GASPAR VAN WITTEL
GASPARE VANVITELLI
e le origini del vedutismo
Dal 26 ottobre 2002 al 2 febbraio 2003
Roma
Chiostro del Bramante
Via della Pace
Orari:
tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00
venerdì dalle 10.00 alle 24.00
lunedì chiuso
Ingresso:
Tel. 06/68809035
Informazioni:
Tel. 06/68809098
www.chiostrodelbramante.it
Dal 28 febbraio al 18 maggio 2003
Venezia
Museo Correr
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IL VEDUTISMO DI VANVITELLI
Di nome e di nascita era olandese ma fu un vero “romano de Roma”,
innamorato della città dove trascorse gran parte della sua vita.
Parliamo di Gaspar Van Wittel, italianizzato in Vanvitelli e padre
dell’omonimo architetto che costruì la reggia di Caserta; di lui abbiamo
scarse notizie biografiche: nacque ad Amersfoort presso Utrecht tra il
1652 e il 1653, iniziò la sua attività in patria con il pittore Withoos
e nel 1674 venne a Roma dove collaborò con l’ingegnere idraulico,
anch’esso olandese, Meyer che stava studiando la possibilità di rendere
navigabile il Tevere e di ridurre gli effetti disastrosi delle sue
piene.
Rimase a Roma dove si formò una famiglia iniziando una fruttuosa
attività di pittore vedutista, genere molto richiesto dalla committenza
locale e dai viaggiatori del Grand Tour. Si spostò per lavoro a Firenze,
Bologna, Verona, Venezia e a fine secolo rimase per due anni a Napoli
chiamato dal Viceré, duca di Medinaceli; nel 1717/18 fu ad Urbino
lavorando per il Cardinale Albani. Ma il suo cuore era a Roma che
immortalò in moltissime vedute, parte delle quali fu acquistata dai
Colonna che raccolsero oltre un centinaio di dipinti prodotti tra il
1681 e il 1732 rappresentanti l’intero arco della produzione
dell’artista; molti dei quadri sono ancora di proprietà della nobile
famiglia altri sono andati dispersi o alienati.
Nel 1711 fu accolto nell’Accademia di San Luca ma cominciò ad avere
problemi di vista tanto che fu noto come “Gaspare dagli occhiali” dal
vistoso strumento ottico che era costretto ad usare, nel 1732 dovette
smettere di dipingere e nel 1736 morì nella sua casa di Campo de’ Fiori;
romano in vita ed in morte. Fu uno dei padri del vedutismo, genere
artistico che ebbe il suo culmine nel XVIII° secolo suddividendosi in
veduta “esatta”, calligrafica e documentaria, e di fantasia, meglio nota
come “capriccio” con edifici fantastici, paesaggi fiabeschi, rovine.
Il Van Wittel iniziò il suo percorso con vedute romane di chiara
ispirazione prospettica e con accentuata definizione dei luoghi, lontane
dal verismo compiaciuto dei bamboccianti e dal paesaggio fantastico alla
Salvator Rosa; Fu da lui particolarmente usata la camera oscura, un
marchingegno ottico già conosciuto nel ‘600 e utilizzato a Roma dal
Kircher, ma solo a fini scientifici; nei Paesi Bassi invece Vermeer
cominciò ad usarlo e vari pittori lo seguirono dando all’arte olandese
quella nitidezza e precisione che la contraddistinguono insieme a grandi
effetti prospettici. Per ricordare questo suo figlio adottivo che tanto
la amò, Roma, attraverso l’opera del Chiostro del Bramante, ha
organizzato una mostra su di lui nei suggestivi locali che attorniano il
quadriportico rinascimentale adiacente a Santa Maria della Pace. Con una
settantina di dipinti e una ventina di disegni viene ripercorsa tutta la
sua vita artistica; sono esposte una quindicina di vedute di Roma, una
decina dei dintorni, tredici dipinti di città del Nord Italia, in
particolare Venezia, e dieci relativi al soggiorno napoletano. I disegni
preparatori invece illustrano il suo modo di procedere e i suoi metodi
di lavoro attraverso un sapiente uso della prospettiva e della
quadrettatura. Di grande godibilità sue vedute eseguite a tempera su
pergamena con una esecuzione così minuta che i visitatori potranno
apprezzarla con l’uso di lenti di ingrandimento. Altro aspetto
interessante è la possibilità di confrontare lo stato dei luoghi dipinti
all’epoca con l’attuale.
Dopo Roma la mostra dal 28 febbraio al 18 maggio 2003 si sposterà al
Museo Correr di Venezia con alcuni dipinti in meno del Van Wittel ed
altri invece di Luca Carlevarijs, celebre vedutista veneto, per
dimostrare la grande influenza dell’olandese su artisti che
continueranno e arricchiranno il genere del vedutismo come il già citato
Carlevarijs, il Bellotto, il Guardi, il Canaletto.
Roberto
Filippi
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