ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 6
settembre - dicembre 2002

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




SIX WONDERFUL DAYS
Un invito al viaggio sulle grandi navi
Dal 13 dicembre 2002 l 16 febbraio 2003

Genova
Palazzo della Nuova Borsa
via XX Settembre 44

Museo dell'Accademia Linguistica di Belle Arti
Largo Pertini 4

Orario:
dal martedì alla domenica
dalle 10 alle 19
lunedì chiuso

Ingresso:
gratuito

www.regione.liguria.it




Informazioni:



PER MARE, NELL'EPOCA D'ORO

Da oltre dieci anni a questa parte l'industria delle mostre va alla grande innescando un circuito commerciale di rilevante valore economico.
Mostre d'ogni genere si tengono continuamente nelle grandi città ed in piccoli centri con il corredo di convegni e visite guidate e la pubblicazione di lussuosi cataloghi, sempre più perfetti, con carta patinata, bellissime immagini, e contenuti sovente indigesti per i saggi scritti da dotti per i dotti e non per il comune uomo della strada; aver visto certe mostre molto reclamizzate è addirittura diventato una sorte di status symbol. Fra le tante in corso, soprattutto di pittura, ne segnaliamo una molto particolare sia per l'argomento che per i materiali esposti. A Genova, un tempo culla della marineria italiana, è presentata la mostra "Six wonderful days" frase sibillina che indica il tempo necessario, a fine anni Trenta del novecento, per la traversata in mare dall'Europa all'America.
Tutta la mostra, come dice il sottotitolo "un invito al viaggio sulle grandi navi italiane" è una nostalgica e commossa rievocazione del periodo d'oro della flotta mercantile italiana, tra il 1930 e il 1970, quando le nostre navi erano tra le più belle, le più eleganti, le più efficienti, a solcare gli oceani. Dopo le distruzioni della Prima Guerra Mondiale e la crisi del 1929 le principali compagnie armatrici, poi riunite nella Finanziaria Marittima, più nota come Finmare, e articolata su quattro società: Italia, Lloyd Triestino, Adriatica e Tirrenia, vararono navi stupende: Duilio e Giulio Cesare, Roma e Augustus, Conte Verde e Conte Rosso, Conte Grande e Conte Biancamano, Saturnia, Vulcania, Victoria ed infine il Rex, il re dei transatlantici italiani, detentore del Nastro Azzurro, il premio per la più veloce traversata atlantica.
Erano navi di gran lusso, arredate con gusto squisito dai migliori architetti, grafici, pittori e scultori dell'epoca, con personale altamente qualificato per garantire il meglio di tutto ai passeggeri, in particolare di 1° classe, nei pochi giorni da passare a bordo; i viaggiatori di 3° classe, molto spesso emigranti, non stavano altrettanto confortevolmente, ma tanto il viaggio durava poco. Era consuetudine dei ricchi degli anni Trenta viaggiare abitualmente sui transatlantici unendo rapidità dello spostamento con confort e divertimento.
La Seconda Guerra Mondiale distrusse la flotta mercantile italiana ma nel dopoguerra fu impostato un nuovo programma di costruzioni; scesero in mare la Cristoforo Colombo, l'Andrea Doria, affondata nel 1956 per una collisione al largo di New York, la Leonardo da Vinci ed infine nel 1963 la Michelangelo e la Raffaello, ma i tempi erano cambiati e pochi anni dopo tutte le belle navi erano in disarmo e avviate alla demolizione uccise dall'affermarsi dell'aeroplano come mezzo di trasporto. La nave passeggeri è divenuta inutile perché troppo lenta e costosa e sono rimaste in funzione solo petroliere e porta container unitamente alle navi da crociera che però si muovono in ambito limitato e con funzioni solo di divertimento.
La mostra ripercorre gli anni ruggenti della marineria attraverso una serie di reperti di vario genere: una grande collezione di manifesti pubblicitari, opera di grafici di gran nome all'epoca, che magnificano i viaggi in mare, molte foto di lussuosi ambienti interni, frutto dell'ingegno di architetti specializzati, numerosi oggetti d'uso quotidiano sopravvissuti alle demolizioni, dotazioni di bordo, souvenir e gadget dei negozi di bordo ed infine diverse opere d'arte concepite per gli ambienti della 1° classe, pannelli in ceramica di Lucio Fontana, rami smaltati di Giò Ponti, arazzi, dipinti, statue. Una mostra veramente fuori del comune e di estremo interesse accompagnata da un catalogo elegante, comprensibile e corredato da un "mare" di bellissime immagini.

Roberto Filippi