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2003

Beni Culturali - Libri Narrativa
Sommario




100 COLPI DI SPAZZOLA PRIMA DI ANDARE A DORMIRE

Melissa P.

Roma, Fazi editore, 2003

143 p. 21 cm.
ISBN 88.8112.4254.4

Prezzo Euro 9.50


NON CHIAMATELA LOLITA

Da Flaubert in poi ogni generazione ha la sua Educazione sentimentale. Ecco quella del 2003. La propone Melissa, una giovanissima siciliana col suo diario personale, durissimo esordio di scrittrice.

Studente di liceo classico, libera dal controllo familiare, Melissa si affaccia al mondo chiedendo e offrendo amore, con tutta la curiosità e gli eccessi dell’adolescente: parte infatti dall’idea che gli uomini non sono in grado di amare una donna prescindendo dal corpo. L’intuizione è corretta, gli amori un disastro: lei offre e chiede amore, ma beati fra le donne son sempre gli strafighi che invidiavamo al liceo, i ricchi professionisti, il prof palestrato. Senza rispetto, la usano ma non la amano: non vogliono o non sanno farlo. Sbrigativi o cerebrali, uomini e donne sfogano sul suo giovane corpo i propri istinti o proiettano su di lei pulsioni e fantasie di ogni genere. Temono per lei, ma sono i primi ad infilarla in luoghi da paura. Ora se ne sente attratta, ora si vergogna e cerca di degradarsi ancora di più. Nessuno qui è innocente: precoce & procace, Melissa provoca, è curiosa e molto determinata. Tende all’estremo, le piace esibirsi - fa anche teatro - ed ha una forte carica sessuale che la porta a prendere l’iniziativa quando serve. Ma è tanto spontanea lei per quanto sembrano ipocriti i suoi amanti e artificiali le situazioni dove rimane invischiata, in un’angosciante spirale di degrado. Melissa si mette in gioco per intero con gli eccessi della principiante; gli altri son pur sempre capaci di scindere il sesso dall’amore. Programmano tutto e per l’incontro costruiscono complesse scenografie mentali e materiali. Ci si muove in uno spazio pieno (ville, liceo classico, professionisti) ma vuoto dentro: se la vita rifiuta l’artificio, qui la miseria morale assale lo stomaco.

Ma da buona adolescente Melissa si guarda allo specchio e vede il suo corpo trasformarsi. Ne vede anche le ferite, si sente sporca e impura. Ma ogni volta decanta corpo e anima dandosi appunto cento colpi di spazzola sui lunghi capelli prima di andare a dormire. In più scrive un diario, la cui carta è ben resistente: in un anno Melissa matura l’esperienza di una trentenne ma riesce a metabolizzarla, innesca una spirale autodistruttiva e ne sa uscire a testa alta. Ma vediamo come.

Intanto, sul padre poco da dire: è assente. Più interessante la madre: la figlia la controlla poco, ma non è stupida. E’ una donna positiva, stavo per dire affascinante: è lei ad aver insegnato alla figlia la metafora dei colpi di spazzola. Intuisce il marcio ma non interviene; ma quando Melissa si ammala le parla della sua crescita, si accorge da donna della maturazione della figlia e le racconta la favola dei tesori del re. Non conosce la realtà ma forse ne intuisce la dinamica. Non sa che quei diamanti Melissa li ha avuti da una discarica, ma sente che la figlia da principessa può divenire regina. E’ anche grazie a questo stimolo che Melissa riesce dal suo interno a rielaborare l’esperienza e a sviluppare la Pistis, quella fiducia in se stessa che l’aiuterà ad uscire dalla voragine. Conoscerà infatti un uomo capace di amarla, di accettarla per quella che è, di ascoltarla, di fondersi con lei. Il finale è aperto, ma dopo il buio finalmente anche noi intravediamo la luce di Eros.

Ma se render pubblico un diario significa comunicare un’esperienza forte, è la scrittura a trasfigurarla. E’ veloce, intensa ma elaborata. Melissa è una scrittrice nata: "miro all’essenzialità, diario" (p.131). Ne sorge a tutti gli effetti un Bildungsroman, un durissimo romanzo di formazione ricco di parole classiche (una per tutte: il Lete), di intuizioni curiosamente junghiane (penso alla delicata metafora dei laccetti dello slip), di sogni pieni di simboli di trasformazione. E non è un libro erotico, anche se l’iterazione nel titolo rimanda a ben altre serie numeriche (120 giornate, Mille e una notte, 11.000 verghe). Dell’erotismo è assente la componente cerebrale, quel senso di morte che rende Doppio sogno di Schnitzler un capolavoro, ma fa scappare Melissa da una strana festa privata. L’hanno anche definita "Lolita siciliana". Frase facile ma inesatta: Melissa è imperfetta, ma le mancano la passiva stupidità e l’incultura del personaggio di Nabokov. Melissa è precoce ma non plasmabile e rifiuta di essere lo schermo per le proiezioni maschili. E vuole esser sempre chiamata Melissa, uno stupendo nome greco che ben si armonizza con la sua capacità di catarsi, con l’elemento orfico che sublima l’impuro e rigenera la vita. E infatti 100 colpi è un libro sacro e come tale va letto riga per riga. Non va violato, ma assorbito dentro il sangue: dal suo interno emana una forza sovrumana: il Sublime.

Marco Pasquali