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2005
Beni Culturali - Libri Saggistica
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L’Italia, la politica estera e l’unità dell’Europa

Achille Albonetti

prefazione di Sergio Romano

Roma, Edizioni Lavoro, 2005
collana Derive
216 p. 20 cm ISBN 88.7313.137.9
Euro 12,50


L'ITALIA E L'EUROPA

L’autore, direttore della rivista Affari esteri, è stato un autorevole funzionario negli uffici di quella che ora è l’Unione Europea e offre in questo libro un saggio della sua lunga esperienza. Crede nella democrazia e nell’economia di mercato, rifà la storia dell’Europa come istituzione sovrannazionale quale si è sviluppata negli ultimi cinquant’anni. Si parla di trattati, di integrazione economica, di ricerca, di istituzioni, di energia. Tutti gli argomenti sono spiegati con molta chiarezza e competenza. Ma si analizza anche la politica estera italiana, in un arco di tempo che parte dal 1870 per arrivare ad oggi. L’elemento che salta agli occhi è essenzialmente una certa miopia strategica, intesa come incapacità di individuare in modo coerente i reali interessi della nazione, a tutto vantaggio di obiettivi di facciata inadeguati al lungo periodo. Nella politica estera converge l’energia di tutti i poteri dello Stato, fa notare Sergio Romano nella prefazione. E infatti sono proprio le carenze interne – politiche – a penalizzare il quadro storico e lo sviluppo stesso dell’economia italiana. Si ricordano per ultime anche alcune scelte antieuropee del governo Berlusconi o la mediocrità di Prodi come presidente di turno, ma è una storia che parte da lontano. In fondo negli ultimi cinquant’anni l’Italia non era neanche padrona della propria politica estera, e una classe politica europea non s’improvvisa. Ma per l’autore l’Italia è comunque entrata in una crisi quasi irreversibile.

Ma l’Europa non è ancora un soggetto politico. A fare l’Europa hanno contribuito anche una serie di funzionari poco noti ai più: Jean Monnet, Paul-Henri Spaak, Roberto Ducci, Cesidio Guazzaroni, Renato Ruggiero. Ma questo sforzo non si evoluto nel senso di una nuova identità politica. Una delle parti migliori del libro è proprio l’analisi dei vari organi istituzionali dell’Unione Europea: ne vengono descritti con cura il funzionamento e soprattutto i limiti; mancava in tal senso un libro chiaro sull’argomento. Ne viene fuori un quadro europeo di forte e progressiva integrazione economica e culturale, ma privo di una linea politica che trascenda l’interesse delle singole nazioni. Ma quando Cina, Russia, Stati Uniti e Australia coprono interi subcontinenti, la debolezza europea è strutturale. In più, sempre forti sono le tendenze al Direttorio: Francia, Germania e Regno Unito come gruppo forte verso il Mediterraneo o la “Slavia”. Il che non ha portato a posizioni comuni sul Medio Oriente, sul nucleare iraniano, sull’Iraq, anzi ha evidenziato ancora altre divisioni interne.

Completano il libro una serie di tabelle, di indici analitici e di utili tavole cronologiche riferite alla politica estera italiana.

Marco Pasquali
28 ottobre 2005