ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 6
settembre - dicembre 2002

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




LA CONQUISTA DEI MARI
Dal 5 ottobre all'8 dicembre

Roma
Complesso Monumentale di
Santo Spirito
presso la "Sala Baglivi"
Borgo S. Spirito, 1

Orario:
da domenica a giovedì
dalle ore 9 alle 20
venerdì e sabato
dalle 9 alle 23

Ingresso:
Costo del biglietto:
intero 8 Euro
ridotto 5 euro

Informazioni:
Tel. 06/68192250 - 68199283




SCOPERTE E CONQUISTE, ANZI, SACCHEGGI

"Vela a tribordo", questo grido della vedetta gettava lo sgomento tra equipaggio e passeggeri delle navi mercantili. Pacifici viaggiatori o feroci pirati? Per secoli questo timore attanagliava i naviganti insieme a quelli delle tempeste e della fine delle provviste. E' un mondo ben noto a chi ha superato gli "anta" e ha appreso tante cose sui libri di Salgari: pennoni, sartie, castelli di prua, sciabole d'abbordaggio, colubrine, bucanieri, filibustieri, corsari di vario colore, un tempo facevano parte del bagaglio culturale dei giovani. Gli attuali ignorano quasi tutto compresa la storia di oltre tre millenni di navigazione che invece sono molto bene esposti nella mostra "La Conquista dei Mari" che si tiene a Roma presso la Sala Baglivi nell'antico e storico Ospedale di Santo Spirito. E' una esposizione di tipo didattico con oggetti d'epoca e con molti pannelli e numerosi modelli di navi che ripercorre in maniera chiarissima e suggestiva la storia dell'uomo e della marineria. Già nella seconda metà del secondo millennio a.C. navigatori fenici, cretesi e micenei veleggiavano nel Mediterraneo trasportando merci, cultura, idee. Sorsero poi le potenze marinare di Atene, Cartagine, ed infine Roma che estese il suo dominio sull'intero Mare Nostrum ed istallò forti flotte nel Mar Nero e nel Mare del Nord; di tutte queste marinerie sono esposti perfetti modellini in scala di nave fenicia, di "oneraria" e di bireme da guerra romana. Un settore della mostra è riservato all'esposizione di molte mappe e carte geografiche che coprono un periodo di almeno sette secoli e mostrano il progredire delle conoscenze scientifiche man mano che i navigatori raggiungevano nuove terre e nuovi mari. Il Medio Evo rivive attraverso bizantini, saraceni, vichinghi, con le loro avventure, le loro contese, la loro storia; iniziò poi il periodo delle grandi scoperte soprattutto con i navigatori Portoghesi che scoprirono le Canarie, le Azzorre, la Guinea, giungendo infine alle Indie Orientali con Bartolomeo Diaz, Vasco de Gama, Magellano. La rotta per le Americhe fu scoperta da Colombo e lo seguirono Vespucci, Caboto, Verazzano, Cabral e poi i conquistadores Cortes e Pizzarro che con pochi uomini con cavalli e armi da fuoco conquistarono Centro e Sud America. La pirateria era sempre esistita sia nel Mediterraneo che nei mari d'Oriente ma con i convogli spagnoli carichi di metalli preziosi delle Indie Occidentali si sviluppò una consorteria di filibustieri annidati in Giamaica o alla Tortuga; per lo più inglesi, olandesi, francesi, attaccavano navi e città costiere spagnole uccidendo, depredando, incendiando. Erano pirati e corsari dai nomi famosi: Henry Morgan, l'Olonese, Drake, Capitan Kidd, Barbanera. A loro facevano da contraltare nel Mediterraneo i pirati barbareschi Dragaut, Ochiali, Kair ed Din, in continua attività sulle coste meridionali di Italia e Spagna ed in lotta accanita con le flotte iberiche, guidate da Andrea Doria, e con quella dei Cavalieri di Malta. Di questo periodo sono presenti molti modelli di navi che riproducono vascelli celebri all'epoca come lo svedese Wasa, lo spagnolo San Felipe, il francese Soleil Royal, l'inglese Sovereign of the Seas. L'ultima sezione da un tocco di fascino alla mostra per il suo carattere intrigante; riguarda i tesori dei pirati che hanno fatto sognare tante gente. Sono indicate le rotte dei carichi preziosi e la sorte di oltre mille relitti carichi d'oro inabissati nelle acque dei Caraibi, sono esposti alcuni lingotti d'oro, gioielli e monete provenienti da recuperi fortunati ma tanti altri tesori ancora attendono di essere scoperti nei relitti dei galeoni o sepolti in isole remote. Una mostra insolita ma divertente ed istruttiva.

Roberto Filippi