Rete di cristallo,
1999
vetro e rete, cm. 45x50
Trasparenze, 1999
vetro e rete, cm. 43x94
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FRANCESCA CATALDI: Trasparenti volumi di luce
Francesca Cataldi, in Italia, napoletana esuberante, in
Germania è consapevole insegnante. Da una sua attività
strettamente pittorica, passa, nel 1979, ad una ricerca
indirizzata verso l'utilizzazione di materiali plastici:
catrame, asfalto, vetro-resina, utilizzando il metallo -
solitamente grate di ferro - come supporto o per
imprimere la loro "trama" sulla materia, alla
ricerca di una terza dimensione a lei più congeniale,
ottenendo significativi risultati che si sono concretati
nella realizzazione di importanti mostre personali e
collettive sia in Italia che all'Estero.
Le sue realizzazioni si possono definire dei marchingegni
di solare percezione che racchiudono il segreto di un
susseguirsi di misteriosi segni, alcuni dei quali sono
facilmente identificabili come brandelli di filo spinato
imprigionato nel vetro e in questi scampoli di secolo è
sicuramente un monito per il nuovo millennio. Orme di uno
stesso discorso che guardano ai cavalieri di metallo che
combattono con i draghi di carta.
Nel sonnacchioso quartiere romano dei Parioli, porta
avanti con discrezione la sperimentazione che poi esplode
in iniziative espositive. Nessun chiasso mondano, ma
garbata ricerca atta a scardinare i leziosi equilibri
estetici.
Alchimie, utilizzando la materia che la rende viva con
passionalità, dove l'elemento catalizzante è la luce e
nella sua ultima mostra romana alla Art Gallery Banchi
Nuovi, la luce, i volumi e le trasparenze trionfano nelle
composizioni imprigionate nel vetro.
Creazioni che vanno oltre il semplice decorare, ma che
indagano nell'inconscio per esorcizzare le paure e
portare in superficie simbologie sconosciute o
dimenticate. Una ricerca che coinvolge l'Occidente come
l'Oriente.
La natura stimola la fantasia e rivive nelle forme
primarie avvolte in volumi dalle superfici apparentemente
ruvide, ma levigate al tatto, trasparenti come acqua
immortalata nella solidità del tempo.
Un "rito", quello della Cataldi, nel creare con
la manualità icone di ricordi, che agli occhi
dell'osservatore diventano concentrati di sensazioni, per
poi essere archiviati e, volendo, dimenticati nel
"cristallino" fluido vetroso.
E' un'arte, questa, fatta di materiali poveri, raccolti e
fermati nella loro decadenza, per rinascere a nuova
gloria nell'essere conservati nella luce impalpabile
delle trasparenze.
Gianleonardo Latini
da ORIZZONTI
Liben, 1999
vetro e rete, cm. 58x49
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