ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 5
maggio - luglio 2002

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




PALESTINA 1927
nelle fotografie di Luciano Morpurgo

dal 12 giugno al 21 luglio 2002

Roma
Galleria Nazionale d'Arte Antica
Via Barberini, 18


Orario:
da martedì a domenica
9.00-19.00
lunedì chiuso

Ingresso:
intero Euro 5


Documentazione:
Tel. 06/585521

Comunità Ebraica di Roma:
Tel. 06/68400636



Catalogo:
Ugo Bozzi Editore



LA PALESTINA DI PRIMA

Tutti abbiamo sotto gli occhi la situazione della Palestina: morti, distruzioni, carri armati, folle ubriache d'odio, funerali, armi in bella mostra, e sono ormai oltre cinquanta anni che lo spettacolo è sempre lo stesso, sia pure con alti e bassi. Eppure c'è stato un tempo in cui l'intera regione viveva una vita diversa, apparentemente tranquilla, quasi arcadica, e tale appare nelle foto esposte nella mostra "Palestina 1927 nelle fotografie di Luciano Morpurgo".
Questi era un noto fotografo dell'epoca che, nel 1927, si recò in Oriente con il geografo Roberto Almagià per raccogliere documentazione visiva e scientifica per una pubblicazione che avrebbe visto la luce nel 1930.
La Palestina dei tardi anni venti era da poco uscita, dopo la Grande Guerra, dal secolare dominio turco e viveva sotto il controllo inglese in quanto la Società delle Nazioni aveva affidato alla Gran Bretagna il mandato di gestire il territorio ora costituente Israele e Palestina.
L'atmosfera era ancora abbastanza serena anche se il fuoco covava sotto la cenere; a seguito del risveglio del sionismo, a cavallo della fine dell'800, molti ebrei si erano trasferiti nella Terra Promessa acquistando terreni dagli arabi, che all'inizio erano ben contenti di vendere a buon prezzo fattorie di scarso pregio, ma pian piano il numero dei nuovi arrivati aumentò al punto che cominciarono a crearsi situazioni di attrito con gravi incidenti controllati con mano ferma dalle autorità inglesi.
La politica del barcamenarsi tra richieste arabe ed ebraiche, promettendo tutto a tutti, specie dopo lo scoppio della II Guerra Mondiale, ha innescato l'attuale situazione con due popoli che si contendono la stessa terra e che accecati da pregiudizi, da fanatismi, da motivazioni parareligiose, da odi ancestrali, continuano a combattersi senza che si intraveda una possibile soluzione. Comunque tutto questo non era immaginabile nel 1927 allorché Morpurgo visitò Gerusalemme, la Galilea, il Giordano, il deserto.
Appaiono, nelle sue foto, paesaggi sereni, scene pastorali, popolazioni con uno stile di vita vecchio di secoli, le prime fattorie dei coloni ebrei, i pellegrini cristiani ai Luoghi Santi, i pozzi, i cammelli, le dune, ed un'umanità mista di mussulmani, ebrei, cristiani, drusi, sedentari e beduini, allora in tranquilla convivenza.
Un mondo con tanti problemi in incubazione, ma sicuramente un paradiso rispetto alla situazione odierna. Il Morpurgo (1886-1971) oltre che fotografo fu anche scrittore ed editore che si dedicò a servizi fotografici in terre allora esotiche, a studi antropologici e alla valorizzazione delle bellezze d'Italia, in particolare delle montagne.
Le sue foto danno l'immagine di un mondo perduto, di una specie di sogno che si vorrebbe con forza quasi rivivere.

Roberto Filippi