LA
CELESTE GALERIA DEI GONZAGA
Dal 2 settembre al 8 dicembre 2002
Mantova
Museo di Palazzo Ducale
Piazza Sordello, 40
Orario:
tutti i giorni
dalle 9.00 alle 19.00
Biglietto:
4 Euro
(per coloro che visiteranno anche la sede di Palazzo Te)
Informzioni:
Tel. 800 028 477
Tel. 0376/352100
Prenotazione:
Tel. 0376/382150
www.mostragonzaga.it
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I GONZAGA
E LA LORO COLLEZIONE
Manto, dio etrusco della morte, dette forse il nome di
Mantova ad un insediamento posto sul fiume Mincio a
controllo delle vie commerciali, fluviali e terrestri,
tra la Pianura Padana ed il nord; intorno al 200 a.C. la
città divenne colonia romana e dopo le guerre civili il
suo territorio fu assegnato ai veterani dei triumviri, fu
poi bizantina, longobarda, franca, per entrare poi, dopo
l'anno mille nei domini della contessa Matilde di
Canossa. Successivamente fu libero Comune, coinvolto
nelle guerre con le città vicine fino a cadere, verso la
fine del '200, sotto l'influenza della famiglia dei
Bonaccolsi; nel 1318 prevalsero i Gonzaga che fino al
1708 tennero il governo della città e di quello che, nel
'500, divenne un Ducato, feudo imperiale. Della lunga
signoria gonzaghesca restano numerosi monumenti ma
quattro di essi sono di grandissima importanza nella
storia dell'arte: il Palazzo Tè, costruito e affrescato
da Giulio Romano che ne fece un gioiello degli anni venti
del '500, il quattrocentesco Castello di San Giorgio con
la "Camera degli Sposi" affrescata dal
Mantenga, la chiesa di Sant'Andrea di Leon Battista
Alberti, del 1470, con accenti di classica serenità, il
Palazzo Ducale, enorme complesso edilizio, frutto del
lavoro di secoli. In questo edificio erano riunite le
raccolte d'arte della famiglia, composta di fanatici
collezionisti di dipinti, antichità, statue, libri,
bronzi, ceramiche, oggetti esotici e strani. Per secoli i
Gonzaga accumularono facendo della loro collezione la
più bella e la più ricca d'Italia, poi vennero le
sventure: nel 1627 Vincenzo I°, oberato dai debiti,
vendette 150 dipinti e 100 statue al re d'Inghilterra
Carlo I°, partirono opere di Mantenga, Tiziano,
Raffaello; nel 1630, dopo la morte dell'ultimo duca, la
successione toccò ad un ramo cadetto, i Gonzaga-Nevers,
ma l'imperatore d'Austria inviò i lanzichenecchi
tedeschi ad invadere il ducato che rivendicava come
signore feudale. Dopo un duro assedio la città fu presa
e saccheggiata e centinaia di capolavori furono distrutti
o rubati. Alla fine i Nevers ebbero il ducato ma
Ferdinando Carlo, ultimo duca, inetto e dissoluto,
svendette quanto rimaneva delle collezioni di famiglia;
alla sua morte l'imperatore rivendicò il ducato che fu
occupato dagli austriaci nel 1708. L'epopea dei Gonzaga
si era chiusa, la loro collezione sparita. Ma c'è chi
non ha l'ha dimenticata. La Fondazione Monte dei Paschi
di Siena, la Banca Agricola Mantovana, il Centro
Culturale Palazzo Tè, il Comune di Mantova, hanno spinto
un gruppo di studiosi ad investigare sulla sorte delle
opere d'arte gonzaghesche ed il risultato di cinque anni
di ricerche è la mostra "Gonzaga. La Celeste
Galleria" che, nelle sedi di Palazzo Ducale e di
Palazzo Tè, espone 300 reperti, provenienti da musei e
collezioni private di tutto il mondo, di rigorosa
accertata provenienza mantovana. E' stata una ricerca
emozionante svolta tra archivi e musei che ha avuto esiti
straordinari e ha permesso di ricostruire la storia di
molte opere d'arte dai lontani giorni dei primi decenni
del '600 ad oggi. I risultati sono stati entusiasmanti:
dipinti ed oggetti preziosi, dimenticati, sono riemersi,
spesso tra lo stupore degli attuali proprietari,
permettendo di ricostituire le collezioni dei Gonzaga che
sono esposte in un allestimento che rievoca quello
dell'epoca di Ferdinando e Vincenzo I° che fecero
raggiungere alle loro raccolte il massimo splendore; si
susseguono il Camerino delle Muse, con grandi dipinti del
Baglione rintracciati ad Arras, la Camera del Tesoro, la
Quadreria, l'Armeria Ducale, gli Appartamenti, la
Libreria. Oltre che quadri e statue sono esposti
gioielli, bronzi, armi, cristalli di rocca, pietre
preziose, opere di un artigianato di altissimo livello.
Dei quadri sono stati restaurati per l'occasione come le
già citate Muse, l'enorme" Allegoria della Pace e
della Giustizia" del Baglione e il ritratto di
Vincenzo I° del Porbous. Per rivivere il mondo dei
Gonzaga ci saranno anche rappresentazioni di musica
d'epoca ed altre aventi per oggetto la cucina, come
illustrata da un libro scritto da un cuoco di corte nel
1662.
Roberto
Filippi
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