Il femminile
dimenticato
Giada Melia Spinella
TerreSommerse, Roma, 2007
Pagine: 96
Prezzo: € 12
ISBN 88-89874-19-8
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UN CORSO DI
FISICA COSMETICA
Con questo breve saggio, Giada Melia Spinella, già autrice di poesie,
racconti e romanzi brevi, affronta il problema della condizione
femminile, analizzato nella quotidianità delle nostre vite. Consapevole
dei rischi della sua scelta, l’autrice, in apertura del libro, osserva:
“Scrivere sulle donne è difficile... – dichiara - per il pericolo di
essere considerati banali, ovvi, ripetitivi”. Eppure, nello scorrere le
pagine, ci si accorge immediatamente che la Spinella ha dalla sua
un’arma segreta che manca a tanti studi asettici, o a tante impeccabili
descrizioni giornalistiche: la spontaneità, e lo sguardo sincero di chi
ha alle spalle una vita intera di esperienza vissuta. “Le mie
considerazioni sono basate in primo luogo su una serena considerazione
delle esperienze che ho fatto nel corso della mia vita...” scrive
infatti, più avanti nel libro.
L’autrice racconta il suo primo risveglio alla consapevolezza con i
colori smaglianti e immediati di una domenica assolata e lontana nel
tempo. Colpita da un feroce mal di testa, durante una gita, si sente
dire dal farmacista di un villaggio una frase sprezzante e maleducata:
“Ha mal di testa? Questo significa che lei ha una testa, signorina.
Questo è già molto per una donna.” Da qui in poi, la sua attenzione ai
mille piccoli sgarbi che le donne debbono sopportare non si abbasserà
mai più. Sono le piccole cose del quotidiano, i dettagli, che rivelano
il quadro della reale considerazione della donna nella società: come il
resoconto di un giornale, che di una scienziata tedesca scriveva “Ha
inaugurato l’anno accademico con il corso di fisica cosmetica” invece
che “fisica cosmologica”. Come la frase sentita da una donna del sud: “I
figghi mia pisciano au muru” per dichiarare l’orgoglio di avere solo
figli maschi.
La Spinella non dimentica, anzi ha ben presente, le orribili
sopraffazioni che le donne subiscono vicino e lontano dai nostri occhi:
la tratta delle schiave prostitute, le lapidazioni delle donne infedeli
in alcuni paesi musulmani, ma anche le violenze che subiscono ragazze e
donne italiane, accanto a noi, da parte dei mariti o degli stretti
consanguinei.
Ma senza troppi discorsi filosofici, ci mette davanti con voce sicura
tutti i piccoli esempi, che ci scorrono sotto gli occhi quotidianamente.
Sono questi, che non bisogna mai perdere di vista, lascia intendere
l’autrice, è da qui che bisogna cominciare. Forse non avremo occasione
di partecipare direttamente alle grandi lotte per i diritti della donna
nel mondo. Ma è altrettanto importante, forse più importante, cercare di
cucire nel nostro quotidiano un rapporto diverso, più equilibrato e
amorevole, con noi stesse e con gli uomini che vivono accanto a noi, in
una società che sempre più mostra gli strappi e le scuciture di un
indumento usato troppo a lungo e troppo male.
Marta Baiocchi
ottobre 2007 |