IL PALAZZO PALLAVICINI ROSPIGLIOSI E LA GALLERIA
PALLAVICINI
Edizioni Allemandi
a cura di Daniela di Castro, A.M. Pedrocchi. e Patricia
Waddy
prezzo di copertina L. 300.000 prenotazioni entro il
31/10 L. 250.000
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PALAZZO PALLAVICINI E LA SUA GALLERIA
C'è a Roma un luogo talmente inaccessibile che i più
pensano non esista e che si tratti di un'antica leggenda:
il Palazzo Pallavicini e la sua Galleria. Ma ecco
finalmente un raggio di sole; per impulso della
principessa Maria Camilla Pallavicini è stato pubblicato
un elegantissimo volume che descrive, con accurato
corredo di immagini, il palazzo e la raccolta di opere
d'arte in esso contenute. I Pallavicini risalgono al
primo medioevo e nel secondo '600 una diramazione del
grande ramo genovese si trasferì a Roma con il duca
Stefano e il cardinale Lazzaro; costui combinò il
matrimonio della nipote, anche lei Maria Camilla, con il
principe G.B.Rospigliosi, nipote di papa Clemente IX. La
principessa, che ancora ci guarda dal medaglione sul suo
sepolcro in S.Francesco a Ripa, transetto di destra, fu
la creatrice della grande collezione iniziata ereditando
le raccolte dello zio cardinale. I novelli sposi
acquistarono nel 1704 il grande palazzo a Montecavallo,
vecchio di quasi un secolo, iniziato dal cardinale
Scipione Borghese, nipote di. Paolo V, con l'opera di
Flaminio Ponzio e poi del Maderno; aveva anche tre
giardini terrazzati con alberi e fon tane e tre casini
adorni di pitture. Il primo "dell'Aurora" con
affreschi di Guido Reni, del Brill, del Baglione e del
Passignano, il secondo con affreschi del Tassi e del
Gentileschi, il terzo, distrutto per l'apertura di via
Nazionale, con pitture del Cigoli. I Pallavicini
Rospigliosi unirono e divisero cognomi e sostanze più
volte finché, intorno al 1930, i Rospigliosi furono
travolti da un dissesto finanziario e vendettero palazzo
e parte della raccolta che ora sono di proprietà della
Coldiretti. I Pallavicini mantennero e arricchirono per
secoli la loro raccolta che contiene circa
cinquecentoquaranta dipinti, disegni, sculture, pezzi
archeologici. Vi sono rappresentate tutte le scuole
barocche e i più bei nomi del '6-700 come Velazquez,
Vouet, Domenichino, Turchi, Poussin, Guercino. La
difficoltà di renderla fruibile al pubblico è dovuta al
fatto che ,a differenza della Colonna e della Doria
Pamphili, non ha un locale apposito ma è distribuita
negli appartamenti privati. Comunque il magnifico libro,
estremamente dettagliato, permetterà una visione
completa della raccolta; una seconda parte esamina invece
la storia del palazzo e le sue vicende costruttive. Un
grazie, sia pure a mezza bocca, ai Pallavicini che ci
consentono finalmente di arrivare a conoscere la loro
collezione.
Roberto Filippi
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