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Libri




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Atlante degli Archivi fotografici
e audiovisivi italiani digitalizzati
Editore: Marsilio, 2016, pp. 440
Prezzo: 45.00 €
Isbn 978-88-317-2223-0

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La conoscenza audiovisiva

Costituito da oltre quattrocentocinquanta pagine, coadiuvato da un buon repertorio iconografico, è un utile strumento di conoscenza comprendente circa quattrocento archivi e poco meno di cinquanta portali.

La pubblicazione è il frutto di un protocollo d’intesa tra la Fondazione di Venezia e il Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) nel febbraio 2013 e riferita al Progetto M9, Polo Culturale di nuova concezione che la Fondazione sta realizzando a Mestre. M9, che ho avuto l’opportunità di visitare nel 2015, proporrà un’esposizione permanente dedicata alle trasformazioni della storia italiana nel XX secolo attraverso temi del futuro con attività didattiche per promuovere il dibattito sulla contemporaneità.

L’’Atlante degli Archivi fotografici e audiovisivi italiani digitalizzati’ è suddiviso per regioni descrivendo in modo sintetico quali fondi in forma digitale le istituzioni pubbliche e private mettono a disposizione di noi tutti.
È corredato da informazioni tecniche nei confronti dei sistemi e dei software di catalogazione utilizzati, gestori e software houses responsabili degli interventi informatici.

Da tutto questo particolare e particolareggiato lavoro esce fuori non solo la quantità ma anche la qualità del patrimonio fotografico e audiovisivo italiano contemporaneo nell’arco della parte digitalizzata.
I materiali, potete immaginarvelo, sono i più vari. Dalle foto, le registrazioni, gli audiovisivi e tanto altro, che toccano svariate tematiche; dalla storia delle istituzioni alla vita familiare, ai temi dell’ambiente, della vita politica, dell’arte, dell’architettura.

Gran parte di tutto questo lavoro proviene da archivi veri e propri, studi professionali, di artista, istituzioni, famiglie, imprese, giornali, collezioni o raccolte casuali e copre un arco di tempo totale, dall’uso della fotografia a oggi.
Va da sé che un ruolo di primo attore lo svolgono le istituzioni del Mibact: dalle raccolte fotografiche delle Soprintendenze artistiche, architettoniche e archeologiche fino all’archivio dell’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione), alle collezioni musicali dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, alle raccolte fotografiche dell’Archivio Centrale dello Stato, dalle carte di Polizia a quelle dell’Ufficio Brevetti.

Interessante è anche la sezione dedicata ai Portali dai temi più vari: cultura gastronomica, piani urbanistici e tanto tanto altro. Inserita per distinguere gli archivi storici radicati nel territorio e la regione virtuale. Il più delle volte progetti nati da singoli archivi, per consentire a chi legge, di verificare l’uso editoriale che gli archivi fanno dei propri fondi attraverso i progetti di digitalizzazione.

Il testo prende in particolare considerazione i patrimoni mediali storici di istituti pubblici e privati digitalizzati o in corso di digitalizzazione con l’esclusione dei documenti analogici perché non sono accessibili con le nuove tecnologie.

Un lavoro rivolto agli operatori, editori, curatori dei musei, giornalisti, registi, agenzie fotografiche, aziende, centri di studio universitari, banche, fondazioni, associazioni culturali, circoli e, aggiungo io, a quanti hanno fatto della curiosità l’elemento culturale da coltivare della propria Vita.

Felice scoperta.

Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre