ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 5
maggio - luglio 2002

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




UN TESORO RITROVATO
entro aprile 2003


Trieste




Orario:



Ingresso:







Catalogo:



TESTIMONIANZE DELL'ISTRIA ITALIANA

Tra i lutti ed i dolori che l'ultima guerra ha sparso abbondantemente per il mondo c'è la vicenda dell'esodo dalle coste di Istria e Dalmazia di popolazioni etnicamente italiane, lì vissute da tempo immemorabile e almeno dal medioevo sotto la sovranità della Repubblica di Venezia.
Queste comunità furono duramente colpite dalla guerra e alla sua fine preferirono abbandonare i luoghi avendo constatato che i vincitori avevano iniziato a far pagare, e con molti interessi, i torti subiti in precedenza.
Le popolazioni fuggirono con pochissimi beni lasciando le loro case, le antiche chiese, i tanti edifici pubblici su cui campeggiava il Leone di San Marco. Ma qualcosa si è salvato, un certo numero di opere d'arte, provenienti in maggior parte da Pirano e Capodistria, fu evacuato per tempo e portato a Roma dove rimasero per decenni nei magazzini, quasi ignorate.
Sono dipinti di Paolo Veronese, di discepoli di Giovanni Bellini, di Alvise Vivarini, del Carpaccio, di Giovanbattista Tiepolo; a loro si aggiungono oggetti di oreficeria rinascimentale, una scultura in bronzo dell'Algardi, finita chissà come ai confini dello stato veneto, e altri manufatti bronzei di Tiziano Asperti. Un insieme di reperti, non molto numeroso ma di alta qualità, che fu allontanato da una zona dove correva pericolo e ricoverato in luoghi più sicuri.
Tenuti nei magazzini della Soprintendenza di Roma furono trasferiti nel 1970 nei depositi di Palazzo Venezia e soltanto nel 1990 furono oggetto di una seria e scientifica ricognizione.
Queste opere ora attendono un accurato restauro ed una decisione sulla loro sorte: c'è infatti un delicato ed intrigante quesito sulla loro proprietà. Devono seguire lo "ius loci" e tornare alle chiese e agli edifici per i quali furono concepite? Oppure si deve tener presente che furono commissionate, e pagate, dalle comunità italiane delle varie cittadine e che come proprietà private hanno seguito i discendenti degli originari proprietari? Il Sottosegretario Sgarbi, pur non escludendo che per motivi politici si possano assegnare le opere alla Slovenia, ha spiegato che il titolo giuridico di proprietà italiana è perfetto.
Si tratta di beni culturali già in territorio del regno d'Italia, spostati nel 1940/41 e non contemplati dai Trattati di Pace che prevedono la restituzione di opere trasferite dal 1947; inoltre un'altra sessantina di pezzi, della stessa provenienza, sono esposti da anni a Mantova senza problemi.
Inoltre Sgarbi ha preso contatto con il Comune di Trieste che si è dichiarato disponibile a finanziare il restauro delle opere e di reperire un idoneo locale per la loro esposizione nell'ottica del ripristino di quel rapporto culturale intenso e stretto che c'era tra la città giuliana ed il suo retroterra, purtroppo ora se non spezzato sicuramente molto allentato.

Roberto Filippi