SISTINA E MICHELANGELO.
Storia e fortuna di un capolavoro
Rimini
Castel Sismondo
Dal 24 agosto al 16 novembre 2003
Orario:
tutti i giorni, escluso i lunedì non festivi
dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Ingresso:
intero euro 6.50;
ridotto euro 4.50;
ridotto studenti 6-19 anni euro 3.50
Visite guidate su prenotazione:
gruppi max. 30 persone euro 60;
scuole max 30 persone euro 42
Informazioni:
Tel. 0541/783100
|
SISTINA MARKETING
Uno dei monumenti più famosi al mondo è la Cappella Sistina in Vaticano:
ogni giorno migliaia di visitatori la ammirano con il naso all’aria ma
ben pochi ne sanno la storia e ne conoscono le bellezze artistiche. Nel
1475 il papa Sisto IV° della Rovere, grande costruttore e mecenate,
decise di edificare una grande cappella per uso privato del pontefice al
posto di vari edifici che nei secoli si erano addossati alla basilica di
San Pietro. Il progetto secondo la tradizione sarebbe di Baccio Pontelli
ma in pratica operò Giovannino de’ Dolci che sovrintese ai lavori che
terminarono con l’inaugurazione che avvenne il 15 agosto 1483.
L’edificio è costituito da una amplissima navata di circa 40 metri per
13 con volta a botte lunettata con dodici finestre e divisa in due parti
da una grande transenna marmorea adorna di rilievi di Mino da Fiesole e
della sua bottega. Particolarmente affascinante la decorazione pittorica
che si svolge lungo le pareti, affidata, negli ultimi anni del ‘400, ad
un folto gruppo di artisti toscani ed umbri; si svolge con due grandi
cicli con storie di Cristo e Mosé di mano del Botticelli, del Perugino,
del Signorelli, di Cosimo Rosselli. Quattro riquadri mancano sulle
pareti corte in quanto su un lato due furono distrutti per far posto al
Giudizio Universale di Michelangelo e due, ai lati della porta
d’accesso, furono coinvolti nel crollo del muro e sostituiti con
affreschi manieristi del tardo cinquecento. La volta era affrescata con
un cielo azzurro con stelle d’oro ma nel 1508 papa Giulio II° incaricò
Michelangelo di dipingere l’immensa superficie con una sorta di
struttura architettonica dipinta con nove episodi della Sacra Scrittura
idealmente divisa in tre gruppi: origine dell’Universo, dell’Uomo, del
Male, tutt’intorno Profeti, Sibille, Antenati di Cristo, Salvazioni
d’Israele. Alla parte bassa delle pareti erano appesi arazzi, tessuti
nelle Fiandre su cartoni di Raffaello ed ora esposti ai Musei Vaticani.
Il Sacco di Roma del 1527 arrecò danni alla Cappella e nel 1536 papa
Paolo III° quasi costrinse Michelangelo a rimettersi al lavoro
dipingendo il grande affresco del Giudizio Universale nella parete
dietro l’altare. I tempi erano cambiati, la Riforma Protestante stava
acquisendo consensi ed il sommo artista, deluso e malinconico, effigiò
un grande Cristo quasi sdegnato, con il braccio alzato variamente inteso
come benedicente o maledicente, circondato da Santi e Profeti mentre al
di sotto angeli e demoni si suddividono i risorti, nell’ultimo registro
Caronte e Minosse smistano le anime che scendono da una barca in uno
scenario squallido e tetro. Il grande affresco fu terminato nel 1541 e
da allora ha avuto una vita celebre ma travagliata; danni, restauri
impropri, interventi censori ne avevano appannato non la fama ma
l’aspetto e i grandi restauri molto controversi degli ultimi dieci anni
hanno restituito all’intera decorazione pittorica della Cappella una
veste brillante e di grande fascino. Ogni anno a Rimini, nella tarda
estate, si tiene il “Meeeting per l’Amicizia tra i popoli” e tra le
varie manifestazioni si tiene una mostra di grande spessore; quest’anno
ha per titolo “La Sistina e Michelangelo. Storia e fortuna di un
capolavoro”. La sede è Castel Sismondo fatto costruire a metà
quattrocento da Sigismondo Malatesta, Signore di Rimini. Ovviamente si
tratta di una mostra documentaria ma non per questo meno interessante e
che, attraverso le sue cinque sezioni, ripercorre la Storia della
Cappella. La prima sezione è particolarmente curiosa in quanto tratta
del “Mito e Fortuna della Sistina” e cioè l’influsso che la Cappella ha
avuto nei vari settori dell’attività umana quali dipinti, francobolli,
stampe, mosaici, medaglie; più convenzionali la seconda e la terza
sezione che trattano delle origini e della storia dell’edificio. La
quarta si immerge completamente nell’opera di Michelangelo ed in special
modo nel Giudizio Universale esaminandone gli aspetti iconografici ed i
significati religiosi. L’ultima tratta dei restauri dai più antichi ai
recentissimi, molto discussi. Il tutto inserito in uno spettacolare
allestimento di grande attrazione con proiezioni video ed un sottofondo
di musiche cinquecentesche. Dopo Rimini la mostra si trasferirà a Savona
dal 30 novembre 2003 al 12 aprile 2004.
Roberto
Filippi
|