LA
CONQUISTA DEI MARI
Dal 5
ottobre all'8 dicembre
Roma
Complesso Monumentale di
Santo Spirito
presso la "Sala Baglivi"
Borgo S. Spirito, 1
Orario:
da domenica a giovedì
dalle ore 9 alle 20
venerdì e sabato
dalle 9 alle 23
Ingresso:
Costo del biglietto:
intero 8 Euro
ridotto 5 euro
Informazioni:
Tel. 06/68192250 - 68199283
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SCOPERTE
E CONQUISTE, ANZI, SACCHEGGI
"Vela a tribordo", questo grido della vedetta
gettava lo sgomento tra equipaggio e passeggeri delle
navi mercantili. Pacifici viaggiatori o feroci pirati?
Per secoli questo timore attanagliava i naviganti insieme
a quelli delle tempeste e della fine delle provviste. E'
un mondo ben noto a chi ha superato gli "anta"
e ha appreso tante cose sui libri di Salgari: pennoni,
sartie, castelli di prua, sciabole d'abbordaggio,
colubrine, bucanieri, filibustieri, corsari di vario
colore, un tempo facevano parte del bagaglio culturale
dei giovani. Gli attuali ignorano quasi tutto compresa la
storia di oltre tre millenni di navigazione che invece
sono molto bene esposti nella mostra "La Conquista
dei Mari" che si tiene a Roma presso la Sala Baglivi
nell'antico e storico Ospedale di Santo Spirito. E' una
esposizione di tipo didattico con oggetti d'epoca e con
molti pannelli e numerosi modelli di navi che ripercorre
in maniera chiarissima e suggestiva la storia dell'uomo e
della marineria. Già nella seconda metà del secondo
millennio a.C. navigatori fenici, cretesi e micenei
veleggiavano nel Mediterraneo trasportando merci,
cultura, idee. Sorsero poi le potenze marinare di Atene,
Cartagine, ed infine Roma che estese il suo dominio
sull'intero Mare Nostrum ed istallò forti flotte nel Mar
Nero e nel Mare del Nord; di tutte queste marinerie sono
esposti perfetti modellini in scala di nave fenicia, di
"oneraria" e di bireme da guerra romana. Un
settore della mostra è riservato all'esposizione di
molte mappe e carte geografiche che coprono un periodo di
almeno sette secoli e mostrano il progredire delle
conoscenze scientifiche man mano che i navigatori
raggiungevano nuove terre e nuovi mari. Il Medio Evo
rivive attraverso bizantini, saraceni, vichinghi, con le
loro avventure, le loro contese, la loro storia; iniziò
poi il periodo delle grandi scoperte soprattutto con i
navigatori Portoghesi che scoprirono le Canarie, le
Azzorre, la Guinea, giungendo infine alle Indie Orientali
con Bartolomeo Diaz, Vasco de Gama, Magellano. La rotta
per le Americhe fu scoperta da Colombo e lo seguirono
Vespucci, Caboto, Verazzano, Cabral e poi i
conquistadores Cortes e Pizzarro che con pochi uomini con
cavalli e armi da fuoco conquistarono Centro e Sud
America. La pirateria era sempre esistita sia nel
Mediterraneo che nei mari d'Oriente ma con i convogli
spagnoli carichi di metalli preziosi delle Indie
Occidentali si sviluppò una consorteria di filibustieri
annidati in Giamaica o alla Tortuga; per lo più inglesi,
olandesi, francesi, attaccavano navi e città costiere
spagnole uccidendo, depredando, incendiando. Erano pirati
e corsari dai nomi famosi: Henry Morgan, l'Olonese,
Drake, Capitan Kidd, Barbanera. A loro facevano da
contraltare nel Mediterraneo i pirati barbareschi
Dragaut, Ochiali, Kair ed Din, in continua attività
sulle coste meridionali di Italia e Spagna ed in lotta
accanita con le flotte iberiche, guidate da Andrea Doria,
e con quella dei Cavalieri di Malta. Di questo periodo
sono presenti molti modelli di navi che riproducono
vascelli celebri all'epoca come lo svedese Wasa, lo
spagnolo San Felipe, il francese Soleil Royal, l'inglese
Sovereign of the Seas. L'ultima sezione da un tocco di
fascino alla mostra per il suo carattere intrigante;
riguarda i tesori dei pirati che hanno fatto sognare
tante gente. Sono indicate le rotte dei carichi preziosi
e la sorte di oltre mille relitti carichi d'oro
inabissati nelle acque dei Caraibi, sono esposti alcuni
lingotti d'oro, gioielli e monete provenienti da recuperi
fortunati ma tanti altri tesori ancora attendono di
essere scoperti nei relitti dei galeoni o sepolti in
isole remote. Una mostra insolita ma divertente ed
istruttiva.
Roberto
Filippi
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