IL
MUSEO SENZA CONFINI
Dipinti ferraresi del Rinascimento nelle
raccolte romane
a cura di Jadranka Bentini e Sergio Guarino
Realizzazione editoriale
Federico Motta Editore
per la
Cassa di Risparmio di Ferrara
e la
Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara
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DIPINTI FERRARESI A ROMA
Nel 1598 su Ferrara, prospera e colta capitale del ducato
degli Este, si abbatté una grave calamità; l'ultimo
duca morì senza lasciare eredi legittimi ma solo un
bastardo legittimato e la Santa Sede, titolare della
sovranità feudale, volle rientrare in possesso diretto
delle sue terre dando luogo a quella che fu chiamata la
"devoluzione" di Ferrara.
Gli Este si spostarono a Modena, loro dominio come feudo
imperiale, e portarono con se parte delle loro grandi
collezioni artistiche per le quali erano celebri in tutta
Europa. Ma molta parte rimase in città esposta alla
rapacità del Cardinal Legato Aldobrandini, nipote del
papa regnante Clemente VIII°, che approfittò della sua
posizione per asportare numerose opere d'arte sia dai
palazzi estensi che da chiese, conventi ed edifici
pubblici. Dalla sua collezione in seguito molti dipinti
trasmigrarono in altre raccolte principesche romane e poi
anche di altre nazioni perché tra fine '700 e primo '800
diverse famiglie nobili, in grave crisi finanziaria,
alienarono molti loro capolavori, ambitissimi dai ricchi
visitatori del Grand Tour. Ma a Ferrara, dolce città del
silenzio, è sempre rimasta la nostalgia per il tempo in
cui era capitale di un fiorente ducato ed aveva nei suoi
edifici civili e religiosi, di mattoni rossi, tante opere
d'arte che avevano reso la città una delle competitrici
di Firenze nel primo Rinascimento.
Sin dal 1830 con la creazione della Pinacoteca Pubblica
inizia un periodo di raccolta e recupero di molti quadri
e a ciò la Cassa di Risparmio ha dato un notevole
contributo acquisendo ed assegnando in deposito alla
pinacoteca ben novanta opere. Si è ora voluto idealmente
riunire anche quadri non più recuperabili e ne è
scaturito un eccellente progetto artistico, finanziato
dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, a cura
della casa editrice Federico Motta. Si è posta
l'attenzione sui "Dipinti Ferraresi del Rinascimento
nelle raccolte romane", questo è il titolo del
volume prodotto, esaminando origine e storia di oltre
centosessanta opere che attualmente si trovano a Roma
disseminate in varie raccolte pubbliche e private.
Puntigliosamente i vari curatori hanno seguito le tracce
dei quadri, tutti di autori ferraresi o che comunque
hanno lavorato in città o per gli Este, nei vari musei:
Galleria Borghese, Galleria Doria Pamphili, Galleria
Colonna, Galleria d'Arte Antica di Palazzo Barberini,
Pinacoteca Capitolina, Pinacoteca Vaticana; tutti i
dipinti sono schedati e di ognuno vengono indicate
caratteristiche e vicende.
Gli autori, il Garofalo, l'Ortolano, Lorenzo Costa,
Nicolò dell'Abate, lo Scarsellino, Ludovico Mazzolino,
Cosmè Tura, Beccaccino, Girolamo da Carpi, Tiziano, sono
tra i più noti tra metà '400 e metà '500 culminando
con Dosso Dossi autore dell'"Apollo e Dafne"
che campeggia sulla sopracopertina del volume. Sono stati
esaminati i dipinti e loro vicende ricostruendo la storia
della Ferrara come centro culturale del rinascimento e la
sua successiva influenza sul secolo seguente allorché a
Roma lo studio di molte opere, giunte a seguito della
devoluzione, permise a Pietro da Cortona di gettare le
basi dello stile barocco assorbendo dai ferraresi il
colorismo, il movimento, il disegno, il chiaroscuro.
Un piacevole volume nella scia della bella consuetudine
consolidata delle opere prodotte e finanziate dagli
istituti bancari.
Roberto
Filippi
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