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Beni Culturali - Libri d'Arte
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LE PITTURE DELLE CATACOMBE ROMANE.
Restauri ed interpretazioni
di Fabrizio Bisconti
TAU editrice, Todi
Pagine: 376 a colori
Prezzo: 90 €

ISBN: 886244088X
ISBN 13: 9788862440882

www.editricetau.com/



 

TESORI SOTTERRANEI

Le catacombe sono antichi cimiteri sotterranei cristiani, il nome proviene dal greco “katà kumbos” che significa “presso l’avvallamento” ed in origine designava solo il sepolcreto ora conosciuto come catacombe di S.Sebastiano sull’Appia Antica. Catacombe esistono in varie zone dell’Impero Romano ma le più importanti sono quelle situate nella periferia di Roma dato che all’epoca non si poteva seppellire entro i centri abitati. E’ da sfatare la leggenda, cara ai romanzieri ottocenteschi che fossero rifugio durante le persecuzioni sia perché sono luoghi inabitabili sia perché conosciuti e autorizzati dalle autorità e segnalati sopra terra da edifici di culto. Si sfruttavano per lo più cave di tufo ampliandole con l’opera di corporazioni di lavoratori chiamati fossori che curavano lo scavo e la manutenzione nonché la sepoltura dei defunti; questi venivano inumati in posizione orizzontale in loculi scavati nel tufo e poi sigillati con pezzi di grandi mattoni o frammenti di marmo. Per i cristiani i sepolcreti erano chiamati cimiteri cioè dormitori, luoghi dove i defunti riposavano provvisoriamente in attesa della resurrezione. Le catacombe iniziarono ad essere usate dalla metà del III secolo d.C. per uso esclusivo dei cristiani, precedentemente sepolti in normali cimiteri, e lo furono fino al V secolo allorché si cominciò ad inumare nelle chiese; furono abbandonate nel VII/VIII secolo e gran parte dei corpi furono trasferiti in città nell’errato presupposto che si trattasse di martiri mentre questi erano in realtà pochi. Tranne qualche piccolo ambiente furono dimenticate e riscoperte solo nel ‘600 per opera del Bosio e da allora scavate e studiate, spesso malamente, giungendo alla scoperta di numerosi cimiteri sotterranei che sono gestiti dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra impegnata nella difficile impresa di restaurarle e mantenerle. Le catacombe si articolavano in lunghi corridoi detti ambulacri che ospitavano file di loculi disposti su parecchi piani, talvolta si aprivano in ambienti più ampi, i cubicoli, destinati ad ospitare sepolture di gruppi familiari o associativi. In alcuni casi i locali erano ancora più vasti, noti come cripte, contenevano le tombe di martiri e vi si svolgevano cerimonie religiose; spesso le tombe erano collocate in arcosoli, nicchie scavate nelle pareti e sormontate un’arcata. Loculi, arcosoli, cripte, sono spesso decorati con pitture a fresco rappresentanti episodi tratti dal Nuovo e dal Vecchio Testamento nonché da temi di origine pagana rivisitati con ottica cristiana. Per tecnica e stile le pitture sono assimilabili alla contemporanea arte pagana, le figure sono modellate da pennellate veloci, gli accostamenti cromatici, pur danneggiati dal tempo, sono raffinati, la prospettiva è carente ma ingenuamente proposta. Alla decorazione ipogea è dedicato un libro di Fabrizio Bisconti professore all’Università Roma Tre e Soprintendente delle Catacombe della P.C.A.S.: “Le Pitture delle Catacombe. Restauri e interpretazioni”. In esso vengono esaminati molti dei circa 400 affreschi esistenti sia perché oggetto di restauro sia di studi per nuove interpretazioni, queste spesso hanno portato a correzioni di antiche e consolidate teorie e a studi sulla pittura romana tardo classica: è stata riconosciuta, ad esempio, a Santa Tecla, la più antica immagine dell’incontro tra Pietro e Paolo. Il corredo fotografico è di qualità ed espone numerose immagini a colori non solo delle catacombe aperte al pubblico, S.Sebastiano, Callisto; Domitilla, Priscilla, ma anche di luoghi conosciuti solo dagli addetti ai lavori come gli ipogei degli Aureli, di Trebio Giusto, di via Dino Compagni, di via Anapo, dei Gordiani e molti altri. Il libro si articola in quattordici capitoli che cronologicamente esaminano le varie catacombe trattando dei vari lavori di restauro e fornendo nuovi elementi di conoscenza che portano a modifiche di attribuzioni e di datazioni delle pitture e dei loro significati. Il ponderoso volume di oltre 350 pagine è un interessante, suggestivo e piacevole viaggio attraverso circa tre secoli di decorazione tardo antica e fornisce anche spunti di meditazione sulla religiosità, la devozione e il culto dei morti dei cristiani dell’epoca.

Roberto Filippi