DONNE
Dl ROMA
DALL'IMPERO
ROMANO AL 1860
Ritrattistica romana al femminile
Dal 30 marzo al15
giugno
(Roma) Ariccia
Palazzo Chigi
Orari:
dal martedì alla domenica
dalle 10.00 alle 19.00
Lunedì chiuso
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DONNE
RITRATTE
Nel sei/settecento era molto di moda, nelle quadrerie
delle famiglie nobili, esporre una serie di dipinti
contenenti le effigi di "uomini celebri", erano
ritratti, per lo più di fantasia, di personalità
contemporanee e del passato che si erano distinte nei
campi della politica, dell'arte, della letteratura, della
gloria militare, erano immagini auliche, composte,
talvolta solenni. Per le donne, nel tardo seicento, si
ebbe un qualcosa di analogo: la raccolta di quadri
"delle belle", in questo caso si trattava di
veri ritratti di nobildonne contemporanee note nella
società del tempo per la loro avvenenza. Da una parte la
celebrità eterna, dall'altra solo la bellezza fugace. In
effetti le donne fino alle soglie del XIX° secolo, ed
anche oltre, non avevano una vita autonoma, per loro
c'era il padre, il marito, il monastero, o qualche altro
ripiego poco dignitoso. Ma nel corso di vari secoli molte
donne mostrarono una personalità così forte, così
decisa, dei talenti così delineati da riuscire ad
imporsi anche in un mondo, almeno esteriormente,
maschilista. A tutte queste donne, che potremo definire
"arrivate" è dedicata una mostra che si tiene
nel Palazzo Chigi di Ariccia, organizzata, con l'usuale
perizia, dal Centro Europeo per il Turismo, con la
partecipazione del Comune di Ariccia e della
Sovrintendenza ai Beni Architettonici del Lazio con
l'intervento della Banca Credito Cooperativo Castelli
Romani. Il titolo "Donne di Roma. Dall'impero romano
al 1860" e il sottotitolo "Ritrattistica romana
al femminile" chiariscono l'impostazione della
mostra: sono esposti ritratti, busti, stampe, libri,
documenti vari che hanno per oggetto donne famose che per
qualche motivo, sia pure per breve tempo, hanno avuto
rapporti con Roma. Il periodo preso in esame è molto
ampio, con un inizio in epoca romana con busti femminili
provenienti da Villa Adriana, si salta per un millennio,
in cui sono estremamente rari reperti mobili da poter
esporre, e si giunge al Rinascimento, dove la donna
comincia ad avere una sua personalità, per arrivare
infine all'alba del mondo moderno. Si possono ammirare
donne che si sono distinte in campo artistico come la
poetessa Vittoria Colonna, amica e corrispondente di
Michelangelo, le celebri pittrici Artemisia Gentileschi
del primo seicento, Lavinia Fontana di poco posteriore,
la ritrattista a pastello Rosalba Carriera e Angelica
Kaufman alle soglie del neo-classico. Due donne
"terribili" si segnalarono in politica: Olimpia
Maidalchini, l'esecrata "Pimpaccia de Piazza
Navona" cognata di Papa Innocenzo X° influentissima
sul congiunto e grande maneggiona nella gestione
economica del potere e Cristina di Svezia, già regina di
quel paese, che abdicò e si convertì al cattolicesimo
trasferendosi a Roma accolta dai Papi con grandi onori;
per più di trenta anni dominò la vita dell'Urbe con la
sua inesausta e turbolenta attività. Il suo palazzo alla
Lungara, ora Palazzo Corsini, divenne il centro della
cultura cittadina, sede di un gruppo di letterati che poi
fondarono l'Arcadia, lì formò una importante biblioteca
e fu in corrispondenza con i più grandi scienziati,
filosofi e poeti dell'epoca; è sepolta in San Pietro.
Appaiono poi figure femminili, allora definite di
"piccola virtù" come la cortigiana Imperia
protetta di Agostino Chigi e la "Fornarina",
amante di Raffaello, e le ragazze Mancini, nipoti del
cardinal Mazzarino, una delle quali per un breve periodo
fu la favorita di Luigi XIV°. Di contro donne di grande
virtù come le molte sante romane dei primi secoli del
cristianesimo, vittime per la fede: Santa Prassede, Santa
Cecilia, Santa Martina, e le giovani della famiglia Chigi
monache non si sa se per vocazione o per imposizione
familiare; sono effigi di mano di celebri artisti, il
Maratta, il Camassei, il Sacchi, il Luti, il Puccini, il
Batoni, il Canova. Vi sono immagini anche di due
notissime sante medioevali che elessero Roma a teatro
delle loro azioni: Santa Caterina da Siena consigliera e
ispiratrice di papi e Santa Brigida di Svezia celebre
nella città per devozione e carità, fondatrice di un
Ordine Monastico che ancora oggi risiede presso la Chiesa
di piazza Farnese. Un piacevole viaggio in secoli di vita
romana dalla parte delle donne anche se materialmente
visto attraverso gli occhi degli uomini che sono per lo
più gli autori delle immagini esposte. Una mostra che,
attraverso i molti capolavori esposti fa capire che,
anche se non poste in primo piano, le donne riuscivano in
molti casi a ritagliarsi un loro spazio e ad affermarsi
nella società. Bellissimo il contenitore, il barocco
Palazzo Chigi, opera del Bernini, ancora perfettamente
arredato con tappezzerie e mobili d'epoca, da pochi anni
di proprietà del Comune che ha permesso che l'Accademia
degli Sfaccendati vi organizzasse dei concerti di musica
classica di alto livello per alcuni prossimi pomeriggi
domenicali ( tel. 06/9330053).
Roberto
Filippi
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