ex-@rt magazine 
oltre l'arte
2015


Indice - Sommario



La Bottega del Misantropo
di Luigi M. Bruno





QUESTO FAVOLOSO SCONOSCIUTO, ED ALTRO ANCORA…

Saltando le considerazioni critiche sul film di Mario Martone che appartengono di diritto ad un’altra rubrica e di cui diremo dopo, salta all’occhio grifagno del misantropo qualcos’altro da dire. Leopardi? Chi era costui? ... Ma sì! Quell’astruso, tetro, fegatoso e sfigato gobbetto che in terza media affliggeva le nostre squallide e noiose mattinate in aula mentre il prof di lettere (forse un po’ tetro e sfigato anche lui) tentava inutilmente di appassionarci alla lirica di costui sillabando con entusiasmo e bave da attore mancato il solito “passero solitario” o la “Silvia” che cantava e ricamava languente e tossicolosa … Direbbe il nostro ex studente del tempo che fu, e continuerebbe: … Ma avevamo altro per la testa, per esempio la ragazzina prosperosa da invitare a ballare, la partita di calcetto, i soldi per le sigarette e il motorino, i cazzotti da restituire a quello stronzetto della terza B, ecc!... Ma che voleva stò Leopardi? Un lamento, un guaire continuo, accidenti al prof e alla sua manìa (forse scriveva poesie lamentose anche lui per fortuna nascoste nel suo cassetto), altro che Leopardi e giaguari !.. Gattucci direi, spelacchiati e con la coda pesta! - Basta. Direi che questa più o meno, tranne qualche isolato e pallido studentello naturalmente schifato dalle ragazze, era ed è la considerazione fondamentale dell’italico ex studente medio e mediocre) sull’opera immortale del poeta marchigiano. Troppo generico e superficiale tutto ciò? Ma, amici miei, generica e superficiale è la cultura delle cosiddette belle lettere da sempre in questo felice paese che pur tanti poeti e scienziati, e musicisti e artisti in ogni tempo ha abbondantemente prodotto.

Il mistero è tutto qui: in questo giardino di terra grassa rozza e maleodorante (forse è il necessario concime) da sempre proliferano fiori bellissimi e profumatissimi. Che farci? Così da sempre, ricordi scolastici o rarissime frequentazioni letterarie, il nostro Leopardi è rimasto a muffire nella sua nicchia di poeta lagnoso e sudaticcio … O che non si lamentava anche la contessina Fanny Targioni Tozzetti a chi le chiedeva, da vecchia, come mai aveva osato rifiutare la corte maldestra dell’immortale poeta? che sì, insomma “quell’ometto si lavava poco e francamente puzzava un bel po’!” … Sennonché, miracoli della cultura popolare (da noi è più immortale la Carrà o Gianni Morandi di Savinio o Gadda o Cardarelli, e forse è giusto così!) arriva il celebrato film di Martone e soprattutto la performance scatenata di Elio Germano che ne fa sì un gobbetto un po’ sudicio e goloso, ma vivace e ribelle e anche un po’ incazzato con punte isteriche da crisi di astinenza da autoemarginazione letteraria, che ce lo ripresentano sanguigno ed estroso come forse non era ma pronto da consumare per i palati grossolani dei nostri ex studenti come un “Big Mac” grasso e gustoso. E così Leopardi risorge come un arcaico vampiro dalle ragnatele del suo avello e riappare e trionfa addirittura nelle edicole come una star rock fumettara … Finalmente la gloria di massa!

Non solo per curiosi e stitici letterati ma vivaddio! Anche per il cosiddetto “popolo” tronfio sì della sua grossolana ignoranza (come lo amava Pasolini) ma vivo e carnale che in questi eroi si riconosce … E Leopardi? Ne sarebbe contento?.. Forse sì, forse no. Ai posteri …. 

Luigi M. Bruno

 





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