Editoria & Libri d'Arte
sommario
INDICE
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L' aristocratico di Leningrado
Viaggi tra musica, arte, cinema, letteratura, fotografia e cocktail
di Francesco Maria Colombo
Editore: Ponte alle Grazie, pp. 400
Prezzo: € 32,00
ISBN: 8833314227
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L' aristocratico di Leningrado
Il corposo volume, che Francesco Maria Colombo ha
scritto, è un testo che si legge velocemente. Ma attenzione, proprio
perché la sua scrittura e quindi la nostra lettura risulta essere
veloce, spesso ci impone di tornare indietro nelle pagine, per
sottolineare ‘il’ o ‘i’ concetti che l’autore mette a disposizione dei
lettori. Così è stato per l’altro testo: Il tuo sguardo nero –
http://www.ex-art.it/magazine/libri02/libri_2018_sguardo_nero_fm_colombo.htm
Francesco Maria Colombo è stato Direttore d’Orchestra lirica e sinfonica
in Italia, d’oltralpe e oltre oceano. È stato critico musicale e ha
pubblicato diversi libri anche sulla fotografia. Il testo, per il quale
ora scrivo, raccoglie in sessanta brevi capitoli, ipotetici viaggi tra
musica, arte, cinema, letteratura e fotografia. Di questi ne ho preso in
esame quattro, come Lo sguardo di Suzon; L’aristocratico di Leningrado;
La Maja sospesa; La Gattamorta. In questi, più degli altri, ho trovato
il classico tema del ‘doppio’.
Nel dipinto di Manet: Un bar aux Folies Bergère, il Colombo pone
l’attenzione sulla figura che è di fronte a noi: che ci guarda. Un
tipico inganno prospettico, come l’ autore lo definisce. Un
decentramento della scena, sottolineando la visione della figura
femminile, soprattutto a chi guarda il dipinto, piuttosto al suo
naturale interlocutore che è la figura con il cilindro.
Nel capitolo sesto, che dà il titolo all’intero volume, il Colombo
descrive la figura di quel direttore d’orchestra, molto vecchio, alto e
magro con una particolarità: una medaglia d’oro sul frac. Da qui i
ritorni della memoria si fanno vivi e la storia di questo uomo, che fu
molto apprezzato nel sistema musicale dell’ Unione Sovietica degli anni
ottanta.
Sui due dipinti del Goya: Maja desnuda e Maja vestida, Francesco Maria
Colombo ci fa entrare in un’atmosfera lirica.
I riferimenti all’amor sacro e amor profano del Tiziano sono evidenti.
Riferimenti che l’autore, ci tiene a scrivere, si proiettano verso la
vertigine illusoria del ‘doppio’ romantico; è la stessa donna che ci
guarda o sono due donne che guardano noi? C’è nello sdoppiamento un
desiderio che blocca l’autore, pur suscitandolo allo stesso momento.
Appare evidente la notazione sulla Venere del Tiziano e della pelliccia,
così come, elemento determinante, è la funzione dello specchio nel nudo
della Venere di Velazquez. Un processo, si oserebbe dire, feticistco,
dall’abito alla nudità (Maja vestida – Maja desnuda).
Puntuali quanto interessanti osservazioni, fornisce al lettore,
l’autore. La Maja desnuda dona il suo invito e poi lo ritira, pur
chiamando il desiderio, lo rimanda nel tempo. È una luce innaturale che
la fa sospendere a differenza della Maja vestida.
Da cultore musicale, il Colombo, fa riferimento alla fantasia dei
musicisti. Dal Goya che ricorda Giancarlo Menotti alla prima partitura
di Michael Nyman per il teatro. Mentre Enrique Granados, con le Goyescas,
raccoglie una serie di pezzi pianistici, dedicati alle pitture e ai
cartoni preparatori, per gli arazzi del Palazzo Reale El Pardo.
L’autore invita il lettore, ad ascoltare, qualora non lo conoscesse, il
ciclo pianistico.
Nel penultimo capitolo, il racconto descrizione, si basa sulle eredi di
Proserpina di Dante Gabriel Rossetti, che riempiono le tele di Puvis de
Chavannes. Figure diafane, con gli occhi crudeli e arricchite da
sontuose capellature rosse. Quelle che in italiano vengono definite ‘le
gattemorte’ o, secondo l’autore, ridenominate ‘le noli me tangere’. Un
chiaro riferimento diretto a Debussy. Per ben tre pagine, l’autore, ci
descrive alla perfezione i due personaggi: Goland e Mélisande,
dell’opera del pianista francese. Nonostante la facile lettura, è bene
soffermarsi e rallentarla, perché il testo di Francesco Maria Colombo,
lo merita.
Stimolante lettura per tutti voi.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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