ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 0
settembre - dicembre 2000
Beni Culturali - Artisti
beni culturali bordline contemporanea


Rete di cristallo, 1999
vetro e rete, cm. 45x50



Trasparenze, 1999
vetro e rete, cm. 43x94

FRANCESCA CATALDI: Trasparenti volumi di luce

Francesca Cataldi, in Italia, napoletana esuberante, in Germania è consapevole insegnante. Da una sua attività strettamente pittorica, passa, nel 1979, ad una ricerca indirizzata verso l'utilizzazione di materiali plastici: catrame, asfalto, vetro-resina, utilizzando il metallo - solitamente grate di ferro - come supporto o per imprimere la loro "trama" sulla materia, alla ricerca di una terza dimensione a lei più congeniale, ottenendo significativi risultati che si sono concretati nella realizzazione di importanti mostre personali e collettive sia in Italia che all'Estero.
Le sue realizzazioni si possono definire dei marchingegni di solare percezione che racchiudono il segreto di un susseguirsi di misteriosi segni, alcuni dei quali sono facilmente identificabili come brandelli di filo spinato imprigionato nel vetro e in questi scampoli di secolo è sicuramente un monito per il nuovo millennio. Orme di uno stesso discorso che guardano ai cavalieri di metallo che combattono con i draghi di carta.
Nel sonnacchioso quartiere romano dei Parioli, porta avanti con discrezione la sperimentazione che poi esplode in iniziative espositive. Nessun chiasso mondano, ma garbata ricerca atta a scardinare i leziosi equilibri estetici.
Alchimie, utilizzando la materia che la rende viva con passionalità, dove l'elemento catalizzante è la luce e nella sua ultima mostra romana alla Art Gallery Banchi Nuovi, la luce, i volumi e le trasparenze trionfano nelle composizioni imprigionate nel vetro.
Creazioni che vanno oltre il semplice decorare, ma che indagano nell'inconscio per esorcizzare le paure e portare in superficie simbologie sconosciute o dimenticate. Una ricerca che coinvolge l'Occidente come l'Oriente.
La natura stimola la fantasia e rivive nelle forme primarie avvolte in volumi dalle superfici apparentemente ruvide, ma levigate al tatto, trasparenti come acqua immortalata nella solidità del tempo.
Un "rito", quello della Cataldi, nel creare con la manualità icone di ricordi, che agli occhi dell'osservatore diventano concentrati di sensazioni, per poi essere archiviati e, volendo, dimenticati nel "cristallino" fluido vetroso.
E' un'arte, questa, fatta di materiali poveri, raccolti e fermati nella loro decadenza, per rinascere a nuova gloria nell'essere conservati nella luce impalpabile delle trasparenze.

Gianleonardo Latini
da ORIZZONTI


Liben, 1999
vetro e rete, cm. 58x49