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Editoria & Libri d'Arte

sommario

INDICE

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Villa Mondragone.Una Villa Pontificia
Maria Richiello
Società Editrice Dante Alighieri, 2015
€ 70.00
ISBN: 978-88-534-3775-4

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Villa Mondragone. Seconda Roma
Autori Vari
Editore Palombi, 2015

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Una Villa Tuscolana

A sud est di Roma c'è una corona di colli, alcuni dei quali alti fino a 700 metri, fittamente abitati sin dall'antichità; nel 1° secolo a.C. cominciarono ad ospitare lussuose ville della aristocrazia romana che durarono sino alla fine dell'Impero; successivamente l'area fu sotto il dominio dei Conti di Tuscolo, del Monastero di San Paolo e di altri feudatari finché, durante il pontificato di Paolo III Farnese, iniziò ad essere sede di villeggiatura per nobili famiglie romane che costruirono ville inserite in grandi tenute agricole. Nel periodo di maggior splendore la zona ospitò dodici ville in gran parte ancor oggi esistenti. In una località, ora in comune di Monte Porzio Catone, già sede dell'antica Villa dei Quintili, il Cardinale Marco Sittico Altemps acquistò dai Farnese un piccolo edificio noto come Villa Angelina; ne mutò il nome in Villa Tuscolana affidandone la ristrutturazione al Vignola e a Martino Longhi il Vecchio.

Successivamente il Cardinale acquisì altri terreni ed iniziò la costruzione nel 1575 di un'altra villa, più grande, che ampliò a più riprese destinandone una parte, chiamata “ la Ritirata”, al figlio Roberto. Varie stanze furono decorate da un pittore manierista tedesco. Nella villa fu ospitato più volte Papa Gregorio XIII e dal suo stemma, un dragone, prese il nome di Villa Mondragone; durante uno dei soggiorni il Papa emanò la Bolla “inter gravissimos” con cui fu presentata al mondo cattolico la riforma del calendario noto come “gregoriano”. Sisto V vi andò solo una volta, la villa fu invece frequentata da Papa Clemente VIII Aldobrandini mentre il nipote Pietro stava costruendo la vicina e scenografica Villa Aldobrandini. Nel 1613 il Cardinale Scipione Borghese, nipote del Papa Paolo V, acquistò la villa e iniziò ad ampliarla acquisendo anche proprietà confinanti; il suo architetto, il Vasanzio, costruì un edificio che univa la Ritirata al corpo principale, progettò uno splendido porticato che si apriva sul Teatro delle Acque, grande emiciclo contornato da statue, raggiungibile con due scalinate e con al centro una fontana con un drago, simbolo della casata.

La decadenza della villa iniziò quando Papa Urbano VIII Barberini spostò a Castel Gandolfo la sede della villeggiatura pontificia; comunque, fino alla fine del XVIII secolo, Villa Mondragone fu sede estiva dei Borghese e dei loro numerosi ospiti. Gli eventi della Rivoluzione Francese e dell'Impero Napoleonico comportarono gravi carenze nella manutenzione della villa a cui si aggiunsero i danni di un grave terremoto nel 1806 e di un altro, meno forte, del 1829. Nel 1839 il Canina e nel 1840 il Benedetti presentarono progetti di restauro che però non furono portati avanti; nel 1865 i Borghese affittarono, con obbligo di manuenzione, la villa ai Gesuiti che vi alloggiarono un collegio per l'istruzione dei giovani e nel 1898 acquistarono l'edificio commissionando importanti lavori di adattamento ad Aristide Leonori; sale, saloni ed ambienti vari furono divisi e tramezzati per ricavarne dormitori, refettorio, cappella, Altri interventi furono operati, negli anni 30 del secolo scorso, da Clemente Busiri Vici che, per un'altezza di tre piani costruì un disimpegno consistente in corridoi lungo tutti i lati del grande cortile. Nel 1943, dopo il bombardamento di Frascati, la villa ospitò numerose persone le cui case erano state distrutte e solo nel dopoguerra il collegio riprese la sua attività sino al 1953 quando fu chiuso rimanendo utilizzato solo per soggiorni estivi degli allievi del Collegio Massimo.

