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Libri


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Atelier a via Margutta. Cinque secoli di cultura internazionale a Roma
A cura di Valentina Moncada di Paternò
Editore: Allemandi, 2012, pp. 366., ill.
Prezzo: 30,00 €

ISBN9788842219460
EAN: 9788842219460

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La storia di una via e di un’Associazione

La storia raccontata, finemente documentata, dall’ampio corredo iconografico è quella di via Margutta in Roma e dell’Associazione Artistica Internazionale.
Una via divenuta famosa in tutto il mondo per la creazione dei suoi atelier, una storia che inizia nella seconda metà del Cinquecento. Tutto questo raccolto nel ricco volume, dal titolo significativo ‘Atelier a via Margutta – cinque secoli di cultura internazionale a Roma’, curato da Valentina Moncada di Paternò, nipote del marchese Francesco Patrizi che, verso la metà dell’Ottocento, edifica un consistente complesso di studi per artisti. Una storia raccolta tra ricordi famigliari, memorie personali e fotografie dell'archivio di Sibilla Aleramo conservate presso la Fondazione Gramsci.

Fin dal Cinquecento le case dei pittori erano anche adibite a studi veri e propri. Da Orazio Gentileschi al Cavalier d’Arpino. La nascita degli studi in via Margutta risale intorno alla metà del XIX secolo dove verranno edificati gli Studi Patrizi attraverso vicende familiari svoltesi nel XVIII secolo. Dal pontificato di Gregorio XIII Boncompagni e per di più di due secoli, come scrive Florence Patrizi, gli studi artistici furono luogo di residenza di molti artisti stranieri in particolare fiamminghi: belgi, olandesi, francesi e tedeschi. Nel XVIII secolo gli edifici vecchi e degradati vennero disertati dal mondo dell’arte. Fu questo stato di abbandono degli studi trasformati in rimesse, che il marchese Patrizi fu stimolato a ricreare gli studi con le comodità moderne, risvegliando un mondo caduto in un certo languore.
È così che nel 1858 al numero civico 53 di via Margutta, venne costruito un edificio che fece seguito ad altre due costruzioni destinate ad ospitare gli studi degli artisti. Tendenza, questa, anticipatrice che si manifesterà sempre a Roma qualche anno più tardi con la Villa Strohl – Fern a Villa Borghese con studi in prevalenza occupati da esponenti della Scuola Romana, via Margutta diviene un polo della vita artistica e culturale.

È del febbraio 1917 la presenza di Sergej Djaghilew che con la compagnia dei Balletti russi darà vita alla creazione di Parade, primo balletto cubista della storia. Gli artisti che ne fecero parte furono Pablo Picasso, Erik Satie, Léonide Massine, Jean Cocteau. È in questo periodo che Picasso lavora nell’atelier al 53/B di via Margutta.
Il racconto continua con la conoscenza e un lungo rapporto di lavoro tra Francesco Patrizi e l’architetto Antonio Bonfigli.
Tra le frequentazioni degli Studi Patrizi risulta esserci Mariano Fortuny che fece convogliare la presenza di pittori spagnoli negli studi, tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo decennio del nuovo secolo.
Il volume include anche la storia dell’Associazione Artistica Internazionale di via Margutta, divenuta poi un fulcro aggregante la vita culturale romana, la cui nascita viene sancita nel 1870. Tra i soci fondatori e pittori che si unirono in seguito risultano esserci, tra gli altri, Nino Carnevali, Cesare Pascarella (pittore e poeta), i pittori spagnoli legati a Mariano Fortuny già citati, i tedeschi Arnold Böcklin e tra gli italiani Mancini, Nino Costa, Vincenzo Cabianca, Ettore Ferrari, i musicisti Puccini e Mascagni. Pittori diversi tra loro ma uniti dall’unico ‘credo’ del formare un’arte italiana.
Il capitolo dedicato è colmo di episodi e di personalità artistiche che vi parteciparono o che transitarono come Gabriele D’Annunzio che incontrò oltre a Eleonora Duse anche Giulio Aristide Sartorio, Domenico Gnoli, Ribera. Tra i nomi noti che si susseguirono nell’Associazione risultano il poeta romanesco Augusto Jandolo, Èmile Zola, il conte Luigi Primoli, fino ad arrivare a Le Corbusier, Sartre, Fellini, Truman Capote, Burri, Melotti, Afro, come anche la presenza di scrittori da Sibilla Aleramo a Elio Pagliarani e tanti altri, più di mille nomi documentati. Nel 1911 viene ospitata, dall’Associazione, la conferenza sul futurismo.
Nel 1960 la vita del Circolo terminò e dovette abbandonare via Margutta per lasciare spazio alla casa di produzione cinematografica Titanus.

Interessante lettura.

Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre