COSETTA
MASTRAGOSTINO
Breve
Nota Biografica
Risiede e lavora a Roma. Nata
in Molise, presto si trasferisce a Roma, dove
compie gli studi, frequentando il Liceo Artistico
e l'Accademia di Belle Arti.
Nel 1975 apre uno studio in cui svolge
contemporaneamente sia la ricerca artistica nel
campo della scultura che l'attività artigianale.
Per vari anni produce maschere per il teatro
(collaborando con vari registi, tra i quali
Enriquez, Gregoretti, Remondi e Caporossi, Lavia,
Ricci, Nanni ecc.) e oggetti in ceramica per
l'arredamento.
Collabora per molti anni con numerosi artisti tra
i quali Cucchi e Schifano.
Negli ultimi anni si cimenta nell'arte orafa,
creando una linea di gioielli che traggono
ispirazione dalle forme della sua ricerca in
scultura.
Dal 1985 insegna ceramica nella scuola delle
"Arti Ornamentali" San Giacomo di Roma.
Numerose sono le mostre in Italia e
allestero.
Hanno scritto di lei: Marcella Cossu, Antonio
Davone, Gabriella Dalesio, Ivana DAgostino,
Teresa Macrì, Barbara Matusciello, Loredana Rea,
Mario Ursino.
L’ARCHIVIO COSETTA MASTRAGOSTINO
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Breve Nota
Critica
Il lavoro della scultura implica
una attenzione e una tensione verso la dimensione
spaziale nel raccogliere e immagazzinare tutte le
energie esterne che l'oggetto scolpito assorbe e
restituisce, nell'incantesimo della forma e nella
fascinazione della materia.
Le sculture di Cosetta Mastragostino realizzate
nella consistenza morbida della terracotta si
espandono metamorficamente rievocando
sedimentazioni della memoria o delineando
allusioni iconiche del quotidiano. La materia,
assecondando la manipolazione dell'artista,
acquista la ruvida sembianza del reperto o
l'impalpabile rarefazione dell'oggetto astratto e
pur dispiegandosi in una direzione di assoluta
astrazione, sembra alludere alla dimensione del
reale.
I segni di esso, in una costellazione materica
che prevede oltre alla terracotta, la durezza del
ferro e la rugosità del legno, sembrano
accarezzare le tracce di un elementarismo
naturale che si manifesta nella essenzialità del
frammento.
Le forme-materia della Mastragostino si sganciano
dalla monumentalità classica e si inverano in
una linearità minimale che risulta momento di
confluenza tra la sintesi spaziale e il rigore
plastico. La forma, infatti, viene ideata e
prodotta nella sua molteplicità epifanica,
studiata nella sua spazialità interna attraverso
le contraddizioni del pieno e del vuoto e
svuotata da ogni significazione retorica, ma
tesa, invece, verso un rinnovamento espressivo
che concentra la sua ricerca sulla
rappresentazione simbolica e volumetrica della
contemporaneità.
Teresa Macrì, 1992
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