LO
SPORT E L'ORIENTE
Dall'11
dicembre 2002 al 30 marzo 2003
Roma
Museo Nazionale d'Arte Orientale
via Merulana 248
Orario:
lunedì, mercoledì, venerdì, sabato
dalle 8,30 alle 14,00
martedì, giovedì, domenica
dalle 8,30 alle 19,30
Ingresso:
Intero Euro 4
Ridotto Euro 2
Informazioni:
Tel. 06/4874415
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L'ARTE
DELLO SPORT
Come definizione per sport si intende un insieme di
esercizi fisici, nel rispetto di determinate regole
prestabilite, che sono praticati in forma individuale o
collettiva tendendo per lo più a fini agonistici. Da
attività meramente fisiche si è passati a sport
differenti come l'automobilismo, il tiro a segno, il
canottaggio con l'interessamento di milioni di persone
che si dichiarano sportivi mentre invece tutto quello che
fanno è guardare o incitare quelli che effettivamente
agiscono. Lo sport quale oggi è concepito risale al
'700; prima c'era stato il grande periodo dello sport
ellenico legato alle Olimpiadi che, sebbene strettamente
connesso alla ritualità religiosa, introdusse la
concezione dell'esercizio fisico come culto del corpo,
dimostrazione di coraggio e lealtà, ricerca del bello,
manifestazione di puro agonismo, premiazione soltanto
simbolica e onorifica. In epoca romana si ebbe un
notevole cambiamento: atleti professionisti, elevate
remunerazioni, attività violente e fortemente
competitive. In tutto il medioevo lo sport fu praticato
solo dai nobili in quanto propedeutico all'addestramento
militare, nel '500 si incominciò di nuovo ad esercitare
lotta, scherma, pugilato ed infine nel '700, ad opera di
esponenti della nobiltà inglese, si tornò a praticare
numerose attività sportive come mezzo per temprare
fisico e morale. Il termine stesso viene dall'antico
francese "desport" che significava svago,
diporto, ed è questo il senso che acquista affermandosi
come mezzo di elevazione non solo fisica ma soprattutto
morale perché attraverso lo sforzo si tende al leale
superamento dell'avversario sviluppando doti quali
coraggio, prontezza, volontà, perseveranza. Tali
concezioni si diffusero per tutto l'800 giungendo alla
rifondazione delle Olimpiadi nel 1896 basate sulla
formula che era importante non vincere ma partecipare.
Nel corso del '900 l'inserimento del business nello sport
ha profondamente mutato l'idilliaca definizione
originaria riportandoci in molti casi a quello che
avveniva in epoca romana: atletismo mercenario,
remunerazioni stratosferiche, agonismo feroce e sleale,
tifo fanatico e violento, uso di sostanze atte a
migliorare le prestazioni, predilezione massiccia di
taluni sport a scapito di altri considerati non
economicamente fruttuosi. Per ricordare l'importanza
delle attività sportive nella vita dell'umanità il
Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha promosso
una serie di manifestazioni dal titolo: "Lo Sport
nell'Italia Antica" ed in questo ambito il Museo
Nazionale d'Arte Orientale ha organizzato una mostra su
"Lo Sport e l'Oriente", di modesta entità
fisica dato che espone sessanta pezzi provenienti dalle
proprie collezioni ma di grande spessore culturale in
quanto integrata da una notevole serie di pannelli
didattici che abbracciano lo sviluppo dello sport in
un'area vastissima che va dal Medio Oriente al Thailandia
per oltre tremila anni, dall'antica Mesopotamia all'800.
In origine l'unica attività praticata era la caccia
riservata ai re come segno della loro forza e della loro
maestà, si affermarono poi lotta e pugilato con una
origine religiosa e rituale legata agli antichi contrasti
tra divinità e mostri. Sono esposte lastre in scisto
dell'arte greco - indiana del Gandhara con
rappresentazioni di Siddharta, poi divenuto il Buddha,
che si impegna in prove sportive agonistiche. Dopo
l'avvento dell'Islam, essendo peraltro ormai estinti i
leoni in area medio orientale, si affermò la caccia con
il falcone poi diffusa anche in Occidente e si diffuse
anche il gioco del polo con la sua variante afgana e
centro asiatica, il Buskazi, che prevede l'uso non della
palla ma della carcassa di una capra decapitata. Sono
esposte alcune tempere su carta birmane con giochi
ippici, molte xilografie giapponesi con lottatori di sumo
e due volumi a stampa cinesi con notizie sulle arti
marziali. Ci appare un mondo in cui le attività sportive
sono permeate di un incisivo spirito religioso, anche nel
significato dei vari gesti e nel loro succedersi, in un
modo incomprensibile per la nostra mentalità che le
considera solo un divertimento fine a se stesso o al
massimo con riflessi nel mondo delle scommesse. Anche se
così lontane dalla nostra sensibilità è sempre
comunque interessante conoscere differenti concezioni e a
tale proposito si segnala che presso il Museo è in corso
anche una mostra di stampe giapponesi ottocentesche sul
teatro Kabucki di Osaka.
Roberto
Filippi
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