Editoria & Libri d'Arte
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INDICE
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L'inventore di libri. Aldo Manuzio, Venezia e il suo tempo
Autore: Alessandro Marzo Magno
Editore: Laterza, 2020
EAN: 9788858141601
Prezzo: € 20,00
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Il Manuzio inventore dei libri
Se le biblioteche sono luoghi che contengono
libri, i quali raccontano le storie di altri libri, questo testo di
Alessandro Marzo Magno è un libro che racconta la storia di chi ha
inventato i libri.
L’autore di questo volume è un veneziano che lavora a Milano. Pur
essendo giornalista ha al suo attivo diversi libri pubblicati.
Dell’autore ecco la recensione di un ultimo suo testo: ‘La
splendida Venezia’.
Aldo Manuzio (1449 – 1515) è l’inventore del libro moderno e del
concetto stesso dell’editoria. È attraverso il libro che a Venezia
avviene il rinascimento. Infatti Aldo rese disponibili, al pubblico
degli studiosi del suo tempo, i grandi classici della cultura greca e
latina. Si passerà così da antichi codici manoscritti al libro vero e
proprio.
Il Marzo Magno, ci comunica che il Manuzio ebbe, fin dal principio, la
consapevolezza della promozione commerciale. Infatti attraverso
l’invenzione delle dediche e delle prefazioni, Aldo crea un contatto con
i potenti di allora intorno alla fine del Quattrocento. Importante rete
di rapporti, che lo porterà ad essere definito dall’Imperatore
Massimiliano I d’Asburgo, ‘familiare nostro’, Lucrezia Borgia verrà
nominata sua esecutrice testamentaria. Oltre alle dediche, il testo più
importante che ha lasciato Aldo sono le prefazioni, che gli serviranno
anche per anticipare quello che pubblicherà. Inventa il catalogo e nel
1498 pubblicherà il primo elenco di edizioni. Nel 1503 farà una
distinzione importante tra i libri e i tascabili. L’Indice e la
numerazione delle pagine è un’altra invenzione aldina.
Si è di fronte a un cambiamento di tale portata, che solo a Venezia
poteva avvenire, nell’ambito dell’Europa rinascimentale. Da poco
trasferitosi, nella città lagunare, inizia a stampare. La Dominante,
così veniva chiamata la capitale dello stato veneziano, aveva al suo
attivo circa duecento torchi per la stampa.
Il 1465 è l’anno dell’introduzione della stampa a caratteri mobili in
Italia, nel 1525 verranno stampati a Venezia la metà dei libri italiani,
per arrivare ai due terzi nel 1575. È la così detta ‘via del libro’,
sottolineata dal filologo Vittore Branca, sostituendo quasi la ‘via
delle spezie’. Nella prima metà del Cinquecento possiedono libri, a
Venezia, il quindici per cento dei nuclei familiari, il clero ne
possiede i due terzi, i borghesi circa il quaranta per cento, i nobili
il ventitrè e i popolani il cinque. Importanti Biblioteche dell’epoca,
possiedono svariati volumi come quella del Cardinale Domenico Grimani,
che annovera quindicimila testi. Dal 1537 inizieranno i lavori per la
realizzazione della Pubblica libreria, praticamente la prima biblioteca
statale pubblica, l’attuale Marciana, grazie all’interessamento di
Jacopo Sansovino.
Un editore moderno, Aldo Manuzio, con al completo tutta quella che viene
definita ‘la filiera del libro’: incisori, rilegatori, inchiostratori,
torcolieri, correttori di bozze e tanta disponibilità di carta. A
differenza di Firenze, che nel Quattrocento era il centro della vendita
dei manoscritti, definita una città solo per i suoi stessi cittadini,
Venezia era divenuta da tempo città di stranieri, immigrati ospiti della
città, che risulteranno essere una buona percentuale anche nel settore
editoriale. Presenti in città greci, armeni, ebrei, tedeschi, dalmati.
Presenze, queste, facilitate da persone colte madrelingua, capaci non
solo di comporre ma anche di correggere testi in quasi tutti gli idiomi.
Nel 1486, infatti, viene stampato il primo libro in greco, nel 1512 in
armeno e in cirillico bosniaco e così via. La prima Bibbia in volgare
italiano viene stampata nel 1471. L’autore dedica un’intera pagina,
facendo un elenco delle varie stampe, negli anni di tantissime culture.
Il testo dell’autore scorre facilmente, descrivendo la formazione di
Aldo nato a Bassiano in provincia di Latina. Tra il 1489 e il 1490
Manuzio si trasferisce a Venezia, dove approfondisce i rapporti dei
‘…moltissimi uomini dotati di eccezionale cultura’, come scriverà Aldo
anni più tardi. Insegnante di greco, sapendo poco o niente della
professione dello stampatore, entrerà ben presto in questo mondo, grazie
alla professionalità di Andrea Torresani, una delle stelle più brillanti
nell’universo degli stampatori, divenendo poi socio di Aldo.
Verrà stampato il libro come opera d’arte, attraverso la pubblicazione
dell’Hypnerotomachia Poliphili o il Poliphilo, nonostante Aldo non lo
amasse, arricchito da incisioni bellissime. Incisioni attribuite a
Giovanni Bellini e Andrea Mantegna. Ultimamente attribuite al geografo e
incisore padovano Benedetto Bordon. Immagini che sicuramente ebbero un
impatto, sugli artisti dell’epoca, da Bramante ai Carracci, da Giorgione
a Tiziano.
Un fatto è certo, il Polifilo, che comprende anche incisioni di natura
erotica, diviene un oggetto del desiderio e nel 1507 Albrecht Dürer ne
acquista una copia.
Interessante è il capitolo sull’impaginazione e sulla creazione dei
caratteri da stampa usati. Il bolognese Francesco Griffo inventerà per
primo il corsivo. Il suo lavoro viene lodato dal tipografo tedesco
Mardersteig che definisce il Griffo un vero e proprio genio.
Un’ altra rivoluzione del Manuzio è l’ideazione dei libri tascabili.
Libretti piccoli, alti non oltre i quindici centimetri, leggeri,
maneggevoli. Dal 1501, quindi, vengono stampati i così detti ‘manuali’,
definiti così da Aldo perché stanno in mano. Diverrà ben presto un
oggetto ricercato dal mondo delle corti italiane e subito dopo in tutta
l’Europa colta. Una notorietà questa delle edizioni aldine, che
susciterà negli editori l’interesse del libro in generale. Il marchio
Manuzio, il delfino intorno all'àncora e il nome Al-dus ripartito ai due
lati, viene riproposto e nominato da Melville nel suo Moby Dick, anche
Giosuè Carducci lo cita e Gabriele D’Annunzio che definisce Arnoldo
Mondadori ‘stampatore di stirpe aldina’. Viene celebrato da Pablo Neruda
nel 1956 nell’Oda a la tipografia. Fa parte dei giorni nostri il
progetto Manuzio nel campo dell’elettronica.
Buona e istruttiva lettura.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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