QUESTO
FAVOLOSO SCONOSCIUTO, ED ALTRO ANCORA
Saltando le
considerazioni critiche sul film di Mario Martone
che appartengono di diritto ad unaltra
rubrica e di cui diremo dopo, salta
allocchio grifagno del misantropo
qualcosaltro da dire. Leopardi? Chi era
costui? ... Ma sì! Quellastruso, tetro,
fegatoso e sfigato gobbetto che in terza media
affliggeva le nostre squallide e noiose mattinate
in aula mentre il prof di lettere (forse un
po tetro e sfigato anche lui) tentava
inutilmente di appassionarci alla lirica di
costui sillabando con entusiasmo e bave da attore
mancato il solito passero solitario o
la Silvia che cantava e ricamava
languente e tossicolosa
Direbbe il nostro
ex studente del tempo che fu, e continuerebbe:
Ma avevamo altro per la testa, per esempio
la ragazzina prosperosa da invitare a ballare, la
partita di calcetto, i soldi per le sigarette e
il motorino, i cazzotti da restituire a quello
stronzetto della terza B, ecc!... Ma che voleva
stò Leopardi? Un lamento, un guaire continuo,
accidenti al prof e alla sua manìa (forse
scriveva poesie lamentose anche lui per fortuna
nascoste nel suo cassetto), altro che Leopardi e
giaguari !.. Gattucci direi, spelacchiati e con
la coda pesta! - Basta. Direi che questa più o
meno, tranne qualche isolato e pallido
studentello naturalmente schifato dalle ragazze,
era ed è la considerazione fondamentale
dellitalico ex studente medio e mediocre)
sullopera immortale del poeta marchigiano.
Troppo generico e superficiale tutto ciò? Ma,
amici miei, generica e superficiale è la cultura
delle cosiddette belle lettere da sempre in
questo felice paese che pur tanti poeti e
scienziati, e musicisti e artisti in ogni tempo
ha abbondantemente prodotto.
Il mistero è tutto qui:
in questo giardino di terra grassa rozza e
maleodorante (forse è il necessario concime) da
sempre proliferano fiori bellissimi e
profumatissimi. Che farci? Così da sempre,
ricordi scolastici o rarissime frequentazioni
letterarie, il nostro Leopardi è rimasto a
muffire nella sua nicchia di poeta lagnoso e
sudaticcio
O che non si lamentava anche la
contessina Fanny Targioni Tozzetti a chi le
chiedeva, da vecchia, come mai aveva osato
rifiutare la corte maldestra dellimmortale
poeta? che sì, insomma quellometto
si lavava poco e francamente puzzava un bel
po!
Sennonché, miracoli della
cultura popolare (da noi è più immortale la
Carrà o Gianni Morandi di Savinio o Gadda o
Cardarelli, e forse è giusto così!) arriva il
celebrato film di Martone e soprattutto la
performance scatenata di Elio Germano che ne fa
sì un gobbetto un po sudicio e goloso, ma
vivace e ribelle e anche un po incazzato
con punte isteriche da crisi di astinenza da
autoemarginazione letteraria, che ce lo
ripresentano sanguigno ed estroso come forse non
era ma pronto da consumare per i palati
grossolani dei nostri ex studenti come un
Big Mac grasso e gustoso. E così
Leopardi risorge come un arcaico vampiro dalle
ragnatele del suo avello e riappare e trionfa
addirittura nelle edicole come una star rock
fumettara
Finalmente la gloria di massa!
Non solo per curiosi e
stitici letterati ma vivaddio! Anche per il
cosiddetto popolo tronfio sì della
sua grossolana ignoranza (come lo amava Pasolini)
ma vivo e carnale che in questi eroi si riconosce
E Leopardi? Ne sarebbe contento?.. Forse
sì, forse no. Ai posteri
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Luigi M. Bruno
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