canova nel suo cuore si sentì sempre veneto, anche i suoi conterranei non lhanno mai dimenticato ed ora, con il patronato di Regione e Ministero, delle Province di Vicenza e Treviso, con lappoggio di numerosi sponsor locali, i Comuni di Bassano del Grappa e Possagno hanno organizzato una grandiosa mostra con oltre quattrocento pezzi esposti, divisa tra le due città e per la quale si conta su un grande afflusso di visitatori che potranno anche dedicarsi alle interessanti cittadine vicine: Asolo, Castefranco, Cittadella, Marostica, piccoli scrigni darte e bellezza. Alla mostra hanno dato un rilevante contributo numerosi musei italiani ed esteri, primo fra tutti lErmitage, e si suddivide in cinque sezioni, quattro a Bassano ed una a Possagno. La prima sezione espone ritratti del maestro e di suoi contemporanei legati al neoclassicismo, notevoli i quadri di Batoni e David, la seconda comprende disegni, un centinaio dei quali saranno proposti a rotazione, e i monocromi, possenti abbozzi fatti con biacca su tela di sacco, la terza mostra tredici statue ed una ventina di reperti marmorei, tra i più celebri della sua produzione, la quarta fa conoscere la diffusione della sua arte attraverso stampe e disegni che mostrano la sua conoscenza in tutta Europa; a Possagno invece sono visibili bozzetti, calchi, gessi, che riempiono la Gipsoteca da lui fondata. Novità scientifiche: lapparizione dopo due secoli della statua della Pace, scolpita dopo il 1810 per una nobile famiglia russa e finita, dimentica, da oltre mezzo secolo a Kiev, in Ucraina, e della Venere di Leeds, confinata anchessa da moltissimo tempo in una città di provincia inglese. Inoltre è visibile per la prima volta un bozzetto in terracotta delle Tre Grazie acquistato, con notevole esborso, dal Comune di Bassano. E un lungo percorso nella vita di un artista che fu, a un tempo, Veneto e Romano, Italiano ed Europeo, e che veramente rappresenta la sintesi della cultura artistica del suo tempo. Roberto Filippi |