L'ANIMALE
MORENTE
Philip Roth
Torino, Einaudi, 2001
Euro 13,00
113 p., 22 cm., ril.
ISBN 88.06.16355.8
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STORIE DI PROFESSORI E
PROFESSIONI
David Kepesh è un maturo professore universitario
americano, ben inserito nel mondo dei media: deve infatti
il suo corso di Practical Criticism alla sua visibilità
in una rubrica televisiva di letteratura. Neanche a
dirlo, è un corso molto seguito dalle studentesse:
"le ragazze sono irrimediabilmente attratte dalla
celebrità", annota cinicamente il nostro prof.
Almeno da come si descrive, il prof non è simpatico: non
solo è un opportunista, ma come molti intellettuali, è
rimasto un adolescente. Cresciuto nella libertà sessuale
dei campus americani degli anni '60, non vuole legami e
da sempre approfitta a piene mani delle occasioni offerte
dalla sua posizione sociale. Non importa se nel frattempo
nei campus americani si respira ben altra aria e son
vietati i rapporti fra educatori (?) e studenti: il prof
aspetta semplicemente la fine degli esami e solo allora
sfrutta la sua rendita di posizione, invitando tutte a
casa sua per un party di fine corso.
Una ragazza però è diversa dalle altre: Consuela
Castello, una bruna latina figlia di ricchi esuli cubani,
naturalmente sensuale (per gli americani 'latina' è
sinonimo di procace) ed estranea allo schema della brava
ragazza disinibita ma superficiale che satura per solito
i campus americani. E' persino all'antica, spagnolesca,
ma molto determinata. E infatti finiscono a letto, ma non
per una sola notte: la loro relazione durerà un anno e
mezzo, nonostante lui ce la metta tutta per separare il
sesso dal sentimento. Un legame - va detto subito -
descritto in modo quasi brutale, senza dare troppo spazio
al romanticismo. Nonostante la sua cultura, il prof vede
solo la fisicità del rapporto, appena velato di
estetismo. Lei dal canto suo è figlia del suo tempo:
attraverso la relazione con l'anziano ma prestigioso prof
, è partecipe di un mondo che non è il suo e sfrutta il
potere che Madre Natura le dona. Ne segue il solito caos
affettivo e ormonale di qualsiasi relazione, malamente
limitato dalle noiose elucubrazioni del prof in materia
di sesso e di etica. Raramente gli intellettuali riescono
infatti a vivere una relazione senza pensarci troppo, sia
pur dopo aver sfogato la propria parte istintuale a spese
della ragazza di turno. Consuelo infatti è appena
abbozzata: di lei sappiamo poco e solo verso la fine del
romanzo avrà diritto di parola, esprimendo desideri e
ricordi che non le erano mai stati chiesti prima.
Sappiamo invece molto della storia personale del prof ,
fatta di egoismo e di incapacità affettiva: ha avuto una
moglie, ha un figlio ormai quarantenne e una relazione
con una sua ex-studentessa ormai grande pure lei, già
donna in carriera e gelosa di questo nuova relazione, di
cui intuisce la presenza attraverso un elemento materiale
e assai poco poetico: un assorbente vaginale lasciato in
giro.
Ma è proprio la fisicità a dare la cifra del libro.
"Il sesso è anche la vendetta sulla morte"
scrive il prof , scrivendo in chiaro quello che già
sapevamo da Lolita di Nabokov e da Tatjana di Goetz: un
uomo maturo si mette con la ragazzina per ritardare la
propria morte. E anche questo libro perfeziona per così
dire il meccanismo nel solito modo: facendo morire la
ragazza giovane. Consuelo infatti tornerà otto anni dopo
dal prof perché malata di tumore al seno: vuole essere
amata e fotografata prima che il chirurgo faccia scempio
del suo corpo e la Morte faccia il resto. Finale crudo ma
convincente: è solo attraverso la sofferenza che anche
David Kepesh ridiventa ai nostri occhi un essere umano.
Marco
Pasquali
febbraio 2004
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