GLI DEI DI TERRACOTTA
La ricomposizione del frontone da Via di San Gregorio
Dal 8 novembre 2002 al 2 febbraio 2003
Roma
Musei Capitolini
Piazza del Campidoglio 1
00186 Roma
Orari:
da martedì a domenica
dalle 9 alle20
Lunedì chiuso
Ingresso:
intero euro 4,13
ridotto euro 2,58
Biglietto integrato Musei Capitolini e Centrale
Montemartini + mostra
intero euro 9,81
ridotto euro 7,75
Informazioni:
Tel. 06/39967800 - 06/6710.2475
www.comune.roma.it/sovraintendenza
www.museicapitolini.org
Catalogo:
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DAL
MAGAZZINO AL MUSEO
"Gli Dei di Terracotta" è una frase enigmatica
in cui cozzano due immagini antitetiche, da una parte la
maestà degli dei, dall'altra l'umiltà della terracotta.
Nell'immaginario collettivo gli dei del mondo classico
sono associati al marmo, in considerazione anche dalle
moltissime statue dei musei ma nella realtà l'uso dei
materiali lapidei divenne frequente solo nel I° secolo
a.C. raggiungendo il suo culmine durante l'epoca
alto-imperiale, in precedenza si utilizzavano tufo,
calcare e in molti casi la terracotta. Questa ebbe una
grandissima diffusione durante il periodo di influenza
etrusca su Roma e ne sono esempi i grandi gruppi
acroteriali dei templi di Veio e quello colossale sul
culmine del tempio di Giove Capitolino, attribuito
all'artista etrusco Vulca. Sono notissimi anche il gruppo
con Minerva dal tempio della Mater Matuta nell'area sacra
di Sant'Omobono e le molte statue fittili rinvenute a
Lavinio. Presso Palazzo Caffarelli, nei Musei Capitolini,
è stata ordinata una mostra che illustra gli Dei in
Terracotta, in particolare quelli che affollano un
frontone di tempio ritrovato nel 1878 in via San
Gregorio. In quell'anno furono rinvenuti numerosi
frammenti di terracotta che furono identificati come
resti della decorazione del timpano di un tempio di età
repubblicana. All'epoca fu in parte restaurato
recuperando alcuni personaggi che rappresentavano la
lotta di Eracle contro un mostro marino per il
salvataggio di Issione, figlia di Laomedonte, padre di
Priamo, re omerico di Troia. Ma rimanevano casse di
frammenti nei quali ha effettuato uno "scavo
archeologico"decennale la dott.ssa Laura Ferrea
della Direzione dei Musei giungendo a risultati
eccezionali. Grazie al contributo della Federazione
Italiana Tabaccai che ha sponsorizzato e finanziato il
restauro dell'intero frontone, questo è stato
ricostruito nella sua interezza di circa 15 metri di
lunghezza per 2,20 di altezza. L'opera ha comportato
pulitura e rimontaggio dei frammenti su una struttura
portante in legno, è riemersa la policromia del gruppo
con le figure maschili di colore rosso arancio, quelle
femminili in crema, il mostro in tinte violente come gli
elementi di fondale. Nel triangolo superiore del timpano
è stato risistemato un piccolo rilievo acroteriale con
una scena di sacrificio con Marte e due dee non
identificate; di questo rilievo si era persa ogni
traccia. E' un bellissimo esempio di decorazione in
terracotta dipinta risalente ad età tardo-repubblicana
quando questo tipo di lavorazione raggiunse il suo
culmine proprio nel momento in cui cominciava ad
affermarsi l'uso del marmo, che poi avrebbe prevalso. Il
frontone fu trovato in frammenti scavando in profondità
in via San Gregorio, si ignora a quale tempio abbia
appartenuto, forse di Marte, e quando e perché fu
distrutto, quasi sicuramente in epoca antica; la dott.ssa
Ferrea, analizzando la Forma Urbis, formula, sul
catalogo, ipotesi sul tempio e la sua ubicazione.
Sarà presente un laboratorio didattico per alunni delle
elementari che potranno così avvicinarsi alla conoscenza
della storia e della mitologia.
Roberto
Filippi
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