ex-@rt magazine 
oltre l'arte
2003

Beni Culturali - Libri Narrativa
Sommario




Melissa P.
www.melissap.altervista.org



LE TURBOADOLESCENTI

Un fenomeno tutto nuovo è costituito dalla giovanissima età delle scrittrici esordienti. Penso ai 100 colpi di spazzola di Melissa P., al pendant francese J'ai joui (Ho goduto) di Sarah; ma sto anche leggendo Scusate se ho quindici anni, il diario (un altro!) di una non meglio identificata Zoe Trope, pestifera ragazzina americana contornata da un codazzo di amichette i cui nomi sono tutto un programma: Braid Bitch (Treccia Stronza), Curry, Vegan Grrl, Cherry Bitch, Plum Sweather (Prugna Felpa), con uscite del genere: “Hai una marea di vene sui piedi. Sono più dei baci che ti ho dato negli ultimi due anni” oppure “Il pornomonopoli non funziona bene quando maschi e femmine sono dispari… la ragazza alla mia sinistra è salivofobica e Wonka Boy è gay”. Nel cinema è lo stesso: la goffa spontaneità di Caterina va in città inserita nel Turboliceo classico Visconti è come parallela ai casini neri combinati dalle gracide lolitacce americane di Thirtheen – 13 anni. Pur nelle differenze culturali emergono infatti temi comuni: scuola e prof, vita in comune e/o solitudine, slanci affettuosi e/o perfidia rimixati da ormoni impazziti, goffe iniziazioni e lente crescite (“dimmi una cosa, davvero è solo sesso? Oppure c’è una ragione per cui dico ti amo ?” scrive Zoe), consumismo beota e trasgressioni varie, amorazzi, eccessi da incoscienti misti ad inattese maturità, percorsi di crescita tortuosi ma certi e progressivi. Il tutto avviene in modo sofferto, sopravvivendo alla scuola, ad adulti ora inadeguati, ora indifferenti o semplicemente adulti indecenti. E le tappe vengono bruciate molto in fretta: c’è davvero da ripensare i termini legali della maturità. Ero presente lunedì qui a Roma all’incontro pubblico di Melissa con i suoi lettori e devo dire – al di là di tutto – che faceva una certa impressione sentirla parlare come una trentenne, salvo sentirsi dire che doveva fare i compiti o che un’adolescente non è ancora abituata a dominare le proprie emozioni. Eppure citava Propp e i formalisti russi come se niente fosse e parlando da scrittrice dimostrava un grande professionismo. Non è questione di editor, come è stato anche scritto: stiamo invece assistendo alla rapida crescita di una generazione “OGM” – basta vedere l’uscita di una scuola media -  e questo è solo l’inizio, visto che queste turboadolescenti, pur nella sofferenza, hanno tutta una vita davanti a sé: sentiremo senz’altro ancora parlare di loro. Oltretutto mai prima d’ora gli esordienti – italiani o americani non importa - venivano ripagati dal successo (anche economico) immediato, viziati dal gran circo mediatico ma anche effettivamente letti. Chi scrive può testimoniare che il libro di Melissa ha avuto una promozione commerciale quasi nulla, ora è in testa alle vendite con 500.000 copie. 

Ma ho parlato di sofferenza. Al di là della sguaiata, goliardica allegria di Thirteen, della gioventù dorata berlusconiana di Caterina va in città , della beata incoscienza di queste ragazzine svezzate dal consumismo, dell’apparente (e invidiabile?) mancanza di controllo familiare, c’è nel fondo una gran solitudine. Per alcune l’identificazione col gruppo – un classico dell’adolescenza – porta a comportamenti nevrotici, quasi una violenza a se stesse, ma restano scoperti momenti di depressione e di solitudine goffamente colmati da sesso, droga, musica, sballi e trasgressioni varie, badando più alla quantità che alla qualità: sorta di “triste abbuffata”. In entrambi i film – uno italiano, l’altro americano – le nostre amichette rubacchiano abiti firmati nei centri commerciali (frase del regista iraniano Kiarostani: “le nostre città sono ormai afflitte dai centri commerciali”) o diventano facile (?) preda dei lupacci. Raramente possono avere la capacità di distinguere il bene dal male, visto che non esistono più adulti verosimili in grado di spiegarglielo, di porre confini. Un adolescente trasgredisce i limiti quando questi sono fissati sul terreno, ma qui ci si muove in una prateria dove davvero sembra tutto permesso: insegnanti seduttori in 100 colpi di spazzola, classi sociali divinizzate in Caterina va in città, siti porno, droga facile e sballi vari, il tutto vissuto con apparente superficialità. In realtà non va tutto liscio: chi è troppo giovane non sa controllarsi, il corpo di donna combatte colla mente e l’emozione di una bambina, l’aids è in agguato e facile è  infettarsi nel darla in giro (a Melissa – l’ho sentito io - hanno rimproverato di non incoraggiare l’uso del preservativo!)

Un altro elemento epocale di questo sommovimento tellurico è che riguarda solo le ragazze. Quelle non le freni proprio, ma i maschietti sembrano indietro di qualche anno luce: goffi, impacciati, gay oppure strafichi e immaturi, aggressivi e/o depressi. Niente di strano: il processo di liberazione individuale e collettiva iniziato negli anni ’60 ha mandato prima avanti gli uomini, che ora si attestano su posizioni conservatrici o sono figli di padri insicuri. Le ragazze sono invece le figlie minori di quelle madri che negli anni ’70 hanno pagato duramente di persona per avere il loro posto nella nuova società. Facile sociologia? Sicuro! L’importante è non avere paura della novità ma saperla integrare. Come, lo sa il Cielo.

Marco Pasquali