L'ARCHEOLOGIA
A RIETI.
Ieri, oggi, domani
Dal 10 aprile al 30 giugno 2002
Rieti
Museo Civico Archeologico
Monastero di S. Lucia
Orario:
da martedì a sabato
8,30 - 13,30 e 16 - 19
domenica
10,30 - 13 e 16 - 19
Ingresso:
intero 4,13 Euro
ridotto 2,07 Euro
Informzioni:
tel. 0746/488530
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L'ARCHEOLOGIA
CHE ARRICCHISCE UN MUSEO
I Sabini erano una popolazione preromana che abitava gran
parte dell'Italia Centrale appenninica e la loro storia
si mescola con quella di Roma sin dal leggendario
"Ratto delle Sabine", appare in seguito una
certa fusione tra i due popoli durante i regni di Numa
Pompilio ed Anco Marzio di origine sabina, come lo furono
due grandi gentes, poi romane, i Claudi e i Valeri. Poi i
rapporti si fecero conflittuali e nel 290 a.C. Curio
Dentato, con una campagna rapida e violenta, si
impadronì di tutta la regione, sino all'Adriatico, che
fu successivamente romanizzata con la creazione delle
tribù Quirina e Velina.
Furono costruite o ricostruite le città di Nursia,
Amiternum, Reate, fu prosciugato il lago Velino, selciata
e migliorata l'antichissima via Salaria attraverso la
quale il sale delle saline di Ostia raggiungeva
l'economia pastorale delle regioni montane. Reate è uno
strano sostantivo per la lingua latina, è indeclinabile,
e forse risale ad una etimologia preromana ed indica una
città che si affermò come capoluogo della Sabina,
patria del grande scrittore e studioso dell'epoca
augustea, Terenzio Varrone e poi della dinastia imperiale
dei Flavi.
I resti romani visibili sono scarsi in quanto la città
è sempre stata abitata e le fasi edilizie successive
hanno cancellato le precedenti. Ma a Rieti c'è un
interessante Museo Archeologico, ospitato nei locali
dell'ex monastero di Santa Lucia, che presenta numerosi
reperti ritrovati nella zona anche se l'opinione pubblica
e le autorità locali lamentano che le cose più
preziose, rinvenute in scavi del passato, siano state
portate altrove e ne chiedono con forza il ritorno.
Presso il Museo è stata organizzata una mostra dal
titolo "l'Archeologia a Rieti. Ieri, oggi,
domani" e questa sequenza temporale scandisce il
percorso espositivo diviso in tre sezioni.
La prima "ieri" racconta dei ritrovamenti
effettuati nel passato sia da organismi istituzionali che
da dilettanti nelle località vicine alla città e degli
scavi avvenuti in ambito urbano a seguito di demolizioni
e ricostruzioni; parte delle murature rinvenute sono
state demolite, parte sono ancora visibili nei
sotterranei di alcuni edifici.
La seconda sezione "oggi"mostra le evidenze
archeologiche tuttora apprezzabili come i resti del ponte
sul Velino, il viadotto sul quale correva la Salaria, gli
avanzi delle mura e di alcune porte, il percorso del
decumano e del cardo corrispondenti a via Roma-via
Pennina e via Garibaldi-via Cinzia. La terza infine
"domani" espone i risultati degli ultimi scavi
eseguiti dalla British School at Rome e dal Gruppo
Archeologico Sabino in località Colle San Basilio dove
è stata trovata una grande fossa con monete e molti
reperti ceramici di vario stile risalenti al IV/II secolo
a.C.; trattandosi di ex voto si ha la certezza trattarsi
di una fossa votiva di un santuario che dovrebbe trovarsi
nelle vicinanze.
Il Museo Archeologico di Rieti si presenta quindi ricco
di novità e la mostra in corso è d'auspicio che le
ricerche possano continuare per fornire altri contributi
alla storia della Sabina e del suo popolo.
Roberto
Filippi
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