Next
Michael Crichton
Garzanti, Milano, 2007
Collana: Narratori moderni
Pagine: 488, rilegato
Prezzo: € 19,60
|
TRA POCO, TRA NOI
Dopo che, solo un paio
di anni fa, il suo libro sull’effetto serra aveva dato il via ad aspre
polemiche persino all’interno del mondo degli esperti, adesso col suo
ultimo libro, Next, Crichton si butta a capofitto sulla questione della
manipolazione genetica umana e animale. E i possibili sviluppi che
mostra sono così complicati e diversi, che stavolta il suo libro è quasi
privo di trama e di un vero personaggio principale. Piuttosto, un teatro
dove si muovono veloci una nuvola di personaggi le cui storie si
intersecano appena. E una serie di situazioni assurde, e di questioni
etiche completamente nuove. Così nuove che ci resta ben poco dei vecchi
schemi di pensiero, su cui basarci per poter fare delle scelte.
Un torto molto grave di questo libro è quello di mescolare senza
riguardo fatti e sogni, possibilità con invenzioni romanzesche, e
insomma, il presente, col futuro, con l’impossibile. E’ vero, per
esempio, sebbene sembri incredibile, che la legislazione attuale rende
possibile ad un’ azienda di brevettare le cellule o i geni di un
individuo o di una specie. Ed è assai verosimile che, da qualche parte,
ragazze giovanissime si inducano con i farmaci ovulazioni multiple, di
nascosto dai genitori, per vendere gli ovuli su internet. Al contrario,
il pappagallo che parla con lo stesso senno di un essere umano, o la
terapia genetica che rende responsabili le personalità socialmente
pericolose, sono ipotesi romanzesche, in nulla supportate dallo stato
attuale della ricerca o dello sviluppo.
Nonostante la sua completa inaccuratezza, l’interesse del libro - perchè
il libro è interessante - è di puntare il dito su un futuro che è già
presente, e che non deve coglierci impreparati. Del resto, i romanzi di
Crichton hanno un impatto sul vasto pubblico ben maggiore di tanti
documentari televisivi che vanno in onda a tarda notte, e questo è il
momento di prestare attenzione.
Nella postfazione al libro, l’autore osserva giustamente che
l’inadeguatezza delle leggi sulle nuove tecnologie è spaventosa, e va
colmata al più presto. Il fatto che sia attualmente permesso brevettare
geni esistenti in natura, ad esempio, va assolutamente riconsiderato,
alla luce del fatto che oggi, circa un terzo dei geni codificati dal
nostro DNA umano appartiene già ad aziende biotecnologiche.
E se lo dice Crichton, da un paese che è all’avanguardia nel dibattito
su questi temi, c’e da spaventarsi a pensare alla situazione italiana,
dove la strategia politica preferenziale è infilare la testa sottoterra.
Mentre chiudere la porta alle nuove tecnologie sarà presto altrettanto
facile che fermare alla frontiera il polline delle piante transgeniche
che vola via dai paesi stranieri.
Marta Baiocchi
ottobre 2007 |