PARMIGIANINO
e il Manierismo europeo
Dall'8 febbraio al
15 maggio 2003
Parma
Galleria Nazionale
piazza della Pilotta, 15
Orario:
tutti i giorni
(compresi lunedì e festivi)
dalle 9,30 alle 19,30
apertura serale
sabato 9.30 alle 22.00
Ingresso:
Intero Euro 10,00
(comprensivo di servizio guardaroba e audioguida)
Prenotazione:
Tel. 199.199.100
Informazioni:
Tel. 0521/218889
Tel. 0521/233309-233617
Catalogo:
Silvana Editoriale
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NEL
PARMENSE IL MANIERISMO
Parma è una bella città padana, attraversata
dall'omonimo torrente e dalla via Emilia, ricca di
monumenti di varie epoche e patria di numerosi cittadini
illustri; uno è particolarmente famoso e simbolo della
città, alla pari del prosciutto e del formaggio locali,
uno che pur avendo un suo nome e cognome è noto per il
soprannome legato alla sua origine: il Parmigianino.
Anagraficamente era Francesco Mazzola, nato nel 1503,
figlio e nipote di pittori che gestivano una affermata
bottega, e cominciò la sua formazione nella città
natale ispirandosi al conterraneo Correggio; fu a Roma
dal 1524 inserendosi nel mondo artistico e culturale che
gravitava intorno alla corte pontificia ma il Sacco di
Roma, nel 1527, interruppe la sua attività
costringendolo a fuggire a Bologna e poi a tornare a
Parma dove ricevette molte commissioni tra cui la
decorazione ad affresco dell'arcone e dell'abside della
importante Chiesa della Madonna della Steccata. Purtroppo
contrasti con i committenti, e forse problemi di origine
personale, limitarono la sua opera al solo arcone
dopodiché si allontanò da Parma rifugiandosi a
Casalmaggiore, nella Bassa Cremonese, dove, esaurito e
tormentato, morì nel 1540, a soli trentasette anni.
Parma, orgogliosa del suo figlio, ha predisposto per il
cinquecentenario della sua nascita parecchi eventi: una
mostra dall'8 febbraio presso il Palazzo della Pilotta,
un tempo reggia dei Farnese ed ora sede di vari musei, un
convegno dal 13 al 16 giugno, un percorso espositivo
attraverso dodici località della provincia per visitare
altrettanti castelli nobiliari tra i quali Bardi, dove è
ospitato il primo quadro noto del pittore, lo
"Sposalizio di Santa Caterina" e Fontanellato
dove nella Rocca dei Sanvitale affrescò la Sala di
"Diana e Atteone".
Pur nel breve spazio della vita dell'artista lo stile del
Parmigianino ebbe una complessa evoluzione; si formò
inizialmente con gli zii e poi sull'opera del Correggio
per passare poi a Roma dove venne a contatto con la
cerchia postraffaellesca, in particolare con Perin del
Vaga e Rosso Fiorentino che arricchirono e maturarono la
sua cultura manierista plasmata sull'esempio correggesco.
Le opere del breve periodo bolognese mostrano una ricerca
estetica che si risolve in uno spiccato cromatismo unito
ad una personale interpretazione della forma; negli
ultimi anni trascorsi a Parma si accentuano tali
caratteri, in particolare negli affreschi della Steccata,
dove sull'arcone che immette al presbiterio si
contrappongono, tre per parte, figure femminili che
rappresentano le Vergini Sagge e Stolte della parabola
del Vangelo. Tutto intorno monocromi, rosoni dorati,
fregi con vasi, con profondi significati allegorici di
non facile interpretazione. L'affresco è molto levigato
con audaci accostamenti cromatici che determinano una
luminosità fredda con figure perfette ed imponenti con
contorni precisi. Dato che attualmente l'affresco è in
restauro sarà possibile ammirarlo dai ponteggi con
visione ravvicinata.
Il Parmigianino fu anche raffinato ritrattista, è
celebre un suo giovanile autoritratto allo specchio, ed
anche noto come grande incisore e profondo studioso di
scienze alchemiche.
La mostra si articola attraverso sette sezioni che
esaminano successivamente il Manierismo tosco-romano,
quello veneto, il Manierismo francese e nordico, l'opera
di maestri contemporanei: Correggio, Dosso Dossi,
Girolamo Bedoli, Pontormo, Beccafumi; seguono i dipinti
del Parmigianino suddivisi nelle tre fasi: primo periodo
parmense, periodo romano-bolognese, secondo parmense.
Sono presenti opere celeberrime provenienti da musei di
tutto il mondo tra cui il bellissimo "Autoritratto
con berretto rosso" e l'ammiccante, enigmatica,
"Schiava Turca".
Un affascinante viaggio nell'arte di un uomo che visse
un' esperienza breve e travagliata ma che ha lasciato
un'impronta imperitura nella storia della civiltà.
La mostra si trasferirà a Vienna dal 4 giugno al 14
settembre 2003.
Roberto
Filippi
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