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ARCHIVI
& Co.
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Titolo: Farsi storia. Per il bicentenario dell'Archivio
di Stato di Venezia. 1815-2015
Prezzo: 29,00
Curatore: R.Santoro; P.Benussi; A.Pelizza
Editore: Scripta (Verona), 2015, 276 p., ill., brossura
Codice ISBN: 978-88-98877-45-4
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La memoria custodita: gli Archivi Confesso che da sempre ho avuto
una particolare attrazione, per quei contenitori della
memoria che risultano essere gli Archivi. Al di là della
scontata definizione di custodi della memoria,
gli Archivi hanno sempre svolto in me quel particolare
fascino che mi porta ora a tentare di descriverne alcuni.
La mia presa desame riguarda gli Archivi di
Venezia, che mantengono in vita la documentazione
prodotta dallantica Repubblica di San Marco, ai
regimi succedutegli nel XIX e nel XX secolo, fino alle
congregazioni sociali come monasteri, confraternite,
associazioni che ne hanno caratterizzato la millenaria
esperienza.
LArchivio, sorto nel 1815, ha la sua sede in un
luogo monumentale e storico, quello dei Frari e in
aggiunta anche alla Giudecca e a Mestre.
Tra dicembre 2015 e gennaio 2016 è stata allestita una
mostra in occasione del bicentenario.
Le tredici sezioni che hanno suddiviso lesposizione
hanno abbracciato temi che vanno dallazione
politica ed istituzionale, alla diplomazia dei rapporti
fra Stati, il commercio, la monetazione, lArsenale
e la costruzione delle navi, la gestione del territorio,
listituzione Archivio di Stato di Venezia.
Linteresse per la visione dei documenti che formano
un Archivio nasce anche attraverso laspetto vero e
proprio dellimmagine che offrono. Si prenda ad
esempio il Registro pergamenaceo chiamato Il
Collegio del 1327/1383. La scrittura è arricchita
dai ben noti segni che prolungano ora una F,
ora una C, una B, una J
e così via. Nonostante si siano visti già documenti
simili, ogni volta si rimane affascinati per la
precisione con la quale vengono sistemate le parole.
Proseguendo in questa analisi di natura più estetica che
contenutistica, nel I libri pactorum della
Cancelleria Veneziana del secolo XIII, il titolo ha
una scala orizzontale forzata ante-litteram, ancora non
esistevano i computer, laver, poi, stretto le
lettere e averle allungate in senso verticale, crea senza
dubbio un modo nuovo di creare i titoli anche se non di
immediata lettura.
Interessante sono le Memorie istorico-cronologiche
spettanti ad ambasciatori della serenissima Repubblica di
Venezia spediti a vari principi. Siamo nel secolo XVIII,
il registro è quello cartaceo, rilegato in cartone. Le
lettere sono dei bastoni non hanno le grazie
e possono farci ricordare il tipo di scrittura utilizzato
nel periodo futurista e fascista.
Altro documento 1454. Pax cum inclito duce
Mediolani, il testo ben incolonnato presenta
disegni a latere con due bolle a forma di
timbro.
Il registro in pergamena del 1204 con capilettera miniati
a inchiostro rosso e blu, vale a dire il trattato del
doge Enrico Dandolo e Bonifacio (
), presenta unimpostazione
tipica delle colonne di un quotidiano. Il capolettera
comprende undici righe. Le singole lettere hanno elementi
angolari, come appaiono nelle letture gotiche. Se si fa
attenzione in quale anno è stato concepito, si comprende
ancora di più la forza creativa e linvenzione del
tutto nuova.
Nel proseguire in questa disamina, si trova la Ratifica
dellatto di cessione della Dalmazia da parte di
Ladislao di Durazzo re di Napoli e di Ungheria.
Appare come un grande manifesto delletà
contemporanea a base orizzontale. Misura ventinove
centimetri di altezza per trentasei di larghezza. La
prima lettera la L è lunica scritta
molto grande, mentre tutto il testo ha un corpo di gran
lunga inferiore, posto centralmente al documento.
Sembrerebbe concepito da un grafico della nostra era,
infatti sono rispettati gli stessi spazi ai lati a
eccezione del lato inferiore con più area, come se fosse
un tazebao dellera contemporanea.
I continui rimandi alla cultura contemporanea, portano
alla considerazione, secondo la quale questa, viaggi in
uno dei tanti vagoni di un treno lunghissimo. Nessun
vagone può essere tolto perché luno è
consequenziale laltro. Il risultato di nuovi
modelli di espressione grafica e artistica proviene dalle
culture precedenti. Lo stesso storico dellarte
Giulio Carlo Argan (1909 - 1992) sostenne che non sarebbe
potuto nascere un Michelangelo se non ci fossero stati
prima Dante, Giotto e Petrarca.
Altri due belli esemplari di impostazione grafica
rigorosa, lineare, dalla scrittura decisa e chiarissima
sono il Privilegium Communitatis terre Romani
o il Trattato di pace fra la lega veneto-fiorentina
...
Nella quarta sezione, quella del commercio, è
interessante sottolineare il Capitolare I dei
Patroni e Provveditori allArsenal del XIV
secolo. Registro pergamenaceo bicolore: rosso e nero.
Sono molto ricche, iconograficamente parlando, le
immagini riportate nella Mariegola dellarte
dei marzeri del 1471, facenti parte della sezione
Larte a Venezia. Il capolettera occupa
nove righe. La raffigurazione del Crocefisso con i
tondelli dorati sullo sfondo e con fregio a motivo
floreale, accentuano la finezza della miniatura.
Da non sottovalutare il Proclama dogale a stampa
.
Del 1784 dove al centro del foglio in alto campeggia limmagine
del leone alato che ha con se il testo aperto dove sono
presenti le scritte su due righe con piccolo capolettera,
Pax Tibi Marce Evangelis Ta mens.
Il Capitolare del magistrato alla sanità del
1541 1574, della decima sezione: Sanità e
assistenza, è ricco di colori: oro, rosso, verde,
blu, viola, celeste. Sormontato da riquadri e tondi nei
riquadri orizzontali e verticali con ampio sfoggio di
elementi floreali.
Il catalogo: Farsi storia, pubblicato in
occasione del bicentenario dellArchivio di Stato di
Venezia-1815/2015, copiosamente illustrato, comprende
oltre ai saggi introduttivi di Raffaele Santoro,
professore al Dipartimento di Giurisprudenza, anche
quelli di Gino Benzoni ordinario di Storia della
storiografia nellUniversità Ca Foscari di
Venezia e gli interventi di Giuseppe Gullino, ordinario
di Storia Moderna dellUniversità di Padova.
Un testo da tenere e conservare.
Interessante lettura.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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