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oltre l'arte
2003

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




IL MEDIOEVO EUROPEO DI JACQUES LE GOFF

Parma
Galleria Nazionale "Voltoni del Guazzatoio"

Dal 27 settembre 2003 al 6 gennaio 2004

Orario:


Ingresso:


Informazioni:
Tel. 0521/313081 – 313337




IL MEDIOEVO A PARMA

Un luogo comune antico e tenace parla del Medioevo come di un’epoca di oscurantismo, di arretratezza economica e culturale, di superstizione, di religiosità violenta ed intollerante, un periodo negativo che si inserisce tra lo splendore della civiltà classica ed il rifiorire del mondo del Rinascimento. Proprio agli umanisti risale l’idea della negatività del Medioevo concepito come il buio in contrasto con la luminosità dell’epoca greco-romana ma negli ultimi decenni studi e ricerche, anche archeologiche, hanno mostrato chiaramente che l’Età di Mezzo non ha avuto, o non completamente, tutti quegli aspetti negativi che le sono stati attribuiti. Per usare un termine moderno fu un’epoca di “globalizzazione”, tutta l’Europa occidentale, ad eccezione della Penisola Iberica allora occupata dagli Arabi, costituiva una sorta di “respublica christiana” anche se divisa amministrativamente in differenti circoscrizioni territoriali. Il tardo impero romano e, dopo il 476 d.C., quello bizantino mantenevano l’antico ordinamento al quale si adeguavano i vari regni romano-barbarici; con Carlo Magno un unico stato abbracciava le attuali Francia, Belgio, Italia, parte della Germania. Dovunque vigevano usanze comune, la lingua dei dotti, dei chierici, del potere era il latino, la legislazione era simile e soprattutto unica era la religione gestita dalla Chiesa di Roma la cui influenza si estendeva ai più remoti angoli d’Europa, dalla Bulgaria all’Islanda. Solo con lo scisma della Chiesa Ortodossa di Costantinopoli si creò nell’Europa orientale un blocco di nazioni che ebbero altra storia, altra cultura, altro sviluppo civile ed economico. Questa globalizzazione portò con se anche uno sviluppo artistico e culturale comune, le abbazie romaniche e gotiche si costruivano allo stesso modo in Francia ed in Inghilterra, gli “scriptoria” dei monasteri copiavano e miniavano codici in Germania ed in Italia le fiere commerciali vedevano riuniti mercanti d’ogni paese, le merci correvano liberamente per terra e per mare, i vescovi di tutte le diocesi d’Europa riverivano ed inviavano decime al Pontefice di Roma. Certamente vi erano aspetti negativi per il nostro attuale modo di vedere: il feudalesimo che si sovrapponeva all’autorità dello stato, la servitù della gleba che rendeva i contadini simili a schiavi, la continua lotta con gli Arabi in Spagna ed in Terrasanta, le incursioni dei pirati saraceni che devastavano le coste del Mediterraneo, una religione totalitaria ed opprimente, eresie combattive e duramente represse. Uno dei più decisi assertori della rivalutazione del Medioevo è Jacques Le Goff, uno dei più grandi studiosi del periodo, nato a Tolone nel 1924 e professore universitario a Parigi. Il Le Goff si è molto adoperato per organizzare a Parma, presso l’Estense Palazzo della Pilotta, una mostra dal titolo “Il Medioevo Europeo” nella quale, attraverso cinquanta reperti, scelti nei più famosi musei europei e accorpati in varie sezioni, cerca di ricostruire quasi un millennio di storia. Sono oggetti di vita giornaliera ed opere d’arte, manoscritti, miniature, arazzi, sigilli, dipinti, sculture, gioielli, reliquiari, e si dipanano lungo un percorso che esamina i rapporti con Ebrei e Mussulmani, con i paesi nordici, l’economia, la marineria, i libri, la religione, la cultura, la musica. Attraverso la mostra Le Goff chiarisce le idee sul “suo” Medioevo, inteso non nel senso abituale di storia di grandi uomini, di grandi eventi, di grandi battaglie, ma come storia di uomini comuni con la loro vita modesta e spesso difficile che si svolge, per oltre un millennio, secondo linee di sviluppo lente ma continue scandite dall’uso del latino, dalle abitudini pacate di una società agricola, dal solenne canto gregoriano nelle abbazie, dalle prime uscite in mare aperto di navigatori e mercanti. Il Le Goff confuta l’idea del “buio medioevo” parlando delle grandi realizzazioni artistiche in pittura, scultura e soprattutto architettura, quella dell’arretratezza economica citando le repubbliche marinare e le grandi fiere, quella di superstizione e violenza confrontando con quanto è avvenuto successivamente e avviene tuttora. Oggetti di tempi diversi, di culture differenti, uniti sotto il segno di una colomba bronzea proveniente dal Museo Diocesano di Fidenza, aiutano il visitatore a ben intendere le teorie del Le Goff e a valutare il Medioevo ben lontano da teorie stereotipate. La mostra sarà integrata da visite a itinerari medioevali a Parma e provincia, a itinerari lungo la via Francigena, che correva nel territorio, e da una mostra a Fidenza su “Donnino Santo e Guerriero”, santo protettore della cittadina.

Roberto Filippi