ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 6
settembre - dicembre 2002

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




NAPOLEONE E LA REPUBBLICA ITALIANA
Dal 10 novembre 2002 al 28 febbraio 2003

Milano
Rotonda di Via Besana
Via Besana, 12

Orario:
dal martedì alla domenica
dalle 9,30 alle 18,00
chiuso lunedì

Ingresso:
intero Euro 6,50
ridotto Euro 4,50
scuole e gruppi Euro 3

Informazioni:
infoline e prenotazioni individuali Tel. 02/5455047
prenotazioni scuole
Tel. 02/860649




NAPOLEONE E L'ITALIA

"Dall'Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno" così parla il Manzoni dell'epopea di Napoleone indicando i vari luoghi dove si sviluppò l'attività del grande Corso ed un posto di rilievo viene riservato all'Italia. In effetti il nostro paese fu molto coinvolto dagli eventi che si scatenarono in Europa tra il 1796 ed il 1815 uscendone profondamente modificato. La quieta Italia arcadica e sonnolenta del secondo '700 era suddivisa in vari statarelli in gran parte indipendenti ma incapaci di valere nel contesto europeo ed economicamente depressi, Regno di Napoli, Repubblica di Venezia, Granducato di Toscana, Regno di Sardegna, Stato Pontificio, vivacchiavano stentatamente con pochissima industria, poco commercio, un po' di turismo, moltissima agricoltura, in tanti casi di pura sopravvivenza. Su questo mondo si abbatté il ciclone napoleonico; tra il 1796 e il 1797 l'esercito francese calò in Italia, sconfisse le piccole armate italiane e il più agguerrito esercito austriaco occupando praticamente l'intera penisola. Dopo un breve intermezzo dovuto alla Campagna d'Egitto Napoleone nel 1800, a Marengo, batté gli Austriaci e si impadronì in maniera diretta o indiretta di tutta l'Italia tranne Sicilia e Sardegna. Da Primo Console, e dal 1804 da Imperatore, dette un nuovo ordinamento alle terre conquistate, o come si diceva liberate, Piemonte e Roma annesse alla Francia, Italia settentrionale e centrale formanti la Repubblica Italiana e poi il Regno d'Italia, il sud costituito in regno prima sotto Giuseppe Bonaparte poi sotto Murat, la Toscana con i governo di Elisa Bonaparte in Baiocchi. Tutto durò fino al 1815 poi disparve con la Restaurazione e i vecchi stati, tranne Venezia, e i vecchi sovrani tornarono cercando di riportare indietro l'orologio della storia ripristinando le antiche istituzioni e persino l'uso del codino. Ma la breve epopea aveva lasciato i suoi segni. In effetti il periodo napoleonico ebbe in Italia risultati contrastanti: da un lato Napoleone utilizzò i suoi stati satelliti come pedine del suo disegno di grandezza francese, spedì decine migliaia di coscritti a combattere e morire in tutti i fronti d'Europa, gravò le popolazioni di un fiscalismo corretto ma esoso, depredò chiese, musei, palazzi, di migliaia di opere d'arte che a convogli interi varcavano le Alpi dirette al Louvre. Il lato positivo fu l'aver dato, forse inconsapevolmente, l'avvio alla costituzione di una nazione italica, aver creato uno stato centralizzato, ora in pericolo, una amministrazione giudiziaria, un sistema fiscale, un esercito nazionale, un'istruzione elementare obbligatoria, una scuola superiore, un concordato con la Chiesa, ed inoltre una suddivisione amministrativa in dipartimenti diretti da prefetti con una gendarmeria militarmente organizzata. Solo una piccola parte dei sette milioni di quella che era la Repubblica Italiana, poi Regno, apprezzarono le novità, nobili e borghesi illuminati e liberali costituirono i quadri dell'amministrazione e dell'esercito mentre le plebi, soprattutto agricole, osteggiarono le riforme specie quelle fiscali, religiose e la coscrizione obbligatoria, allora di quattro anni per tutti i maschi abili tra i venti e i venticinque anni. Però il seme era gettato e maturò lentamente l'idea di uno stato unitario che si sviluppò per tutta la prima metà dell'800 dando vita al Risorgimento, anch'esso fenomeno di elite lontano da interessi e desideri di buona parte delle popolazioni. Nell'ambito della Repubblica Italiana del 1802 Milano ebbe un posto importantissimo come capitale e centro propulsore e, per ricordare quell'esperienza il Comune ha organizzato una mostra dal titolo "Napoleone e la Repubblica Italiana" . Nella Rotonda di via Besana, recentemente restaurata, sono esposte testimonianze di valore artistico e storico che rievocano le grandi trasformazioni politiche, sociali e culturali di quella breve stagione; dipinti, sculture, disegni, stampe, documenti, modellini, oggetti d'arte, tra cui spiccano opere di Jacques Louis David, Antonio Canova, Andrea Appiani, Giuseppe Bossi, provenienti da raccolte italiane ed estere. Tra i numerosi materiali in mostra il "Napoleone che valica il Gran San Bernardo" di David, un busto dello stesso del Canova, da poco ritrovato nei depositi di Palazzo Reale a Milano, ritratti opera di Andrea Appiani ed infine un grande quadro, recentemente riscoperto, con un soggetto di carattere storico, come allora usava, rappresentante "Edipo a Colono" di mano del Bossi, Giuseppe e non Umberto. L' artista fu in un certo senso precursore dell'unità nazionale in quanto fornì la prima rappresentazione dell'Italia, in un suo dipinto del 1802 dal titolo " la riconoscenza della Repubblica Italiana a Napoleone", con un'iconografia da allora sempre ripetuta. A fine mostra il visitatore potrà meditare e forse chiedersi come il Manzoni " fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza".

Roberto Filippi