ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 3
settembre - dicembre 2001
Beni Culturali - Libri Saggistica
bordline contemporanea beni culturali




OSAMA bin LADEN.
Il Terrore dell'Occidente


A cura di Fabrizio Falconi e Antonello Sette

Roma, Fazi editore, 2001
147 p., tab., 19 cm.
ISBN 88.8112.311.8.
Lit. 18.000 (Euro 9,30).


Per approfondire:
http://msanews.mynet.net



IN BREVE: UN TERRORISTA E LA SUA STORIA

Il libro è stato scritto e stampato a tempo di record da due giornalisti e in parte risente della fretta, ma offre senza dubbio le informazioni nel momento in cui la gente le richiede. Dopo una breve (e inutile) introduzione di rito, il libro entra subito nel merito con un capitolo sull'Islam, la Jihad e il fondamentalismo (pp.17-37). Seguono in ordine: la biografia di Bin Laden (pp.38-64); la descrizione dell'organizzazione religiosa e terrorista Al-Qaeda, "la base" (p.65-76); la cronologia degli attentati attribuiti a Bin Laden dal 1992 ad oggi (pp.77-82); un'antologia dalle uniche otto interviste rilasciate da Bin Laden alla stampa araba e occidentale (pp.83-115). In appendice, sono pubblicate la dichiarazione di Jihad del 1996 "contro gli Americani che occupano la terra dei due luoghi santi" (Palestina e Arabia Saudita, ndr.) e la fatwa (sentenza religiosa musulmana) del 1998 intitolata "Testo della dichiarazione del Fronte Islamico mondiale che incita alla guerra santa contro gli ebrei e i crociati".

La prima parte del libro è molto, troppo scarna. L'analisi dell'Islam radicale e la descrizione di Al-Qaeda sono superficiali. Migliori sono la biografia di Bin Laden, la cronologia delle sue imprese (che egli non ha mai rivendicato, ndr.). Per cercar di capire il personaggio, in assoluto sono più importanti le otto interviste e i due testi pubblicati in appendice: perlomeno sono informazioni date in prima persona, dalle quali uno può farsi un'idea di un uomo a metà fra l'ingegnere e il profeta; per i nostri canoni un paranoico, ma per molti seguaci una nuova guida militare e spirituale. Sia chiaro che bisogna prendere con beneficio d'inventario i testi tradotti in italiano attraverso una verosimile o dichiarata traduzione inglese, in qualche punto neanche ottima (p.es. "small arms" è tradotto con "armi piccole"). Troppi nomi di persona e di organizzazioni andrebbero un minimo accompagnati da qualche nota esplicativa ed alcune frasi dei discorsi del nostro uomo risultano un po' oscure, vuoi perché destinate ad un pubblico islamico, vuoi perché ci mancano i parametri culturali per capirle, sempre che le traduzioni siano perfette. Proprio per evitare di parafrasare o interpretare male testi già antologici, ci asteniamo dunque dal riportarne stralci, lasciando al lettore l'analisi di frasi e proclami che purtroppo si sono dimostrate capaci di tradursi in realtà.

Marco Pasquali