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Libri
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Albrecht Dürer e Venezia
Curatore: Giovanni Maria Fara
Editore: Olschki, 2019, pp. 204
Collana: Biblioteca dell'Archivum romanicum
ISBN: 9788822266217
EAN: 9788822266217
Prezzo: € 19,00
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Albrecht Dürer e Venezia
Il testo indaga il fenomeno della sua ricezione in
quanto pittore, ma non solo, incisore e teorico dell’arte, matematico,
massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale. Si sta parlando
di quell’Albrecht Dürer (1471 – 1528), noto anche in un italiano arcaico
come Alberto Duro o Durero, che dà il titolo al volume, per i ‘tipi’
della Leo S. Olschki, composto da poco più di duecento pagine.
Fra l’autunno del 1505 e i primi del 1507, il grande artista nordico
soggiorna a Venezia. Il libro ha inizio proprio da questo periodo, fino
alla stagione dell’erudizione europea fra la fine del XVIII e l’inizio
del XIX secolo con i protagonisti Giovanni de Lazara e Jacopo Morelli.
Questi ultimi si scambieranno una versione in italiano delle lettere
veneziane del Dürer da poco reso noto attraverso la figura di Christoph
Gottlieb von Murr pubblicate nel 1781. Le lettere vengono ora pubblicate
per la prima volta integralmente, con tutte le note intercorse
successivamente.
Otto saggi in ordine cronologico, con un nutrito catalogo di fonti,
compongono il testo che ha attirato la mia curiosità. I testi
approfondiscono l’arte di Dürer legata alla città di Venezia. La cura di
questo erudito volume è di Giovanni Maria Fara che firma tre degli otto
saggi, mentre gli altri sono di Elena Filippi, Giampaolo Ermini, Chiara
Callegari, Massimiliano Rosi e Alessia Giachery.
Si approfondisce nel saggio della Filippi –‘La pittura ripensata: 1500 –
1508. Albrecht Dürer nello specchio della laguna’, il rapporto tra
l’artista nordico e Jacopo de’ Barbari (1450 -1516), pittore e incisore
di origini veneziane, famoso per la xilografia della Veduta prospettica
di Venezia. Un rapporto questo caratterizzato dalla volontà del
confronto. Dürer non si limitò a prendere dal repertorio compositivo e
iconografico su Venezia, ma riflettè molto sui principi teorici.
Interessante da sottolineare il passaggio e la fine analisi sulla
relazione fra nudo e paesaggio. Nella nota di pagina 27 viene rilevata
l’importanza del valore associativo e polisemico (portatore di più
significati esteso non solo alla parola ma anche all’immagine, al
suono), degli spazi da Bellini a Giorgione nell’ambito della novità del
rapporto fra l’uomo e la natura in ambiente veneto.
Nello scritto di Ermini – ‘Appunti di lavoro su Dürer l’industria del
bronzo. Nuovi soggetti per quattro fogli: Campane e cannoni’, viene
descritto il contenuto di quattro fogli di raccolte di disegni
dell’artista tedesco, conservati presso la Britisch Library di Londra.
Segue il saggio della Callegari – ‘Diffrazioni serenissime: le stampe,
Dürer, Venezia’, interessante studio sulla produzione di silografie come
quella del già citato de’ Barbari della ‘Veduta di Venezia a volo d’uccello’.
Di seguito il saggio di Fara – ‘Intorno a Daniele Barbaro, dove viene
descritto il modo in cui Daniele Barbaro dà una nuova lettura del Dürer
fino a condizionare il giudizio delle generazioni future. È nella
Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia la conservazione dei due
manoscritti preparatori per il trattato di architettura di Vitruvio che
Barbaro pubblicherà a Venezia nel 1556. Ma è soprattutto nel secondo
manoscritto che risultano i riferimenti della simmetria del Dürer
rispetto a Vitruvio.
Nel saggio di Rossi – ‘Un apocrifo düreriano: il libro quinto di Giovan
Paolo Gallucci’, viene descritta la fortuna veneta del Dürer come
trattatista dei quattro libri ‘Della simmetria de i corpi umani’.
La Giachery nel suo saggio – ‘Leggere Dürer a Venezia’ descrive con cura
la struttura della Libreria di San Marco dove viene per la prima volta
prodotto il primo catalogo a stampa della Libreria tra il 1623 e il
1625. Fara con il suo saggio – ‘Venezia 1800. Il carteggio Von Murr –
Morelli – De Lazara e la traduzione delle lettere di Dürer’ mette a
disposizione le lettere tra l’abate Morelli, Von Murr e De Lazara, che
sono in appendice.
Interessante e istruttiva lettura per chi lo vorrà.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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