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CONTEMPORANEA
Arte e
Artisti a Roma |
Sezione
Arte: PITTURA
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MARCELLO
SALVIOLI
Breve
Nota Biografica
Marcelo Salvioli, nasce in Argentina dove compie
i suoi studi all'Universidad Nacional de La Plata
diventando professore di arte plastica e
scenografo. Studia con Jorge Tapia e Hugo de Ana
pittura e Rosa Maria Ravera estetica. Scenografo,
pittore, direttore artistico di cinema e teatro,
regista di cortometraggi,, si dedica al suo
lavoro di scenografo operando in Sud America ed
in Europa. Dal 1984 inizia ad esporre le sue
opere, disegni e tele, in Argentina, tra cui si
ricordano il Salon Municipal de Artes Plasticas
di La Plata, il Museo de Bella Artes de La Plata,
il Salon Nacional de Dibujo provincia de Entre
Rios. Numerosi premi e riconoscimenti sono stati
assegnati all'artista, a partire dal 1979, tra
cui si ricorda, nel 1998, il Primo Premio alla VI
Biellal De Arte Sacro in Buenos Aires. Marcelo
Salvioli attualmente vive a Buenos Aires, in
Argentina.
Cliccate sulle
miniature per ingrandire le immagini.
Breve
Nota Critica
Marcelo Salvioli è un grande personaggio. Un
uomo colto, sensibile e raffinato. Un artista in
grado di descrivere con poesia e dolcezza ciò
che vede, che conosce e che prova. Un artista di
sentimento. La grande forza delle sue opere,
tutte, dai disegni alle sanguigne, dai bozzetti
alle grandi tele, arriva dalla sua innata
vocazione artistica, mutuata dallo studio
accademico che mai è stanco, copiato o
"accademico". La sua è un'arte chiara
ed evocativa, permeata da una profonda conoscenza
della storia dell'arte. Non evanescenti ricordi
ma un chiaro e forte legame con il passato
europeo e soprattutto italiano. Le sue visioni,
evocate dalla storia, giungono a noi nuovamente
nate, originali, con un profondo e sentito senso
di abbandono e trasporto. Marcelo conosce la
storia, le tecniche sin dalla base. La ricerca
plastica della sua ultima produzione giunge così
a livelli di straordinaria forza ed equilibrio;
la composizione, l'estetica, la tecnica sono solo
i mezzi. Un indiscusso senso decorativo permea le
ultime opere, dalle "Colonne" ai "
Paesaggi"; allegorie del passato che non
pesa ma che anzi, come uno specchio, riflette non
l'immagine, ma le infinite possibilità
dell'arte.
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