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oltre l'arte
2007

Beni Culturali - Narrativa

INDICE

SOMMARIO





Le correzioni
di
Jonathan Franzen

Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Anno di pubblicazione: 2005
Pagine: 604
Prezzo di copertina: Euro 12,50
EAN: 9788806174491

http://www.einaudi.it/

Descrizione:
"Lo si sentiva nell'aria: qualcosa di terribile stava per succedere". Enid e Alfred Lambert, in una città del Midwest americano, trascinano le giornate accumulando oggetti, ricordi, delusioni e frustrazioni del loro matrimonio: l'uno in preda ai sintomi di un Parkinson che preferisce ignorare, l'altra con il desiderio, ormai diventato scopo di vita, di radunare per un "ultimo" Natale i tre figli allevati secondo le regole e i valori dell'America del dopoguerra, attenti a "correggere" ogni deviazione dal "giusto". Ma i figli se ne sono andati sulla costa: Gary, dirigente di banca, vittima di una depressione strisciante e di una moglie infantile; Chip che ha perso il posto all'università per "comportamento sessuale scorretto"; infine Denise, chef di successo con una vita privata, secondo i canoni dei Lambert, molto discutibile. Quel temporale annunciato spazzerà via molte cose di valore ma ne restituirà altre più limpide, quasi luminose. Le correzioni è un grande romanzo che si legge d'un fiato, ricco di umorismo, umanità ma al tempo stesso duramente critico verso la società contemporanea e i suoi pochi, incerti valori. Impossibile non riconoscere, prima o poi, che i Lambert siamo noi: in un momento della nostra vita, in qualsiasi luogo del primo mondo.
 

MAPPE IN FRANTUMI

Nient’altro, in fondo, che la solita vecchia storia della tipica famiglia americana di provincia, nei primi anni sessanta: padre ossessionato dal lavoro, madre casalinga frustrata e tre figli. Eppure, la voce con cui Franzen la racconta, riesce a farsi nuova. Una voce che grida, un linguaggio incisivo, impressionista, che strizza fuori il meglio dei modi di narrare del passato e del presente. Per chi si lamenta che i romanzi contemporanei non hanno più il coraggio di entrare con piede pesante nelle storie, né di raccontarle alzando la voce, questo è il romanzo giusto. Franzen è l’antitesi dello scrittore minimalista: nessun risparmio, nel suo romanzo. Vite in cui gli eventi del passato e del presente si incalzano: la costruzione di una ferrovia, la creazione di un ristorante di successo, la guerra civile in un paese dell’est, l’organizzazione di un’ultima cena di Natale prima che una malattia senza speranza spazzi via il nucleo della vecchia famiglia. Ogni membro di questa famiglia è in lotta per la propria felicità, ma le relazioni familiari hanno inciso il destino di ognuno di loro come una chiave che riga una carrozzeria. Nessuno di loro mai veramente libero: ognuno porta nascosto dentro solo qualche pezzo del puzzle. Qualcosa che accadde, qualcosa che venne detto, un ricordo sepolto; ricatti psicologici mai pienamente compresi né da chi li ha compiuti né da chi li ha subiti, cicatrici di cui non si ricorda più l’arma che le ha fece. La mappa per la comprensione di sé irrimediabilmente frantumata e dispersa. Le tracce del passato riemergono nel presente sotto forma di paure ataviche, di incapacità, di autolesionismo. Personaggi che, senza spiegazioni, si spengono mozziconi di sigaretta sulle braccia, nel disperato tentativo di correggere il dolore per le ferite che portano dentro.
Cambiando punto di vista in ogni sezione del libro, prendendo di volta in volta la voce di ognuno dei personaggi, l’autore permetterà che il lettore, solo, capisca quello che nessuno dei protagonisti saprà mai: come venne tessuta la tela, al suo dritto e al suo rovescio, e quali furono le cuciture, per ogni singolo buco di ago.
Un romanzo morboso eppure lucido, uno sguardo capace di abbracciare tutto quello che c’è di più incomprensibile nelle relazioni umane, capace di buttare luce sull’eterna, cieca lotta per correggere le ferite che l’amore ci lascia addosso. Con questa lunga, grande storia, che appartiene per qualche frammento a ciascuno di noi, l’autore ci racconta l’ineluttabile impossibilità di conoscere veramente coloro che ci hanno amati, accanto ai quali siamo diventati quello che siamo.

Baiocchi Marta
novembre 2007