ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 5
maggio - luglio 2002

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




TRINITÀ DEI MONTI RISCOPERTA
1502 - 2002

Dal 12 giugno all'8 settembre 2002


Roma
Piazza di Trinità dei Monti, 3


Orario:
tutti i giorni
10 - 13 e 16 - 19

Ingresso:
intero 5 Euro
ridotto 2,5 Euro

Informazioni:
tel. 06/6793578

Visite guidate:
2,5 Euro

Convento e Chiostro
10,30 e 11,30
Chiesa e Chiostro
17 e 18

Catalogo:
De Luca
30 Euro

LA STORIA DI UN REALE RESTAURO

Da secoli piazza di Spagna è uno dei luoghi preferiti dal turismo internazionale, dai giovani nobili che praticavano il "Grand Tour" alle attuali comitive di giapponesi; tutto sembra creato da un sapiente sceneggiatore: la fontana della Barcaccia, la Scalinata, l'Obelisco, la Chiesa. Eppure ci sono voluti più di duecentocinquanta anni per creare l'incomparabile scenario.
La scalinata, con tre rampe e 138 gradini, risale al 1725, architetto De Sanctis, la fontana, opera di Pietro e forse Gian Lorenzo Bernini, è del 1627, l'obelisco, proveniente dagli Horti Sallustiani, fu eretto sotto papa Pio VI nel 1789, la chiesa infine fu costruita a cavallo tra fine '400 e inizi '500 per devozione dei re di Francia a San Francesco di Paola, fondatore dell'Ordine dei Minimi per i quali fu eretto anche l'adiacente convento.
Il complesso fu uno dei più importanti di Roma ed ebbe vita prospera fino al 1798 quando le truppe napoleoniche lo saccheggiarono espellendone i frati; dopo la Restaurazione fu assegnato ad un ordine femminile, le suore del Sacro Cuore, che lo gestisce ancor oggi unitamente ad una esclusiva scuola privata.
La chiesa abbonda di opere d'arte: affreschi di Daniele da Volterra, Paris Nogari, Cesare Nebbia ed uno molto celebre di Perin del Vaga, allievo di Raffaello, e dipinti di Domenico Corvi, del Subleyras, e di tanti altri unitamente a sculture e bassorilievi rappresentanti i vari momenti artistici dal '500 all'800 ma, mentre per il suo aspetto esterno è notissimo, quasi una quinta scenografica a conclusione della scalinata, è poco conosciuto il suo interno e ancor meno lo è il convento generalmente chiuso al pubblico.
Negli ultimi dieci anni le autorità francesi e italiane preposte al complesso edilizio hanno dato il via ad una serie di lavori di restauro il cui risultato ha portato all'apertura di chiesa e convento per tre mesi in occasione di una mostra intesa a far conoscere le opere d'arte ed esporle nel loro stato attuale. Sono stati restaurati, in chiesa, gli affreschi di Perin del Vaga nella Cappella Pucci, e di Daniele da Volterra con l'Assunta nella Cappella Della Rovere e la Deposizione della Cappella Orsini, con un mirabile intreccio di piani e di figure tutt'intorno alla Croce, e il Refettorio del Convento con i dipinti a tempera a secco, del 1695, del grande pittore illusionistico, padre Andrea Pozzo, autore del soffitto e della finta cupola della chiesa di S. Ignazio. L'artista ha eseguito una bellissima inquadratura architettonica raffigurante nel fondo "le Nozze di Cana" e tutt'intorno balconi con convitati e architetture con splendido effetto illusionistico.
Il restauro è consistito nel consolidare la pellicola pittorica distaccata, nel ripulire le superfici dallo sporco dei secoli, nel dipingere velature ad acquerello nelle zone dove il colore è caduto.
Ripristinato anche il Chiostro, costruito intorno al 1550, con numerose lunette affrescate con storie della vita di San Francesco di Paola; nel 1616 in corrispondenza dei pilastri fu affrescata da Avanzino Nucci e allievi la serie dei re di Francia. Malamente restaurati nel 1947 ed in pessime condizioni, ora gli affreschi sono tornati in piena leggibilità.
La mostra, organizzata per celebrare i 500 anni della chiesa, offre al visitatore interessanti scorci del Convento, praticamente sconosciuti, come il più grande dipinto anamorfico del mondo (18 metri) e la celebre"
Stanza delle rovine" affrescata dal Clerisseau, il Chiostro, il Refettorio, la Chiesa.
Inoltre il giorno 26 di ogni mese, da giugno ad ottobre, saranno tenuti alle ore 21, concerti ad ingresso libero.

Roberto Filippi