ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 5
maggio - luglio 2002

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




BERNARDO BELLOTTO:
un ritorno a Verona
L'immagine della città nel vedutismo del Settecento
Dal 29 giugno al 29 settembre 2002

Verona
Museo di Castelvecchio
Sala Boggian

Ingresso al museo e alla mostra:
intero euro 4,20
ridotto gruppi e studenti euro 3,10
ridotto anziani e ragazzi euro 2,60
ridotto scolaresche euro 1
Solo mostra il biglietto è unico
euro 2,10

Orario:
tutti i giorni
8.30 - 19.30
lunedì
13.30 - 19.30


Visite guidate gratuite:
sabato mattina
ore 10.30 per giugno e luglio

Informazioni:
Museo di Castelvecchio
Tel. 045.8005817
castelvecchio@comune.verona.it

Catalogo:
Marsilio Editori

IL VEDUTISMO A VERONA

La pittura, da quando si affermò il Cristianesimo, assunse carattere religioso, nelle opere sono sempre rappresentati Cristo, la Madonna, i Santi, la loro vita, i miracoli, i martirii, episodi vetero e neo testamentari; solo con il Rinascimento comincia ad apparire il "ritratto" e la "pittura di argomento mitologico e storico", generalmente antico romano, si affacciano i primi "paesaggi", sia pure come sfondo per episodi religiosi o storici, e poi nel '600 si afferma la pittura di genere: "bambocciate", "battaglie terrestri o navali", "nature morte", "fiori", "quadrature", "vedute". Questo genere si originò nel seicento nei Paesi Bassi ma ebbe gran fortuna in Italia sviluppandosi soprattutto nel settecento in ambiente veneziano. Un padre storico può essere considerato l'olandese italianizzato Gaspar Van Wittel che aprì la strada al genere, poi di grande successo in area veneta, in cui si distinsero Luca Carlevarijs, il Canaletto, Bernardo Bellotto, Francesco Guardi, Mario Ricci. Il genere ebbe due filoni diversi ma entrambi di molto successo presso collezionisti ed amatori: da una parte la "veduta" esatta e documentatrice con nitido impianto prospettico e scenografico, dall'altra la "veduta di fantasia", detta anche "capriccio", nella quale la rappresentazione esatta di edifici è sostituita, in parte o del tutto, dall'invenzione di costruzioni fantastiche o da pittoresche rovine; specialisti in questo campo furono il Panini e il Piranesi. Un famoso vedutista fu Bernardo Bellotto (Venezia 1720- Varsavia 1780), nipote del Canaletto, e da questi iniziato all'arte che praticò in patria e all'estero, fu infatti a Monaco, Dresda, Vienna, Varsavia. Lo stile è simile a quello del celebre zio ma si nota in lui una maggior ricerca di effetti ottenuta con un personale uso della luce. Le sue opere sono presenti in numerosi musei esteri ed italiani; tra questi il Museo di Castelvecchio a Verona dove si tiene una mostra dal titolo " Un ritorno a Verona. L'immagine della città nel settecento" Il tema dell'esposizione ruota su una veduta del Castelvecchio dall'Adige, quale appare in un noto quadro del Bellotto reperito sul mercato antiquario e tornato a Verona grazie all'intervento della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno ed Ancona. E' una delle sette vedute di Verona che attualmente sono attribuite al pittore ed è una suggestiva immagine della fortezza scaligera, del ponte, del fiume, con piccole figure di genere disseminate qua e là. A far da degna cornice al quadro ci sono una dozzina di tele dei più importanti vedutisti dell'epoca: Van Wittel, Carlevarijs, Antonio Joli, Andrea e Tommaso Porta, G.B. Cimaroli, che mostrano il percorso del genere pittorico e il modo con il quale ciascun artista l'ha inteso. Due disegni ed una quindicina di acqueforti del Bellotto completano la mostra non grande ma significativa per gettare un luce su un tipo di pittura così in voga all'epoca ma suggestiva e accattivante anche oggi.

Roberto Filippi