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INDICE

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Venezia: la grande Accademia
Architettura e Restauro
di Renata Codello
Editore: Electa, 2017, pp, 350
Prezzo: € 70,00
Isbn: 9788891816856


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La grande Accademia veneziana

L’ampio volume di trecentocinquanta pagine, scritto e redatto dall’Architetto Renata Codello da poco Direttore Affari Istituzionali della Fondazione Cini di Venezia, è un testo che documenta, attraverso un intenso apparato iconografico comprensivo di foto e planimetrie, il complesso architettonico che ospita le Gallerie dell’Accademia di Venezia fin dalla sua creazione intorno al XII secolo per arrivare ai nostri giorni.
Nella premessa viene descritta la creazione della Veneta Accademia di Pittura, Scultura e Architettura dove nel 1750 il Senato veneziano pensò bene di assegnare una sede, che ben presto risulterà essere inadeguata, nel fondaco della farina a San Marco.

Dopo la caduta della Repubblica, con la denominazione di Accademia Reale di Belle arti, nel 1807 l’Accademia venne collocata nel complesso della Carità. Fu cosi che molte opere provenienti da chiese e conventi veneti, dalle soppresse magistrature veneziane, vennero trasferite all’Accademia. Gli ambienti aperti al pubblico assunsero una grande trasformazione d’uso, infatti nel 1879 le attività didattiche furono scorporate da quelle museali arrivando alla sottrazione del controllo da parte dei docenti dell’Accademia. Riordino e sistemazione degli spazi sono avvenuti fin dal 1895 e dal 1933 con l’arrivo di Vittorio Moschini ci fu un ulteriore processo di trasformazione dell’Accademia.

Nel 1940 viene affidato a Carlo Scarpa il vasto ampliamento del Museo. Ma il lavoro di Scarpa con Moschini, pur modificando l’assetto museografico delle collezioni non produsse un aumento degli spazi espositivi. Solo nel 1997 avvenne il trasferimento delle attività didattiche in una nuova sede che arrivò nel 2004 ad essere completato quando l’Accademia di Belle Arti prese possesso dell’Ospedale degli incurabili. Durante i lavori di ristrutturazione dell’Ospedale, iniziò la stesura del progetto per la definitiva sistemazione della Grande Accademia inaugurata nel 2013.

Questo voluminoso libro è la testimonianza, a quattro anni dall’inaugurazione, di tutte quelle informazioni e indagini storiche che hanno portato alla conclusione del progetto. Potrebbe sorgere il sospetto che questo testo possa essere utile solo agli addetti ai lavori: Architetti, Ricercatori, Restauratori e così via.
Non è così, perché gli interventi raccolti oltre ai lunghi saggi della Codello sono l’elemento e la curiosità culturale per tutti. Infatti, attraverso la ricostruzione dell’iter progettuale si possono valutare il modo in cui i lavori sono stati condotti e le loro realizzazione. Un documento utilissimo per quanti dovranno promuovere e realizzare altri interventi in altri musei. Essere quindi conoscitori di una esperienza altamente tecnica acquisita ci fa, perdonatemi il concetto, un po’ partecipi di una realizzazione di conservazione e restauro. E questa, a mio modesto avviso, è cultura. La lettura poi, se approfondita, ci porta a conoscere come nel testo iniziale a firma di Paola Modesti, storica dell’architettura, le diverse notazioni che ci riportano da Inigo Jones al testo Palladiano, a Goethe e a tanti altri in una escalation di rimandi culturali tipico dell’architettura delle così dette ‘scatole cinesi’.
Così si scopre che ‘in questo vestibolo…completamente eretto da nuovo’, come spiega Giannantonio Selva nel 1810, ‘si è dovuto usare un poco di industria per dargli lume, per porlo al piano delle dette sale…’ e così via.

Il seguente capitolo di Francesco Dal Co, anche lui storico dell’architettura, descrive la lezione di Carlo Scarpa e Vittorio Moschini. Quest’ultimo in qualità di Soprintendente delle Gallerie di Venezia e del Veneto e Direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, allievo del grande storico dell’arte Adolfo Venturi e amico del collezionista Mario Praz, pensò a un profondo riordino delle Gallerie coinvolgendo Carlo Scarpa perché era convinto che per un simile progetto ci fosse bisogno della collaborazione di un critico con conoscenza storica e visiva del materiale da esporre e di un architetto. Interessante è l’apparato iconografico che si avvale di schizzi, disegni, studi per le basi dei pannelli espositivi.

Meditata selezione, la definisce Renata Codello, a proposito della scelta delle opere, quattrocento esposte nella Galleria dell’Accademia. Il capitolo da lei scritto è concentrato sul rilievo e la conoscenza degli edifici del complesso della Carità che era il luogo dove erano ubicate le opere e che erano disseminate nei depositi della Chiesa di San Gregorio, nel Palazzo Ducale, nei magazzini della Dogana. L’intervento si concentra anche sul come si fa concretamente un rilievo di un insediamento monumentale ampiamente complesso, come quello dell’Accademia. Si passa quindi dalle reti topografiche, alle rilevazioni con scanner laser tridimensionale.
La Codello si auspica che si possa un giorno realizzare il collegamento tra i rilievi eseguiti e i disegni di Carlo Scarpa, avere la possibilità di consultarlo, attraverso internet, in tutto il mondo. Praticamente una linea ispirata alla tutela e alla conservazione, alla promozione e alla diffusione della conoscenza.
Nel successivo capitolo descrive il progetto architettonico, facendo la storia dei vari interventi sull’ipotesi dell’ampliamento degli spazi espositivi.
Nel volume sono indicate le strutture, gli impianti, il ‘Cantiere’ fino all’allestimento del museo, il sistema di illuminazione, i servizi al pubblico e al personale, il piano tecnologico, le sale espositive per le mostre temporanee. Insomma un trattato. Un vero e proprio trattato di storia, storia dell’arte, storia dell’architettura, da tenere molto vicino sul nostro tavolo per una più facile consultazione.
L’abilità dell’autrice è stata proprio quella di riuscire a unire l’interesse degli addetti ai lavori, alla curiosità della conoscenza di tutti gli altri. Un volume tutto da leggere, da approfondire, da sfogliare pagina per pagina consapevoli che dopo avremo acquisito una ricchezza in più.

Felice e istruttiva lettura per tutti voi.

Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre