sommario
INDICE

Venezia: Le
Biennali
******************
Biennale 2018
16 Mostra Internazionale di Architettura
La Biennale di
Venezia
Padiglione della Santa Sede - Vatican Chapels
Dal 26 maggio al 25 novembre 2018
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
******************

EVENTI
|
Biennale 2018: C’è una cappella
nel bosco La Santa Sede si
presenta per la prima volta entrando nello spazio della Biennale di
Architettura 2018 a Venezia.
Lo fa avendo già avuto l’esperienza delle Biennali d’Arte partecipando
negli anni 2013 e 2015.
Lo fa approdando su quella meravigliosa isola della Laguna, quella di
San Giorgio, entrando nel bosco con una vera e propria sequenza di
cappelle che nel culto cristiano sono dei veri e propri templi. Di forma
minore rispetto alle basiliche e alle chiese, mantengono però due
elementi fondamentali della liturgia: l’ambone o pulpito e l’altare.
Nel 1920 l’architetto svedese Gunnar Asplund ideò la ‘Cappella nel
bosco’, tipica simbologia dell’umanità nei confronti del sacro,
all’interno di uno spazio come quello della natura. Per la continuità di
questo dialogo sono stati invitati architetti di esperienze diverse e
anche di Paesi diversi: si va dall’Europa al Giappone, dal mondo
latino-americano agli Stati Uniti fino all’Australia. E questa
operazione viene concepita anche per modificare quel divorzio tra arte e
fede. Un divorzio che ebbe però, nelle personalità di Marc Chagall e
William Blake, il desiderio di un nuovo incontro spirituale dopo aver
assistito alla bruttezza, nei nuovi quartieri urbani, di edifici sacri
modesti, privi di spiritualità e di bellezza.
Un dialogo che ha già avuto tre tappe fondamentali: l’incontro nel 1964
tra Paolo VI, nella Cappella Sistina, con gli artisti; la Lettera a loro
indirizzata nel 1999 da San Giovanni Paolo II e per ultimo un ulteriore
incontro nel 2009 con Benedetto XVI nella Cappella Sistina.
Elemento da non trascurare è quel ‘capriccio architettonico’, che ha
origini fin dal XVI secolo per avere il suo massimo exploit nel
Settecento. In fin dei conti gli stessi Padiglioni della Biennale furono
concepiti con questo elemento concettuale. Una premessa questa, che ha
portato l’ideatore del progetto Francesco Dal Co, per l’elaborazione di
‘Vatican Chapels’.
Il padiglione vive della presenza di costruzioni distribuite nella
natura, una mostra di architetture disseminate e fatte costruire, per
l’occasione, nel bosco dell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia.
Questa isola dell’epoca romana fu modificata da Palladio nel 1560, venne
concessa dal Demanio dello Stato nel 1951 alla Fondazione Giorgio Cini.
Attraverso i materiali di risulta scaricati in laguna si formò un vasto
parco alberato.
Il riferimento, come ho scritto sopra, è la ‘Cappella nel bosco’, la
Skogskapellet che Erik Gunnar Asplund costruì nel 1918 a Stoccolma. La
volontà dell’architetto era quella del concepimento di un luogo di
orientamento, incontro, meditazione all’interno di un vasto terreno
alberato, simboleggiando il percorso della Vita dell’uomo in attesa
dell’incontro. Tutto questo però non è andato ad influenzare la
creatività degli architetti: Andrew Berman (USA), Francesco Cellini
(ITALIA), Javier Corvalàn (PARAGUAY), Eva Prats e Ricardo Flores
(SPAGNA), Norman Foster (UK), Teronobu Fujimori (GIAPPONE), Sean Godsell
(AUSTRALIA), Carla Jucaba (BRASILE), Smiljan Radic (CILE), Eduardo Sonto
de Moura (PORTOGALLO), mentre Francesco Magnani e Traudy Pelzel sono gli
autori del padiglione che ospita la mostra del plastico e dei disegni di
Gunnar Asplund.
Questo per sommi capi quello che c’è ora a Venezia in occasione della
sedicesima mostra internazionale di Architettura, per quanto riguarda il
Padiglione della Santa Sede.
Il Cardinale Gianfranco Ravasi ci tiene a dire che il numero delle dieci
cappelle rappresentano quasi un decalogo, una sorta di pellegrinaggio
religioso e laico, alla riscoperta della bellezza, del silenzio, della
fraternità umana, della solitudine del bosco per cogliere il fremito
della natura. Continua nella sua presentazione, il Cardinale Ravasi,
‘Questo primo ingresso della Chiesa cattolica nella Biennale di
Architettura di Venezia avviene sotto il pontificato di papa Francesco.
Nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, (…) ha voluto rinnovare
una traiettoria classica nel cristianesimo, la cosiddetta via
pulchritudinis, cioè la bellezza come strada religiosa, consapevole
dell’asserto di sant’Agostino secondo il quale «noi non amiamo se non
ciò che è bello» (De Musica VI, 13, 38)’.
Aggiunge Ravasi: ‘..un’architettura sacra che non sappia parlare
correttamente…il linguaggio della luce e non sia portatrice di bellezza
e di armonia decade automaticamente dalla sua funzione, diventa
‘profana’ e ‘profanata’.
Come non essere d’accordo, e ancora: ‘… il papa esalta «l’uso delle arti
nella stessa opera evangelizzatrice, in continuità con la ricchezza del
passato, ma anche nella vastità delle sue molteplici espressioni
attuali, al fine di trasmettere la fede in un nuovo linguaggio
parabolico». Papa Francesco conclude così: «Bisogna avere il coraggio di
trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, una nuova carne per la
trasmissione della Parola, le diverse forme di bellezza che si
manifestano in vari ambiti culturali, comprese quelle modalità non
convenzionali di bellezza che possono essere poco significative per gli
evangelizzatori, ma che sono diventate particolarmente attraenti per gli
altri».
Una esposizione ricca non solo di Arte, Architettura ma anche di
Spiritualità allargata a tutti.
Buona visione.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
|