Nel 1981 la villa fu acquistata dall'Università di Tor Vergata che la destinò a Centro Convegni e Studi. Da allora sono iniziati lavori di restauro, non completati, che hanno interessato tetti, facciate, giardini, fontane ed il Teatro delle Acque. Per ricordare il centocinquantesimo anniversario della fondazione del Collegio l'associazione degli ex alunni dei Gesuiti ha deciso di affidare all'architetto Maria Richiello la stesura di un testo che racconti le vicende della Villa Mondragone. La studiosa con un lavoro durato anni attraverso la consultazione degli archivi degli Altemps, dei Gesuiti e di Busiri Vici ha ricostruito con un lavoro meticoloso secoli di storia della villa. Attraverso quattro ponderosi capitoli, ricchi di immagini, si parte dall'esame delle vicende di  quella zona dei Castelli Romani  per passare poi alla costruzione dell' edificio ed al periodo Altemps; un altro capitolo copre i primi decenni di proprietà Borghese. Il seguente narra il lento declino fino ad arrivare ai giorni nostri. Il quinto capitolo ha una impostazione archeologica e confronta quanto conosciamo dell'epoca romana, dall'esame delle fonti, con le numerose rovine presenti sul territorio; ricca di acque e ben collegata con diverse strade la zona dei Colli Albani cominciò ad essere sede di lussuose abitazioni sin dal II secolo a.C. raggiugendo la massima estensione verso la fine della Repubblica con ville di grandi esponenti della vita pubblica come Lucullo e Cicerone. Quest'ultimo amava moltissimo il suo “tusculanum” e cita sovente la sua villa nelle opere e nelle lettere. In corrispondenza di Villa Mondragone è stata riconosciuta la presenza della Villa dei Quintili praticamente sottostante anche se con diverso orientamento; alcune; murature sono ancora riconoscibile mentre altre furono distrutte nel '500. Un resto importante è il Barco Borghese, imponente costruzione di circa 250 mt. x 220 costituenti una sorta di grande terrazzamento. L'attribuzione della proprietà ai Quintili è stata confermata allorché nel 1732 furono rinvenute fistule acquarie di piombo con il loro nome. I due fratelli Quintili vissero nella seconda metà del II secolo d.C., ebbero importanti cariche pubbliche e possedettero un' altra villa, più estesa e ancora oggi visibile, sulla via Appia. Furono fatti uccidere dall'imperatore Commodo.

Dagli scavi nell'area della Villa Mondragone furono recuperate numerose statue tra cui spiccano una testa colossale di Antinoo ora al Louvre ed un'altra di Hera  ora nella Galleria Borghese. L'immagine di Antinoo è riportata in quarta di copertina contornata dalla riproduzione delle firme di molti architetti e artisti che lavorarono nella Villa e che la Richiello ha trovato nelle tante documentazioni da lei consultate negli archivi. Il volume è corredato da una cronologia in italiano e in inglese, da una ricca apendice documentaria e da una esauriente bibliografia. Contestualmemte l'Università di Tor Vergata per ricordare l'acquisto della Villa e illustrare la sua proprietà ha commissionato un volume dal titolo “ Villa Mondragone. Seconda Roma” edito da Palombi e costituito da saggi di autori vari, coordinati dalla professoressa Marina Formica, che hanno esaminato i diversi aspetti della villa ed anche la storia dello studio del calendario Gregoriano che lì fu predisposto e pubblicato. Il saggio relativo alle vicende storiche e archittoniche dell'edificio è opera dell'architetto Richiello che ha sintetizzato quanto scritto nell'altro volume.

Roberto Filippi