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Libri
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Titolo: La memoria dell'acqua
Autore: Emmi Itaranta
Traduttore: N. Rainò
Editore: Frassinelli, 2015
Pagine: 280
Prezzo: € 16,00
Disponibile in ebook
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La sacra acqua
Nel panorama letterario attuale e in modo particolare nel genere della
fantascienza, i romanzi che vanno per la maggiore sembra siano quelli
ambientati in futuri distopici, aiutati senza dubbio dalla massiccia
trasposizione cinematografica che ne deriva. Sarà che la combinazione
“futuro distopico” apre nella mente degli scrittori emergenti infiniti
scenari di avventure, ma non si può certo dire che fino ad ora questo
genere non abbia ottenuto ottimi risultati.
La scrittrice finlandese Emmi Itaranta ha deciso di unirsi alla schiera
degli autori sopraccitati con un romanzo sul genere ma dal contenuto
molto "riflessivo” e tra poco vedremo il perché.
La storia è ambientata in un futuro non molto lontano dove il mondo è
stato consumato dalle guerre del petrolio, risorsa ormai esaurita, e
dove il bene più prezioso ma soprattutto più controllato dal governo del
Nuovo Qian è quello in assoluto più importante fin dall'alba dei tempi:
l'acqua.
La protagonista del romanzo è la giovane Noria Kaitio, figlia di un
maestro del tè, titolo quest'ultimo che lei stessa ambisce ottenere
sotto l'attenta guida del padre.
E da maestro prestigioso qual'è, il padre di Noria non può che avere un
segreto, ovvero quello gelosamente custodito insieme alla moglie
riguardante il “posto che non esiste”: una sorgente d'acqua pura
nascosta nella montagna vicino al villaggio. Ma per un segreto del
genere tenuto nascosto il governo non si farebbe scrupoli a giustiziare
i Kaitio e, purtroppo per il buon nome della famiglia, le accortezze
avute nel tempo dal padre si dissolvono in breve dopo la sua morte per
via di una sprovveduta Noria che ne dimentica alcuni insegnamenti.
Gli interessi che la giovane ha sempre esternato nei confronti dei
misteri sepolti delle generazioni passate unite ad un pizzico di
ingenuità giovanile, porteranno Noria a compromettere la sua posizione,
attirando su si sé gli occhi sempre attenti del temibile governo.
Pensando a "1984" di George Orwell come romanzo distopico per
eccellenza, la storia che l'autrice racconta è sicuramente meno tragica
rispetto ad esso, a partire da una più ampia libertà di cui godono i
protagonisti che sono controllati solo in termini di consumo di acqua.
L'occhio vigile del governo non arriva ad invadere la sfera intima dei
protagonisti, seppur lasciando intendere che i controlli serrati non
lasciano comunque molto scampo a chi pensa di fuggire dal Nuovo Qian. La
presenza dell'esercito o lo spettro delle guerre del petrolio per quanto
possano far pensare a scenari di rivolta, come la moda del genere vuole
ultimamente, nel romanzo della Itaranta rimangono solo delle figure di
contorno. Il ritmo del romanzo è lento ma mai noioso, accompagnato da
una narrazione descrittiva che porta a cogliere anche l'atmosfera che i
maestri del tè creano durante le loro cerimonie, con un effetto
catastrofe che sempre aleggia ma mai esplode, lanciando solo presagi di
un epilogo incerto.
La famiglia e l'amicizia sono valori su cui l'autrice sembra aver
puntato per la stesura del romanzo, trasmessi tramite la protagonista.
Il valore più importante però è quello legato all'acqua che, forse
implicitamente, la Itaranta ricorda quanto sia importante saper
consumare con giudizio, in previsione di un futuro non tanto lontano da
alcune immagini che le sue parole disegnano.
Alessandro Borghesan
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