DOVE
IL SÌ SUONA
Gli Italiani e la loro lingua
Dal 14 marzo al 30
settembre 2003
Firenze
Galleria degli Uffizi e Reali Poste
Orario:
da martedì a domenica
dalle 8,15 alle 19,00
Informazioni:
Tel. 055/2654321
www.doveilsisuona.it
Società Dante Alighieri
Cassa di Risparmio di Firenze
Firenze Musei
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ALLE
ORIGINI DEL NOSTRO PARLARE
La lingua italiana sembra essere in pericolo. L'ideale di
tanti buonisti che auspicano un'Italia multietnica,
l'imperversare di parole inglesi o di neologismi di
origine tecnologica, l'impoverimento del linguaggio dei
giovani che si inviano messaggi sul cellulare, non danno
l'impressione di un grande futuro per una lingua che
vanta antiche e gloriose origini.
Le ripercorre la mostra "Dove il sì suona", di
dantesca memoria, che si tiene a Firenze presso la
Galleria degli Uffizi e le Reali Poste con il patrocinio
della Società Dante Alighieri, dell'Ente Cassa di
Risparmio di Firenze, della Sovrintendenza al Polo
Museale, dell'Accademia della Crusca.
E' una mostra quasi esclusivamente di documenti
rarissimi, delicatissimi, sparsi per il mondo, che per la
prima volta sono raccolti per narrare la storia della
lingua che si formò in Italia a cavallo dell'anno Mille.
Dopo tanti secoli di un latino più o meno variamente
modificato sia per la zona d'uso che per la differente
classe sociale che lo parlava, appare il primo documento
noto in volgare italico: è un atto notarile di
Capua" Sao ko kelle terre per kelli fini que ki
contene trenta anni le possette parte Sancti
Benedicti", seguono i primi trovatori che poetano in
dialetto "siciliano" all'epoca di Federico II°
e poi i rimatori del dolce stil nuovo che usavano il
dialetto fiorentino.
Lo stesso che usò la grande triade trecentesca, Dante,
Petrarca, Boccaccio, che fornì il modello della poesia e
della prosa dando i fondamenti della lingua letteraria
italiana. Nel primo Rinascimento ci fu una dura lotta con
il latino che era stato ripresentato dagli umanisti e ci
furono lunghe polemiche tra il Poliziano, il Sannazzaro,
il Castiglione, il Bembo, finché quest'ultimo con
l'opera "Prosa della volgar lingua" nel 1525
riuscì a far concordare tutti sull'uso del fiorentino
del trecento come lingua universale italiana. Altre
lingue straniere ebbero genesi diverse, i grandi stati
nazionali imposero a tutti il dialetto della capitale e
della corte, in Germania la Bibbia di Lutero fu il
modello per l'intero paese. Singolare è il caso
dell'ebraico che usato per secoli solo da qualche dotto
come lingua sacra, ignorato dalla maggioranza degli Ebrei
che usavano la lingua del luogo dove risiedevano e
nell'Europa Orientale l'yddish, fu riesumato a fine
ottocento e divenne a metà novecento lingua ufficiale
dello Stato d'Israele.
La mostra si articola in tre sezioni. "l'italiano
tra scritto e parlato"che mostra la differenza tra
lo scritto usato regolarmente da tutti gli italiani
alfabetizzati e il parlato, che anche grazie alla
televisione, sta solo recentemente, e non senza
contrasti, imponendosi in maniera uniforme in tutte le
regioni; "l'italiano e la norma" parla della
costruzione grammaticale e sintattica della lingua nei
secoli; "l'italiano e le altre lingue" illustra
gli scambi avvenuti ed in corso con altre lingue. Le tre
sezioni sono illustrate da documenti di ogni epoca come
il già citato Placito Capuano, l'iscrizione della
Basilica di San Clemente a Roma che dice "trahite
fili delle pute", l'autografo del Decamerone del
Boccaccio, lettere del Petrarca, una Sinfonia di Mozart
in italiano e tantissimi altri intervallati da dipinti
ispirati a capolavori della letteratura italiana.
Due dei promotori della mostra sono da sempre in prima
linea nella difesa della lingua: la Società Dante
Alighieri e l'Accademia della Crusca.
La prima nata nel 1889 è diffusa attraverso molti
comitati in Italia ed in circa sessanta nazioni estere,
promuove lo studio e la conoscenza della lingua e della
letteratura italiana sia tra i concittadini che tra gli
stranieri tra i quali l'italiano sta avendo una certa
diffusione, tra le quali le numerose pubblicazioni,
ultima delle quali "Vivere italiano. Il futuro della
lingua", e il sito web www.soc-dante-alighieri.it.
L'Accademia della Crusca fu fondata a Firenze nel 1582
con lo scopo di coltivare lo studio del fiorentino
trecentesco, nel 1612 pubblicò il primo Vocabolario
seguito poi da molte altre edizioni ed ancor oggi si
distingue nella difesa della purezza della lingua.
Battaglia difficile e dall'esito incerto. In ogni caso la
mostra è un'ottima occasione per rivisitare la storia
della nostra lingua attraverso reperti rari e preziosi.
Roberto
Filippi
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