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oltre l'arte n. 0
settembre - dicembre 2000
Beni Culturali - Eventi
bordline contemporanea beni culturali








IL PALAZZO PALLAVICINI ROSPIGLIOSI E LA GALLERIA PALLAVICINI

Edizioni Allemandi
a cura di Daniela di Castro, A.M. Pedrocchi. e Patricia Waddy

prezzo di copertina L. 300.000 prenotazioni entro il 31/10 L. 250.000
prezzo di vendita il giorno della presentazione L. 200.000



PALAZZO PALLAVICINI E LA SUA GALLERIA

C'è a Roma un luogo talmente inaccessibile che i più pensano non esista e che si tratti di un'antica leggenda: il Palazzo Pallavicini e la sua Galleria. Ma ecco finalmente un raggio di sole; per impulso della principessa Maria Camilla Pallavicini è stato pubblicato un elegantissimo volume che descrive, con accurato corredo di immagini, il palazzo e la raccolta di opere d'arte in esso contenute. I Pallavicini risalgono al primo medioevo e nel secondo '600 una diramazione del grande ramo genovese si trasferì a Roma con il duca Stefano e il cardinale Lazzaro; costui combinò il matrimonio della nipote, anche lei Maria Camilla, con il principe G.B.Rospigliosi, nipote di papa Clemente IX. La principessa, che ancora ci guarda dal medaglione sul suo sepolcro in S.Francesco a Ripa, transetto di destra, fu la creatrice della grande collezione iniziata ereditando le raccolte dello zio cardinale. I novelli sposi acquistarono nel 1704 il grande palazzo a Montecavallo, vecchio di quasi un secolo, iniziato dal cardinale Scipione Borghese, nipote di. Paolo V, con l'opera di Flaminio Ponzio e poi del Maderno; aveva anche tre giardini terrazzati con alberi e fon tane e tre casini adorni di pitture. Il primo "dell'Aurora" con affreschi di Guido Reni, del Brill, del Baglione e del Passignano, il secondo con affreschi del Tassi e del Gentileschi, il terzo, distrutto per l'apertura di via Nazionale, con pitture del Cigoli. I Pallavicini Rospigliosi unirono e divisero cognomi e sostanze più volte finché, intorno al 1930, i Rospigliosi furono travolti da un dissesto finanziario e vendettero palazzo e parte della raccolta che ora sono di proprietà della Coldiretti. I Pallavicini mantennero e arricchirono per secoli la loro raccolta che contiene circa cinquecentoquaranta dipinti, disegni, sculture, pezzi archeologici. Vi sono rappresentate tutte le scuole barocche e i più bei nomi del '6-700 come Velazquez, Vouet, Domenichino, Turchi, Poussin, Guercino. La difficoltà di renderla fruibile al pubblico è dovuta al fatto che ,a differenza della Colonna e della Doria Pamphili, non ha un locale apposito ma è distribuita negli appartamenti privati. Comunque il magnifico libro, estremamente dettagliato, permetterà una visione completa della raccolta; una seconda parte esamina invece la storia del palazzo e le sue vicende costruttive. Un grazie, sia pure a mezza bocca, ai Pallavicini che ci consentono finalmente di arrivare a conoscere la loro collezione.

Roberto Filippi