L’odore del
tuo respiro
Melissa P.
Roma, Fazi editore, 2005
Collana Le vele
138 p., 21 cm.
ISBN 88.8112.628.1
€ 12,00
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frammenti da un’autobiografia “alternativa”
E’ ora uscito il secondo libro di Melissa P., L’odore del tuo respiro.
Intellettualismi a parte, ritengo che leggere Melissa Panarello richieda
di mettere in gioco due registri di lettura differenti: uno di carattere
psicologico e uno di tipo più puramente letterario.
Le considerazioni sull’ultimo lavoro di Melissa (come per il precedente)
devono quindi procedere su un doppio binario.
Il primo ricalca aspetti psicologici e caratterologici: questi hanno
contribuito in buona parte a stimolare la curiosità nei suoi confronti e
in molti casi hanno indotto il lettore a identificarsi nelle esperienze
e nelle riflessioni narrate nel primo libro. Questa volta, in misura
maggiore rispetto al primo romanzo, emergono abbastanza chiaramente
tratti di personalità improntati su di una cronica preoccupazione per un
temuto o reale abbandono, richiami ad un’insicurezza di fondo che porta
il personaggio di Melissa ad affrontare la vita con un gioco intento a
difendere costantemente i propri margini.
Dando poi uno sguardo al collante principale che ha contribuito a
svolgere la trama di “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire”,
la componente sessuale compulsiva, si nota che ne “L’odore del tuo
respiro” essa scompare, preferendo dare spazio al lato depressivo
dell’autrice, sfociante a tratti nell’allucinatorio e nell’onirico.
Significativo inoltre il costante dialogo con la madre, il quale svela
un rapporto molto più stretto di quanto non si potesse intuire dal
precedente libro.
Utilizzando invece la seconda chiave di lettura, quella più legata alla
critica, ritengo che Melissa non ne esca vincente.
Ci troviamo per le mani un’autobiografia “alternativa”, come lei stessa
l’ha definita: continua quindi a imporsi al pubblico come una scrittrice
fortemente autobiografica.
È opinione comune che ogni libro rechi un’impronta autobiografica, e in
parte è vero: tracce dell’autore emergono in qualsiasi libro. Ma penso
che la relazione biografia/letteratura richieda delle distinzioni che,
senza di esse, si arriverebbe troppo facilmente a definire un’esperienza
autobiografica narrata come un prodotto letterario.
Ci sono autobiografie che hanno una valenza significativa anche dal
punto di vista narrativo, ma funzionano bene una volta sola. Forse due.
È mia opinione che un autore dovrebbe improntare la propria ricerca
personale coll’obiettivo di poter scrivere libri capaci di reggersi da
soli, senza dare rilievo a tratti autobiografici che interferiscano con
il senso proprio del singolo romanzo. “L’odore del tuo respiro” ha
invece poco senso per chi non ha letto il precedente libro e non sa
nulla dell’autrice: in questo modo la forma autobiografica diventa una
trappola, producendo narrazioni che rischiano di ripiegarsi su se
stesse, anche se rappresentano una biografia “alternativa”.
Il suo ultimo lavoro lo considererei più una tappa di passaggio del
percorso di Melissa, anche per il fatto che ho delle riserve a
considerarlo un vero romanzo: è piuttosto una raccolta di frammenti
nella quale, se proprio vogliamo dare un colpo al cerchio e l'altro alla
botte, possiamo anche trovarci qualcosa di rilevante dal punto di vista
letterario (diversamente da quello psicologico), Ha una forma troppo
debole, un libro composto per lo più da potenziali brani di blog (i più
attenti avranno notato che alcuni frammenti del suo blog ci sono
veramente).
Melissa ha avuto la fortuna di farsi conoscere con il primo libro e con
una buona dose di se stessa (assieme a molte chiacchiere, spesse volte
svilenti e di cattivo gusto, ma che l’hanno resa ancora più celebre):
questo potrà darle le credenziali per un apprezzamento futuro, ma a
patto di slegarsi dall’approccio autobiografico, puntando su una forte
dose di motivazione e determinazione nel perseguire la propria
maturazione e accettando di affrontare, se necessario, anche
“frustrazioni creative”.
Fabio Regis
11
giugno 2005
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