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AMORE TERMINALE Finora eran due soli i romanzi esclusivi sull’amor senile: Giochi di gatti di Istvàn Orkèny e La casa delle belle addormentate di Yasunari Kawabata. Ora la trilogia si completa con Memoria delle mie puttane tristi di Gabriel Garcia Marquez, con cui l’ormai anziano scrittore rompe un silenzio di dieci anni dall’ultimo romanzo. E lo fa alla grande: "L'anno dei miei novant'anni decisi di regalarmi una notte d'amore folle con un'adolescente vergine." Così esordisce un anonimo giornalista musicofilo che ha trascorso la vita da singolo, dedito ai soli amori mercenari. Fa organizzare l'incontro da Rosa Cobarcas, sua vecchia amica e maitresse del bordello che molte volte l'ha visto cliente, senza neanche lontanamente immaginare le ripercussioni emotive e sentimentali che questo incontro avrà nella sua vita. Il protagonista, che è anche io narrante, rimane totalmente rapito dalla placidità del sonno in cui all’appuntamento trova la ragazzina, nuda e rannicchiata. Non ha il coraggio di svegliarla, rimanendo a contemplarla per tutta la notte. Che dire? E’ un vero hommage a Kawabata. A quella prima notte ne seguiranno altre, che l'anziano cronista dedicherà all'ammirazione estatica della bellissima ragazza che lui chiama Delgadina. Partendo da questo incontro dall'esito inatteso e quasi magico, il protagonista rivive i ricordi della sua vita, costellata da figure femminili a cui non si è mai sentito veramente legato: dalla domestica Damiana che gli dedica ventidue anni della sua vita, alle prostitute da cui compra l'amore, a una cara amica con cui vive sporadicamente un amore clandestino, alla donna che ha lasciato sull'altare. Tutto senza mai amare nessuna di loro. Dai 20 ai 50 anni ha sempre segnato su un registro nomi, date, ore e numeri e durata dei rapporti (514 per la precisione), ma da maniaco, senza nemmeno l’ironia presente nell’aria del catalogo del Don Giovanni. La spaurita Degaldina invece lo spiazza, investendolo completamente in un sentimento forte e appassionato che non sperava e credeva di poter provare a novant'anni. Lentamente, pagina dopo pagina, si entra nella vita e nella mentalità di quest’uomo, che aveva consciamente evitato legami per vivere libero e scevro da ogni catena emotiva. Non si era mai innamorato ed ora è indifeso. Tutto si gioca sul filo del rasoio: è una relazione squilibrata e virtuale, ma Marquez ha l'incredibile capacità di render puro anche un amore simile, di legittimarlo nella sua sfrenata e appassionata voglia di viverlo. Perché ormai resta solo la passione, il corpo è finito. Non è un amore vissuto per sentirsi giovani e ritardare la morte - non è così che il protagonista si sente, anzi nel romanzo spesso ricorre il suo pensiero alla morte - ma semplicemente per riscoprirsi vivi e stupirsi dell'emozione di provare ancora Amore. Una notte d'amore che dura un'eternità
"Non ho mai
fatto nulla di diverso dallo scrivere. [...] Sono un individuo Una curiosità: il titolo è stato rifiutato dai motori di ricerca di internet. Un anomalo esempio di censura telematica. Marco
Pasquali |