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FINNICO TANGO Cominciamo dal tango. Udite, udite! la Finlandia è, dopo l’Argentina, il paese dove il tango è più popolare. Ricordo che in almeno due film finlandesi il tango faceva parte della colonna sonora: La fiammiferaia (1961) e Nuvole in viaggio (1996), entrambi di Aki Käurismäki. Nel finale del primo, si sente la voce baritonale di Olavi Virta, nell’altro la fanno da padroni Markus Allan e la sua orchestra. Nomi che in Italia non dicono nulla, ma sono popolarissimi in patria, dove il tango è stata la cultura d’importazione fatta propria dalle comunità rurali poi inurbate. Il tango finlandese è infatti un po’ cupo, ancora più nostalgico di quello argentino, e i solisti sono in genere baritoni, ora gigioni, ora espressivi. In più, il tango è spesso contaminato dal folk finnico, che all’orecchio italiano suona mezzo tedesco e mezzo russo. Ogni paese in Finlandia ha un’orchestrina di tango, ed ormai il tango è inserito nei programmi dell’Accademia Sibelius, come dire da noi Santa Cecilia. Ma se un italiano, incuriosito da queste poche righe, volesse ascoltare un po’ di tango finlandese, da dove iniziare? Premetto che i cd che consiglio sono tutti regolarmente in vendita da Digelius, il Ricordi finlandese: http://www.digelius.com) e possono esser ordinati per posta. Io sicuramente inizierei da Finnischer Tango: Tule Tanssimaan (Vieni a ballare), 1999, l’album più completo sulla strana storia del tango finnico. Sono ventiquattro melodie recuperate da una serie di etichette che spaziano dal 1915 al 1998 e – molto sfizioso – il cd è accompagnato da un libretto pieno di storie, sia umane che musicali. Poi suggerisco Minnesota Tango di Kip Peltoniemi, 2001, bizzarro (fin dal titolo) mix di musicisti finlandesi e americani. Diversamente, Sväng mischia il tango con la musica dei Balcani, della Svezia e altro che sa solo lui, suonando armonica, fisarmonica, scacciapensieri e basso, usando tutte le scale possibili e mescolando gli stili. Poi passerei a JPP: I've found a new tango (1990), selezione dei tanghi più belli di Järvelän Pikkupelimannit, magari facendoci pure un giro di ballo con Maria Kalaniemi e Timo Alakotila: Ambra (2001), anche qui mix di tango e musica popolare finlandese. Nella discografia mettiamo poi Tangon huiput 1984. Colpisce anche qui la strana contaminazione fra tango e altre forme di musica popolare tutta indigena, dove la fisarmonica va bene sia per il folk finlandese che per i tristi toni del tango. Proprio con Pedro Hietanen, attivo dal 1980, e il suo gruppo dal nome curioso Pedro's Heavy Gentlemen and Friends (1997) finirei la breve carrellata sul tango finlandese, segnalando il suo recente album, Mi Tango Triste (2000). Con lui suonano Jaakko Salo, Seppo Kantonen, Jim Pembroke, Ismo Alanko, Dave Lindholm, Tuomari Nurmio e M.A. Numminen. Sì, avete letto bene: M.A. Numminen, l’autore del libro. Il quale, prima ancora di essere un bravo scrittore, è un geniale musicista. Il romanzo è l’autobiografia di un fanatico appassionato di tango e, in mezzo ad avventure amorose, rifà la storia del tango finnico. Sul retro di copertina si legge: “In molti si chiedono qual è il significato della vita. Io lo so: è il tango”. Per chi non ci credesse, si veda il suo sito http://www.ma-numminen.net/eng/who.shtml. Nel 1997 il Festival di Helsinki Festival gli ha addirittura commissionato una composizione per coro, soli ed orchestra, intitolata – indovinate un po’ – Pohjoinen Tango-oratorio ('Tango Oratorio Nordico”). Che dire? Aspettiamo che esca il libro. Marco
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